Il futuro di Marelli tra alleanze e scorporo
Il mercato scommette su un piano di valor izzazione simile a quello di Ferrar i
Le difficoltà registrate da Samsung nelle ultime settimane sembrano aver mandato definitivamente in soffitta qualsiasi ipotesi di alleanza tra la casa coreana e Magneti Marelli. La scorsa estate fonti di stampa avevano ipotizzato una cessione dell’azienda, gioiello tecnologico nel settore della componentistica per auto. Ieri, tuttavia, il ceo Sergio Marchionne, i n una conference call con gli analisti ha escluso «al 100%» la vendita di qualsiasi asset del gruppo nei prossimi mesi. Inclusa, dunque, Magneti Marelli. Per la quale, però, potrebbe aprirsi un futuro del tutto nuovo.
La società sta finalizzando il piano industriale al termine del quale, è il pensiero di molti analisti, sarà un’entità del tutto autonoma e indipendente. E per questo è assai probabile che possa trovare vita anche fuori dal perimetro di Fca. Da qui l’impressione, raccolta sul mercato, che anche per Magneti Marelli si possa profilare nei prossimi anni un piano di valorizzazione simile al progetto Ferrari.
p L’intuizione di Marchionne, nel caso di Maranello, si è rivelata particolarmente azzeccata. Tolti i primi mesi dopo il debutto, durante i quali il titolo ha ripiegato in borsa, oggi la capitalizzazione è tornata sui livelli dell’Ipo (più o meno 10 miliardi di dollari) e immaginati dal manager. La Rossa è oggi uno dei fiori all’occhiello del portafoglio di Exor, non a caso Marchionne è particolarmente orgoglioso della struttura operativa della società. E per questo gli obiettivi attorno alla casa di Maranello sarebbero particolarmente ambiziosi. C’è già chi scommette che il 2017 possa essere l’anno giusto perché Ferrari riesca a raggiungere l’obiettivo di 1 miliardo di cassa prodotta.
Insomma, lo scorporo sembra aver dato ulteriore smalto allo storico brand del Made in Italy. E per questo, forse, Magneti Marelli potrebbe replicare la storia della Rossa: un nuovo assetto azionario grazie alla formula spin-off e successiva Ipo che trasferirebbe il controllo della società di componentistica sotto Exor. Tecnicamente il piano è fattibile e per Fca potrebbe poi rappresentare una rilevante fonte di liquidità. Le prime stime che circolano sul mercato attribuiscono all’asset un valore compreso tra i 3,5 e i 5 miliardi di euro. La forchetta è piuttosto ampia ma anche ipotizzando che la valutazione si collochi nella parte bassa del range per Fca vorrebbe dire raccogliere risorse importanti utili a ridimensionare ulteriormente il debito industriale netto e a sostenere gli investimenti. Tanto più che di mezzo c’è la sfida dell’auto elettrica e Fca sembra intenzionata, seppur con cautela, ad arrivare pronta alla svolta “green”. Peraltro, già in passa- to, competitor del calibro di General Motor e Ford, hanno reciso ogni legame con le società di componentistica che prima controllavano. Nel 2011 Gm ha ceduto Delphi Automotive e dieci anni prima, nel 2000, Ford ha deciso di scorporare Visteon. Come dire, l’opinione consolidata sul mercato è che la proprietà delle case di componentistica da parte dei grandi gruppi automobilistici non sia più con-
LA VALUTAZIONE Secondo le stime di mercato in caso di scorporo della controllata la valorizzazione potrebbe essere compresa tra i 3,5 e i 5 miliardi di euro
siderata una scelta industrialmente obbligata.
Per Magneti Marelli, ad ogni modo, restano in piedi diverse opzioni, dalla vendita tout court alla ricerca di una grande alleanza che diluisca la presenza di Fca nel capitale. Certo il piano Ferrari resta suggestivo, tanto più se applicato a una azienda che ha molto a che vedere con le caratteristiche chiave della Rossa, seppure non paragonabile sul piano del brand. Ma il profilo tipicamente italiano, una storia industriale importante alle spalle (è nata nel 1919 da una joint venture tra Fiat ed Ercole Marelli), e un valore inespresso che potrebbe emergere proprio grazie a un possibile divorzio dalla casa madre, sono sulla carta ingredienti chiave in un’ottica di valorizzazione.
Magneti Marelli, che produce una gamma molto ampia di componenti meccaniche, elettroniche e illuminotecniche per auto e moto, fattura più di 7 miliardi di euro, conta oltre 40 mila addetti ed è presente in cinque continenti.