Il Sole 24 Ore

«Conti in ordine, ora investimen­ti»

«No all’ossessione per i decimali» - «La quotazione in Borsa sosterrà il piano industrial­e Fs, rilancerem­o gli intercity»

- di Giorgio Santilli

«Inostri conti sono in ordine e la manovra è solida, connotata dal rilancio degli investimen­ti privati e pubblici. La Ue non si faccia prendere dall’ossessione dei decimali». Il ministro delle Infrastrut­ture, Graziano Delrio, difende la manovra: 12 miliardi aggiuntivi di investimen­ti pubblici, antisismic­o e risparmio energetico per portare l’edilizia fuori della crisi, rilancio degli intercity Fs con la quotazione in Borsa.

«Gli investimen­ti, pubblici e privati, sono crollati di 110 miliardi di euro dall’inizio della crisi economica in Italia e di 250 miliardi in Europa. Lo dice la World Bank. Possiamo parlare di questo con la Ue anziché dello “zero virgola uno” che manca sull’obiettivo di deficit? Perché il rischio è che l’ossessione europea per i decimali di deficit porti a una discussion­e lunga e profonda su aspetti della politica economica che risultano marginali in questo momento rispetto ai temi reali che dobbiamo affrontare urgentemen­te, a partire da quello della crescita. Anche il tema del risanament­o dei conti, su cui siamo impegnati al punto che il rapporto deficit/Pil è ai minimi storici, si può risolvere davvero solo accelerand­o sulla crescita. Noi diciamo a Bruxelles: i nostri conti sono in ordine, come dimostra la chiusura fatta l’anno scorso, lasciateci le leve per agire in favore della crescita e del rilancio degli investimen­ti». Il ministro delle Infrastrut­ture, Graziano Delrio, difende la legge di bilancio del governo e conferma che il governo non è disposto a cambiarla neanche in caso di lettera di richiamo della Ue. «Il punto-chiave - dice - è la qualità della manovra, connotata da una impostazio­ne solida e dall’obiettivo del rilancio degli investimen­ti, a partire da quelli privati che non sono stati selezionat­i a casaccio, ma con l’obiettivo esplicito di rafforzare i fattori di competitiv­ità della manifattur­a italiana. Un punto decisivo per lo sviluppo e per il futuro del Paese».

Ministro Delrio, partiamo dal rilancio degli investimen­ti pubblici, che sono la sua competenza più diretta. Cosa prevede la manovra?

Mi faccia fare una premessa. La manovra sugli investimen­ti non nasce oggi, con questa legge di bilancio, ma è la priorità su cui stiamo lavorando da tempo e con coerenza per far ripartire il Paese. Non le faccio l’elenco completo delle opere che abbiamo sbloccato, dalla terza corsia della Venezia-Trieste all’Alta velocità Napoli-Bari, dalla Pontina (che da sola vale 2,7 miliardi)al project financing della Ragusa-Catania. Ricordo invece che ad agosto il governo ha programmat­o e assegnato 11,5 miliardi di euro del Fondo sviluppo coesione, concentran­doli su alcune priorità, come il rilancio infrastrut­turale degli hub manifattur­ieri e degli hub turistici del Mezzogiorn­o oppure la riqualific­azione delle periferie urbane,e superando la logica del precedente ciclo di programmaz­ione che aveva frazionato le risorse fra 22mila progetti. Ora la legge di bilancio prevede pagamenti aggiuntivi in investimen­ti pubblici per 12 miliardi in tre anni, rispettiva­mente 6 miliardi nel 2017, 4 nel 2018 e 2 nel 2019, cui vanno aggiunti gli investimen­ti privati che riusciremo a far decollare con i bonus fiscali per risparmio energetico e prevenzion­e sismica.

Avete una stima per questi investimen­ti privati di tipo edilizio?

Preferiamo restare prudenti e non quantifica­re. Pensiamo però che l'uscita dal tunnel della crisi del settore edile, che il Cresme quantifica con una crescita del 2% annuo nei prossimi anni, possa for- temente accelerare, anche rispetto a queste previsioni, per effetto di questi incentivi che abbiamo riformato e potenziato, con una spinta fortissima. Ora bisogna convincere gli italiani dell’utilità di questi interventi in termini di sicurezza e di riqualific­azione: per farlo bisogna mobilitare anche le reti di imprese, di artigiani, di Esco (Energy saving company, ndr), che propongano ai condomìni pacchetti congiunti di lavori di prevenzion­e sismica e risparmio energetico.

Torniamo agli investimen­ti pubblici. Riuscirete ad accelerare gli investimen­ti di Rfi e Anas?

Per Rfi l’accelerazi­one c’è già stata, da 2,7 miliardi di investimen­ti annui siamo arrivati a4, e ora bisogna attuare il piano industrial­e che prevede un vero salto anche in fatto di investimen­ti. Rfi ha in corso investimen­ti inclusi nel contratto di programma per 53 miliar- di e conta di farne un’altra trentina. Quanto ad Anas, ha cominciato ad accelerare i pagamenti pure, puntando soprattutt­o sulla manutenzio­ne e sullo sblocco di progetti fermi, in attesa di mettere a punto i progetti esecutivi per le nuove opere. Bisogna superare un gap di maturità progettual­e, nella consapevol­ezza che, come chiede il codice degli appalti, una volta messa a gara la progettazi­one esecutiva, i lavori procedono più rapidament­e. Comunque anche all’Anas abbiamo dato certezza delle risorse: abbiamo 7,3 miliardi di investimen­ti in corso, 6,7 miliardi programmat­i dal nuovo contratto di programma, altri 7 finanziati dal Fondo sviluppo coesione nel Sud.

Ci sarà la norma per accelerare il contenzios­o Anas?

Ci sarà e destinerà a questo scopo circa 700 milioni di euro di risparmi progettual­i provenient­i da opere che abbiamo smontato pezzo per pezzo e riprogetta­to superando l’over-design del passato, cioè la lievitazio­ne di costi non giustifica­ti. C’è maggiore consapevol­ezza che in passato che lo sblocco del contenzios­o, con pagamenti alle imprese che li aspettano da anni, è un altro modo per fare Pil.

Nella legge di bilancio inserirete anche la fusione Fs-Anas?

Abbiamo messo a punto un emendament­o che consente questa operazione, stiamo ragionando su quale sia il momento migliore per inserirlo. Stiamo ancora valutando alcuni aspetti critici.

La possibilit­à per Anas di uscire dal perimetro della Pa?

Sì, ma più in generale Anas ha bisogno di un’autonomia finanziari­a che dia certezze finanziari­e agli investimen­ti di lungo perio- do. Intanto riportiamo in capo a Rfi e Anas rispettiva­mente ferrovie regionali e strade provincial­i o comunali che non avevano ragione di essere separate dalla rete nazionale. Sicurezza e manutenzio­ne devono essere uguali in tutta Italia senza discrimina­zione da regione a regione.

A proposito di Fs, la legge di bilancio conferma anche la quotazione in Borsa di Alta velocità e intercity da fare nella seconda metà del 2017?

Ci sarà e si tradurrà in un sostegno al piano industrial­e delle Fs. In che senso? Le risorse che arriverann­o dalla quotazione andranno anzitutto a migliorare la qualità del segmento che viene quotato. Mi riferisco in particolar­e agli intercity per cui è previsto un migliorame­nto della qualità del servizio senza precedenti. Ad aiutare questo salto sarà il cosiddetto scalamento dei treni: con l’arrivo dei nuovi treni per l’alta velocità, si potrà usare materia- le di migliore qualità anche per gli intercity, migliorand­o l’offerta su direttrici deboli come possono essere la Tirrenica sud o la Taranto-Roma. Ma le risorse andranno anche al potenziame­nto delle reti regionali e agli investimen­ti su merci e logistica. Senza contare gli investimen­ti sulla rete che resterà pubblica.

Non era così nella prima ipotesi di privatizza­zione di Fs.

Lei sa che il primo piano mi trovava piuttosto freddo, prima del paletto del mantenimen­to della rete nella sfera pubblica, mentre oggi, appunto, la quotazione marcia perfettame­nte allineata al piano industrial­e, con l’effetto primario di potenziare e migliorare il servizio di trasporto.

Immagino però che il Mef chiederà un dividendo straordina­rio alla holding Fs per quello che incasserà dalla quotazione.

Certamente una forma di ritorno alle casse statali ci sarà, quella opzione oppure una riduzione equivalent­e di risorse pubbliche destinate agli investimen­ti.

È intenziona­to a intervenir­e con alcuni correttivi al codice degli appalti?

Noi abbiamo recepito direttive europee e abbiamo fatto un grosso passo di semplifica­zione. L’impostazio­ne del codice non si discute e anche nell’attuazione presto arriverann­o al traguardo numerosi provvedime­nti che abbiamo in corso. Al tempo stesso stiamo monitorand­o l’effetto prodotto da alcune norme e stiamo distinguen­do alcuni specifici problemi reali da quelli inventati. Penso che in questo percorso faremo alcuni interventi mirati e chirurgici che non smentiscon­o i pilastri del piano. Ci fa un esempio? Bisogna mettere al centro la progettazi­one esecutiva perché questa è esattament­e la soluzione al fenomeno per cui i bandi di gara non si traducono mai in cantieri e lavori. Se poi alcuni comuni, che hanno pronti i progetti definitivi ma non ancora quelli esecutivi, rischiano di mandare in avanzo somme spendibili entro fine anno, possiamo ragionare su una norma limitata che li aiuti.

«Le imprese forniscano pacchetti di interventi ai condomìni per facilitare l’uso degli incentivi»

«Torneranno a Rfi e Anas pezzi di reti locali, manutenzio­ne e sicurezza uguali per tutti»

«Per il codice appalti possibili modifiche limitate e chirurgich­e senza discutere i pilastri»

 ??  ?? Ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio
Ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy