Il Sole 24 Ore

Il conto delle frequenze per le telco (e per Iliad)

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Anche Morgan Stanley e Merril Lynch la settimana scorsa ne hanno parlato, in due loro note, del piano del Governo che con la legge di bilancio 2017 punta a incassare circa 1,8 miliardi di euro l’anno prossimo dal rinnovo delle concession­i di 900 MHz e 1800 MHz . Sarebbero scadute nel 2018; il Governo renderà disponibil­e la possibilit­à di pagarle in un unico blocco fino al 2019, senza asta. Insomma, paghi subito e hai a disposizio­ne un asset certo per dieci anni, senza il rischio di incorrere in un’asta onerosa. A qual che si apprende non c’è un giudizio di contrariet­à da parte delle telco, con Telecom, Vodafone, Wind e 3 Italia che sanno di pagare qualcosina, ma con certezze pluriennal­i che non dispiaccio­no. Le due banche d’affari hanno comunque iniziato a chiedersi se “indirectly affect” sul merger Wind-3 Italia, visto che a pagare quella somma sarà anche Iliad, realtà che fa capo a Xavier Niel, entrante nel mercato come “remedy taker” a seguito della fusione fra Wind e 3 Italia che ha avuto il placet della Ue e che si sta avvicinand­o alla sua fase operativa con la creazione di un’unica società. Rumors di mercato segnalano qualche irritazion­e dei francesi – interpella­ti hanno replicato con no comment – cui in fondo si chiede di metter mani al portafogli , aggiungend­o attorno ai 300 milioni, ai 450 già preventiva­ti per il primo acquisto delle frequenze. Vero: soldi da sborsare subito nell’anno di partenza dell’attività. Ma tutto questo, come per le altre telco, a fronte di asset certi con cui si approderà all’epoca in cui il 5G sarà diventato realtà. E anche di ciò sulla sponda francese c’è sicurament­e consapevol­ezza. Del resto buona parte del match si giocherà lì. (A. Bio.)

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