Snapback per crescere volerà a Tel Aviv
Utilizzare smartphone e tablet senza guardare e toccare lo schermo dei dispositivi. Nasce da quest’idea Snapback, la startup creata da Giuseppe Morlino, Ester Vigilante e Claudio Capobianco. «Siamo degli amanti dei paradossi, - spiega Morlino - siamo nati per risolvere quello comunemente conosciuto, nel gergo degli autotrasportatori, come “Isolamento in cabina”. Ossia, il cosiddetto baracchino, il primo social network audio mediato da tecnologia che sia mai esistito, ha dato vita a una community che si è andata disgregando con l’avvento dei cellulari che hanno tagliato fuori le persone in mobilità dai social network, basati su una modalità d’uso che prevede di guardare e toccare il dispositivo. Operazioni da non fare mentre si è al volante». Snapback, startup innovativa, vede la luce nel dicembre 2013 dopo che i co-founder entrano nell’acceleratore di impresa Luiss Enlabs. «Abbiamo lavorato due anni allo sviluppo della tecnologia, una libreria software, con la quale creare app che non distraggono l’utente nel momento dell’utilizzo. - prosegue Morlino - Con questo motore tecnologico abbiamo realizzato una serie di app orientate al- la sicurezza stradale, personale e sul lavoro. Nell’ambito di quest’ultima, è giunta la validazione della nostra tecnologia grazie a un progetto messo a punto con Enel». All’avvio, il team era costituito dai tre fondatori, senza alcuna precedente esperienza imprenditoriale, e due consulenti; oggi è composto da dieci persone. «Entrando nell’acceleratore d’impresa abbiamo ricevuto il nostro primo finanziamento di 60mila euro, metà in servizi, metà cash. Noi abbiamo cofinanziato l’iniziativa lavorando per due anni senza percepire stipendi» aggiunge Morlino. Nel settembre 2015 sono arrivati altri investimenti da parte di business angel, un premio della Comunità Europea e un finanziamento di Invitalia. «Dopo aver sviluppato la tecnologia e aver individuato il mercato target, ora siamo in procinto di lanciare un nuovo prodotto, che non sarà un software. Per farlo stiamo cercando un ulteriore investimento di circa 600mila euro per il quale, all’inizio del 2017, lanceremo anche una campagna di crowdfunding» rivela Morlino. Grazie ad Assocamere Estero, da novembre e per i successivi quattro mesi saranno a Tel Aviv per proseguire lo sviluppo del prodotto.