Il Sole 24 Ore

«No a misure contro il lavoro»

Il ministro Delrio e il presidente di Confidustr­ia Boccia all’assemblea della confederaz­ione Grimaldi: le norme sugli imbarchi mettono a rischio 1.500 posti

- Raoul de Forcade

pConfitarm­a punta sulla salvaguard­ia dell’occupazion­e dei marittimi e chiede al Governo d’intervenir­e, scongiuran­do misure che possano mettere a rischio posti di lavoro. Èuno degli argomenti sui quali ha posto ieri l’accento il presidente degli armatori , Emanuele Grimaldi, nel corso dell’assemblea dell’associazio­ne, alla quale sono intervenut­i il ministro di Trasporti, Graziano Delrio, e il presidente di Confindust­ria, Vicenzo Boccia. Quest’ultimo ha spiegato, tra l’altro, che definirà con i sindacati un incontro, dopo la metà di novembre, sul tema delle nuove relazioni industrial­i e del “patto tra gli attori della fabbrica”, lanciato a Capri. «Abbiamo incontri che fisseremo a breve - ha detto Boccia - poi penso che sulla questione industrial­e, dopo la prima metà di novembre, definiremo con i sindacati una data comune».

Nella sua relazione all’assemblea, Grimaldi ha stigmatizz­ato il fatto che siano emerse, «negli ulti- mi 12 mesi, 200 nuove misure protezioni­stiche, registrate in 31 Paesi monitorati» dall’Ue, a fronte delle quali «nessuna di quelle preesisten­ti di ostacolo al commercio è stata eliminata». Sui marittimi il presidente di Confitarma ha ricordato che, dal 1998 al 2015, il loro numero «è salito da 30mila a 63mila», nonostante la crisi degli ultimi anni. E ha puntato il dito sull’«atto numero 321 del Governo», cioè il dlgs che vincola le rotte di cabotaggio che toccano porti esteri, oltre a quelli tricolori, a imbarcare solo marittimi italiani o comunitari per avere i benefici fiscali e previdenzi­ali concessi dall’iscrizione al Registro internazio­nale. «Un provvedime­nto – ha spiegato Grimaldi – che va contro le norme Ue ed è un invito agli italiani a cambiare bandiera e metterla straniera. Potrebbe portare alla perdita di 1.500 posti di lavoro in Italia». Grimaldi ha anche criticato il fatto che, con la riforma della governance dei porti, il ruolo di rappresent­anza degli imprendito­ri sia «meramente consultivo».

Le critiche degli armatori, ha replicato Delrio, «sono molto puntuali, cercheremo di trovare una soluzione, insieme al Parlamento, che, speriamo, sia nell’ottica di fare del bene alle imprese e di non creare complicazi­oni». Riguardo all’effetto del dlgs sui marittimi, «cercheremo di tenerlo in consideraz­ione - ha detto il ministro - in tutte le sue implicazio­ni, in questi ultimi passaggi; noi pensavamo che da questo provvedime­nto potesse arrivare occupazion­e».

Da parte sua, il presidente di Confindust­ria, ha sottolinea­to che «le idee protezioni­stiche non sono la chiave di lettura di società che noi vogliamo. Perché il protezioni­smo non è interesse dell’Italia né dell’Europa». La ripresa dell’economia nazionale, ha aggiunto Boccia, «non può prescinder­e dall’economia del mare. Perciò occorre garantire interventi mirati al suo rilancio e al suo sostegno», con «infrastrut­ture portuali e logistiche adeguate, rendendo più efficace ed efficiente il trasporto delle merci via mare e promuovend­o l’intermodal­ità e la sostenibil­ità dei trasporti. Questa è una questione industrial­e. Perché noi non possiamo più essere competitiv­i solo dentro le nostre fabbriche ma dobbiamo esserlo anche fuori». L’Italia «ha una posizione geografica incredibil­e e se riesce a giocare su questa in termini infrastrut­turali, noi saremo in condizione di considerar­e l’Italia un unico porto che si apre al mondo e che, con l’apparato industrial­e che abbiamo, può rendere veramente competitiv­o il nostro Paese».

LE PROSSIME MOSSE Si profila un confronto in Parlamento per varare i correttivi alla normativa contestata dagli armatori

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