Le tappe del confronto con la Ue
PRESENTAZIONE DPB
Sale il deficit strutturale Il 21 ottobre 2016 il Ministro dell’Economia ha trasmesso alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio. Nel Dpb si passa da un deficit iniziale per il 2017 del 2% (in aumento dello 0,2% rispetto a quanto previsto in precedenza), al 2,3%. Mentre il deficit strutturale inizialmente indicato a -1,2% è salito a -1,6 per cento. Le regole imporrebbero una riduzione dello 0,6%
PRIMA REAZIONE UE
Valutare le «proiezioni» Le prime impressioni della Ue al Dpb dell’Italia hanno visto una Commissione aperta al dialogo ma pronta valutare «l’impatto delle diverse proiezioni». Il nodo è il deficit strutturale dell’Italia: l’impegno era di ridurlo nel 2017 di almeno lo 0,1% del Pil (anche se Bruxelles la scorsa primavera aveva chiesto un taglio dello 0,6%). Il Governo non solo non riduce il deficit strutturale se pur dello 0,1%, ma lo aumenta dello 0,4%
LA POSIZIONE DI PADOAN
La Ue scelga da che parte stare L’Europa «deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3% del Pil per far fronte all’emergenza terremoto e a quella dei migranti. Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri, e che va rigettata. Ma così sarebbe l’inizio della fine». Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in una intervista domenica ha replicato ai dubbi della Ue
LO STOP DI RENZI
La manovra non cambia Sull’arrivo delle osservazioni della Ue, il premier Renzi ha detto: «La lettera arriverà e riguarderà tutta una serie di Paesi, non solo l’Italia. Abbiamo fatto tutte le cose in regola. La manovra non cambia». Per il premier «la manovra non cambia per i cittadini: Equitalia se ne va, la quattordicesima per chi guadagna meno di mille euro ci sarà, le tasse per le imprese calano. Io non mi faccio dire che non bisogna mettere a posto una scuola perché c’è una regola»