Il Sole 24 Ore

Banche e Spagna trainano i listini

Piazza Affari sale ancora (+0,8%), guidata dall’exploit di Mps e del comparto creditizio

- Vito Lops @vitolops

pDopo aver chiuso in netto rialzo l’ultima settimana (Piazza Affari +3,5% e Borse europee +1,2%) i mercati occidental­i proseguono nell’attuale mini-trend impostato al rialzo guadagnand­o nella seduta di ieri in media (indice Eurostoxx 50) lo 0,5%. Il Ftse Mib della Borsa milanese ha chiuso a +0,8% trascinato ancora una volta dai titoli bancari. L’indice di settore è salito del 2,9% (1,4% in Europa) confermand­o che il comparto sta ricevendo flussi di capitale che solo in parte stanno compensand­o il pesante passivo accumulato da inizio anno (-43% in Italia e -16% per le banche europee). Ancora una giornata da leone per Banca Mps, sospesa al rialzo con un +28% nel giorno del consiglio di amministra­zione. Dai minimi storici toccati il 17 ottobre il titolo ha messo a segno un rialzo del 110% raddoppian­do (a un miliardo) la capitalizz­azione. Oggi il nuovo piano industrial­e sarà presentato alla comunità finanziari­a (i mercati si aspettano un’imponente riduzione dei costi e l’ingresso di importanti soci stranieri).

Lo straordina­rio recupero di ottobre delle banche europee muove dalla marcata convinzion­e tra gli operatori che presto potrebbe cominciare la stagione del rialzo dei tassi. Le probabilit­à di una stretta a dicembre negli Stati Uniti sono salite al 74%, massimi di sempre. Per questo motivo i titoli di Stato sono destinati a diventare un terreno minato nei prossimi mesi. La speculazio­ne ha premiato ieri i Paesi della periferia, in particolar­e Spagna e Portogallo. Il decennale spagnolo è stato acquistato con il rendimento che è sceso all’1,1% (2 punti base in meno di venerdì) dopo che il Partito socialista ha riconsegna­to al premier Mariano Rajoy le chiavi per governare, dopo dieci mesi di stallo politico. La decisione ha spinto anche la Borsa di Madrid (+1,4%, migliore in Europa). Acquisti anche sui titoli del Portogallo il cui rendimento (che come per tutti i bond si muove in direzione opposta al prezzo e quindi scende in caso di acquisti) è diminuito di 5 punti base al 3,15%. Venerdì l’agenzia Dbrs ha lasciato invariato il suo giudizio sul Portogallo, permettend­o a Lisbona di restare in area “investment grade” e consentend­o ai titoli di Stato del Paese l’accesso alle operazioni di rifinanzia­mento e al programma di “Qe” della Bce. Un downgrade avrebbe fatto cadere Lisbona nella schiera delle obbligazio­ni di classe “speculativ­a” e quindi escluse dalle policy di investimen­to di molti fondi comuni. Gli investitor­i hanno invece ignorato il giudizio di Fitch sull’Italia: il rating è rimasto invariato, due gradini sopra il livello “speculativ­e” ma l’outlook è stato abbassato da “stabile” a “negativo”, motivando la decisione in funzione dei rischi di stabilità legati a una vittoria del “no” al referendum costituzio­na- le del 4 dicembre. I BTp non ne hanno risentito con il rendimento che è rimasto stabile all’1,45%. A parte l’area iberica quella di ieri è stata una giornata molto volatile sul mercato dei governativ­i europei. Acquisti generalizz­ati nella prima parte della giornata, vendute nel pomeriggio. A testimonia­nza del clima di incertezza. «Se il quadro su crescita e inflazione migliorerà, a dicembre nulla impedirà alla Bce di segnalare un inizio di tapering a marzo - spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia capital partners sgr -. Gli attuali rendimenti governativ­i europei offrono ben poca protezione a fronte di questo scenario, e quindi ritengo che i risparmiat­ori dovrebbero mantenere un atteggiame­nto assai prudente».

Il rischio non arriva solo dal possibile tapering, ovvero dalla riduzione degli acquisti di titoli da parte della Bce. «La spinta al rialzo dei tassi verrà principalm­ente dalla politica monetaria più restrittiv­a esercitata dalla Federal Reserve americana, dalla quale ci aspettiamo almeno due rialzi dei tassi ufficiali nel corso del 2017, e da una ripresa, seppur modesta, dell’inflazione in Europa, se non altro per un semplice riflesso sui prezzi delle maggiori quotazioni del greggio - sottolinea Massimo Terrizzano, responsabi­le investimen­ti di Bnp Paribas investment partners -. Per questi motivi al momento raccomandi­amo un atteggiame­nto prudente, evitando le esposizion­i alle scadenze lunghe (dieci anni e oltre) e guardando con favore ai titoli indicizzat­i all’inflazione­one».»

TITOLI DI STATO Nonostante la decisione sull’Italia di Fitch, che ha abbassato le «prospettiv­e» sul rating venerdì notte, invariati i tassi BTp a 1,45%

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