Syngenta scivola in Borsa Berna e Ue frenano sulla vendita a ChemChina Problemi Antitrust per il maggior investimento cinese all’estero
Il big svizzero dell’agrochimico valutato 43 miliardi $
pL’azione suo una portavoce di Syngenta, che ha rimandato per il resto alla giornata di oggi.
L’offerta d’acquisto di ChemChina, preannunciata in febbraio, ha un valore complessivo di 43 miliardi di dollari e prevede 465 dollari per azione più un dividendo straordinario di 5 franchi per titolo. La chiusura dell’operazione è già stata rinviata per tre volte: in maggio, in luglio, in settembre. L’ultima scadenza dichiarata è l’8 novembre e i due gruppi avevano detto di prevedere la concretizzazione dell’acquisizione entro la fine dell’anno. Uno scoglio indicato da molti come principale era stato superato in agosto, con la luce verde del Comitato sugli investimenti stranieri negli Usa, mercato in cui Syngenta ha una presenza importante. Ora le voci su questo nuovo colpo di freno, la cui esistenza o meno dovrà essere chiarita in questi giorni. Secondo voci raccolte dalla stampa asiatica e da quella elvetica, e su cui peraltro non ci sono conferme ufficiali, a ChemChina mancherebbero 15 miliardi di dollari in contanti per chiudere il deal. Recentemente vi sono state poi anche voci su una maxi-fusione chimica tutta cinese, tra ChemChina e Sinochem, voci che di nuovo non hanno avuto conferme e che però hanno pure fatto sorgere interrogativi sul percorso dell'acquisto di Syngenta.
C’è attesa dunque per quanto dirà oggi Syngenta. Quest’ultima era stata a lungo oggetto di un’offerta da parte dell’americana Monsanto, che non aveva avuto successo e che è poi finita più tardi essa stessa nel mirino della tedesca Bayer. Il settore dell’agrochimica è in effetti attualmente attraversato da un’ondata di acquisizioni. Per una parte degli analisti elvetici, per l’acquisto di Syngenta potrebbe farsi avanti la tedesca Basf, che era già accreditata in precedenza di interesse per il gruppo svizzero, nel caso in cui l’operazione di ChemChina (che è anche azionista dell’italiana Pirelli) non andasse in porto. Ma sino a ieri il gigante cinese risultava ancora in corsa per Syngenta.