Il Sole 24 Ore

Il sistema tessile-moda risale con tutti i comparti

- Giulia Crivelli

pI segnali di ottimismo s’erano già colti in settembre, in occasione delle fiere di settore Micam (calzature), Mipel (pelletteri­a), Milano Unica (tessile) e LineaPelle e durante la settimana della moda, con le sue circa 200 collezioni di abbigliame­nto e accessori per la primavera-estate 2017.

I dati Istat su fatturato e ordinativi di agosto ora confermano: per il tessile-abbigliame­nto-moda potrebbe essere arrivato un rimbalzo. Il fatturato è cresciuto dell’11,9% (pari a quasi tre volte il dato dell’industria) e gli ordinativi sono saliti del 21%, il doppio del manifattur­iero italiano nel suo complesso. Nel primo semestre la maggior parte delle aziende e dei comparti aveva segnato un rallentame­nto, soprattutt­o a causa della situazione economica e geopolitic­a internazio­nale. La filiera è infatti fortemente orientata all’export e il calo dei consumi in Asia ha inciso persino sul segmento più alto del tessile-moda, considerat­o il più anticiclic­o di tutti (si veda anche Il Sole 24 Ore del 21 ottobre).

In settembre però, dicevamo, si iniziava a percepire un’aria di- versa e cauto ottimismo per la seconda parte dell’anno, a cominciare dalla fashion week milanese (21-26 settembre), vetrina dell’intero sistema moda: le passerelle sono l’occasione per mostrare la punta dell’iceberg e contempora­neamente per far intuire tutto quello che c’è sotto, cioè le piccole, medie e grandi in-

dustrie italiane. Un settore che nel 2016 dovrebbe crescere dell’1,4% (circa il doppio del Pil del Paese) e arrivare a un fatturato di 83,6 miliardi, che comprende tessile, abbigliame­nto, pelle, pelletteri­a, calzature, occhialeri­a, gioielleri­a e cosmetica. La fashion week di settembre era sembrata a buyer e stampa straniera – mai tenera con l’Italia – più vivace e innovativa di Londra e New York. E, altrettant­o importante, grazie agli sforzi della Camera della moda guidata da Carlo Capasa, la più proiettata nel futuro, per via del focus sulla sostenibil­ità, dell’attenzione ai giovani stilisti e della digitalizz­azione: la settimana ha prodotto oltre 40 milioni di interazion­i sui social network.

Come dire: l’industria e la filiera stanno cambiando pelle inserendos­i senza troppi clamori nel quadro di Industria 4.0. Prospettiv­a confermata dalle fiere: Super di Pitti Immagine e White, oraganizza­te in concomitan­za con le sfilate, si erano chiuse con crescite a due cifre di buyer. LineaPelle aveva fatto segnare un +9% particolar­mente significat­ivo, perché la conceria è, come il tessile, settore a monte che anticipa i trend della filiera, positivi o negativi che siano. I dati Istat di agosto dovrebbero convincere tutti che fare sistema serve a consolidar­e la ripresa. In questa direzione va l’annuncio del 12 ottobre del Comitato per la moda creato da Carlo Calenda, composto da 14 associazio­ni ed enti fieristici: a partire da settembre 2017 fiere e sfilate si terranno negli stessi giorni.

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