Un governo debole per la Spagna
Oggi l’incarico al premier conservatore per un Esecutivo di minoranza
Mariano Rajoy riceverà oggi l’incarico di formare un nuovo governo conservatore. Ma sarà un governo di minoranza e il premier conservatore sarà costretto a negoziare, provvedimento per provvedimento, ogni passaggio in Parlamento.
Dopo dieci mesi di paralisi politica è stato scongiurato il rischio di tornare alle elezioni per la terza volta in un anno: i socialisti daranno il via libera al nuovo governo conservatore con l’astensione nel voto di fiducia, in Parlamento tra sabato e domenica. Così ha deciso la vecchia guardia socialista dopo aver allontanato il segretario Pedro Sanchez che per mesi ha mantenuto la linea del «no es no» contraria ad ogni accordo con la destra: in un comitato federale lace- rante i socialisti hanno scelto - con 139 delegati a favore, 96 contrari e due astenuti - l’appoggio, senza precedenti, a Rajoy. Il sostegno che sarà dato al nuovo governo è dovuto «al senso di responsabilità, alla necessità di dare al Paese un governo in piene funzioni», ha spiegato Susana Diaz, governatrice dell’Andalusia e leader emergente dei socialisti. Ma è altrettan- to vero che i socialisti non avevano alternative: nelle elezioni avrebbero con tutta probabilità ricevuto un’ulteriore durissima batosta.
Rajoy si presenterà dunque in Parlamento con in tasca l’incarico ricevuto da Re Felipe VI al termine delle consultazioni. Nel primo voto (quando serve la maggioranza assoluta dei 350 componenti della Camera) potrà contare solo sui 137 deputati popolari. Mentre nel secondo voto (quando è necessaria la maggioranza di presenti sarà aiutato dall’astensione dei 32 deputati di Ciudadanos e da almeno una parte degli 85 socialisti. Del tutto ininfluente a questo punto Podemos, che resta all’opposizione pronto ad attaccare «la casta che non molla il potere».
«Quella presa dai socialisti è una decisione importante e molto ragionevole», ha commentato Rajoy aggiungendo che nel documento approvato dal vertice socialista «ci sono cose buone da discutere». Il governo nasce tuttavia senza un’agenda precisa e difficilmente riuscirà a tenere per i quattro anni della legislatura.