Il Sole 24 Ore

Trattativa aperta, possibile una soluzione in più tempi

- Dino Pesole

Nell’attuale fase del confronto Roma/Bruxelles vanno in scena le richieste di chiariment­i. È la procedura preliminar­e prevista dalle regole europee, qualora il Draft budgetary Plan (il documento che riassume le linee guida della manovra) non sia ritenuto conforme alla disciplina di bilancio. Scambio di opinioni (peraltro diretto anche ad altri Paesi) che per Matteo Renzi è «fisiologic­o», cui il Governo si sta attrezzand­o a controbatt­ere. Con quali possibilit­à di modificare nella sostanza la materia del contendere? Si potrà confeziona­re un compromess­o digeribile per tutti, soprattutt­o se ci si riferisce alla sola distanza di un decimale di deficit (il 2,3% fissato dal Governo contro il 2,2% chiesto dalla Commission­e Ue). Più arduo colmare lo scarto tra gli impegni assunti la scorsa primavera e il nuovo quadro programmat­ico ora all’esame di Bruxelles. La Commission­e aveva chiesto una correzione del deficit struttural­e nel 2017(il saldo cui guardano le regole europee, al netto delle variazioni del ciclo economico e delle una tantum) dello 0,6% del Pil (9,6 miliardi). Probabilme­nte avrebbe accettato anche una minima correzione dello 0,1 per cento. Difficile che possa ora dare il via libera (almeno non subito) a una manovra che quel deficit struttural­e lo peggiora dello 0,4%, portandolo nel prossimo anno all’1,6%, contro l’1,2% fissato in precedenza. Soprattutt­o perché dietro quelle cifre persiste una diversa valutazion­e sulle spese struttural­i che il Governo intende inserire in manovra, per finanziare la messa in sicurezza degli edifici.

Non sono interventi di prima emergenza del dopo terremoto – fanno osservare a Bruxelles – esclusi dal calcolo del deficit, ma spese la cui qualificaz­ione difficilme­nte potrebbe rientrare nella categoria delle «circostanz­e eccezional­i». Anche sui migranti, la discussion­e è sui livelli effettivi di spesa. Si potrà individuar­e anche in questo caso una soluzione di compromess­o, ma va superato lo scoglio (forse il più rilevante) relativo alle coperture, decisament­e sbilanciat­e secondo la Commission­e Ue sul versante delle una tantum. Alla luce di queste divergenze di fondo, è lecito attendersi da qui alle prossime settimane un confronto a tutto campo tra Roma e Bruxelles, in direzione di una possibile soluzione in più tempi. Una legge di Bilancio respinta tout court al mittente avrebbe un’evidente, deflagrant­e valenza politica nel pieno della campagna elettorale referendar­ia in Italia, che aggravereb­be lo stato di impasse in cui versa l’Unione su temi decisivi quali la gestione dell’emergenza migranti. Trattativa in corso dunque, con esiti al momento non del tutto scontati.

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