Il Sole 24 Ore

IVA IN FATTURA SUI BENI CONSEGNATI IN ITALIA

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Una società italiana deve emettere fattura per cessioni di beni ad una società statuniten­se. I beni saranno consegnati in Italia ad una sede locale (italiana) della stessa società americana. Come deve essere considerat­a tale operazione? Si chiede quale sia la corretta procedura da seguire per l’emissione della fattura: ovvero, dovrà essere emessa con o senza applicazio­ne di Iva, consideran­do che i beni rimangono sul territorio nazionale?

S.B. – TARANTO

Nel caso in cui i beni rimangano in Italia, la cessione sarà soggetta ad Iva in Italia; invece, nel caso in cui la cessione verso l’America venga effettuata direttamen­te dal cessionari­o si sarà in presenza di cessione all’esportazio­ne non imponibile ai sensi dell’articolo 8, 1° comma, lettera b) del Dpr n. 633/1972 (esportazio­ne impropria). Ciò premesso, si ricorda che si ha esportazio­ne impropria quando il cessionari­o non residente provvede a ritirare direttamen­te o tramite terzi la merce presso il cedente italiano, ovvero si fa consegnare i beni in un de- pione, da effettuars­i immediatam­ente dopo la presentazi­one della domanda; dopo la presentazi­one della domanda gli interessat­i possono realizzare direttamen­te l’intervento senza attendere la conclusion­e del procedimen­to amministra­tivo e, quindi, sopportand­o il rischio della eventuale mancata concession­e del contributo. La circolare afferma, dunque, in modo chiaro che la domanda di contributo, per essere ammissibil­e, deve precedere la realizzazi­one concreta delle opere, mentre non dovrebbe aver rilievo, ai fini del contributo, l’essere in corso la definizion­e della pratica edilizia che condiziona l’attività edificator­ia. Se, però, l’opera è stata realizzata prima del rilascio del titolo abilitativ­o, si porrà un problema di applicazio­ne delle sanzioni edilizie per abuso, che compromett­erebbero il riconoscim­ento del contributo, salvo che non si possa procedere all’accertamen­to di conformità in sanatoria ai sensi degli articoli 36 e 37 del Dpr 380/ 2001. In proposito, si deve anche sottolinea­re che ai sensi dell’articolo 6 del Dpr 380/ 2001, Testo unico edilizia, la realizzazi­one di un ascensore interno è da catalogare come attività edilizia libera non soggetta a titolo abilitativ­o.

A cura di Massimo Ghiloni

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