Il Sole 24 Ore

Il futuro di Marelli tra alleanze e scorporo

Il mercato scommette su un piano di valor izzazione simile a quello di Ferrar i

- Laura Galvagni Marigia Mangano

Le difficoltà registrate da Samsung nelle ultime settimane sembrano aver mandato definitiva­mente in soffitta qualsiasi ipotesi di alleanza tra la casa coreana e Magneti Marelli. La scorsa estate fonti di stampa avevano ipotizzato una cessione dell’azienda, gioiello tecnologic­o nel settore della componenti­stica per auto. Ieri, tuttavia, il ceo Sergio Marchionne, i n una conference call con gli analisti ha escluso «al 100%» la vendita di qualsiasi asset del gruppo nei prossimi mesi. Inclusa, dunque, Magneti Marelli. Per la quale, però, potrebbe aprirsi un futuro del tutto nuovo.

La società sta finalizzan­do il piano industrial­e al termine del quale, è il pensiero di molti analisti, sarà un’entità del tutto autonoma e indipenden­te. E per questo è assai probabile che possa trovare vita anche fuori dal perimetro di Fca. Da qui l’impression­e, raccolta sul mercato, che anche per Magneti Marelli si possa profilare nei prossimi anni un piano di valorizzaz­ione simile al progetto Ferrari.

p L’intuizione di Marchionne, nel caso di Maranello, si è rivelata particolar­mente azzeccata. Tolti i primi mesi dopo il debutto, durante i quali il titolo ha ripiegato in borsa, oggi la capitalizz­azione è tornata sui livelli dell’Ipo (più o meno 10 miliardi di dollari) e immaginati dal manager. La Rossa è oggi uno dei fiori all’occhiello del portafogli­o di Exor, non a caso Marchionne è particolar­mente orgoglioso della struttura operativa della società. E per questo gli obiettivi attorno alla casa di Maranello sarebbero particolar­mente ambiziosi. C’è già chi scommette che il 2017 possa essere l’anno giusto perché Ferrari riesca a raggiunger­e l’obiettivo di 1 miliardo di cassa prodotta.

Insomma, lo scorporo sembra aver dato ulteriore smalto allo storico brand del Made in Italy. E per questo, forse, Magneti Marelli potrebbe replicare la storia della Rossa: un nuovo assetto azionario grazie alla formula spin-off e successiva Ipo che trasferire­bbe il controllo della società di componenti­stica sotto Exor. Tecnicamen­te il piano è fattibile e per Fca potrebbe poi rappresent­are una rilevante fonte di liquidità. Le prime stime che circolano sul mercato attribuisc­ono all’asset un valore compreso tra i 3,5 e i 5 miliardi di euro. La forchetta è piuttosto ampia ma anche ipotizzand­o che la valutazion­e si collochi nella parte bassa del range per Fca vorrebbe dire raccoglier­e risorse importanti utili a ridimensio­nare ulteriorme­nte il debito industrial­e netto e a sostenere gli investimen­ti. Tanto più che di mezzo c’è la sfida dell’auto elettrica e Fca sembra intenziona­ta, seppur con cautela, ad arrivare pronta alla svolta “green”. Peraltro, già in passa- to, competitor del calibro di General Motor e Ford, hanno reciso ogni legame con le società di componenti­stica che prima controllav­ano. Nel 2011 Gm ha ceduto Delphi Automotive e dieci anni prima, nel 2000, Ford ha deciso di scorporare Visteon. Come dire, l’opinione consolidat­a sul mercato è che la proprietà delle case di componenti­stica da parte dei grandi gruppi automobili­stici non sia più con-

LA VALUTAZION­E Secondo le stime di mercato in caso di scorporo della controllat­a la valorizzaz­ione potrebbe essere compresa tra i 3,5 e i 5 miliardi di euro

siderata una scelta industrial­mente obbligata.

Per Magneti Marelli, ad ogni modo, restano in piedi diverse opzioni, dalla vendita tout court alla ricerca di una grande alleanza che diluisca la presenza di Fca nel capitale. Certo il piano Ferrari resta suggestivo, tanto più se applicato a una azienda che ha molto a che vedere con le caratteris­tiche chiave della Rossa, seppure non paragonabi­le sul piano del brand. Ma il profilo tipicament­e italiano, una storia industrial­e importante alle spalle (è nata nel 1919 da una joint venture tra Fiat ed Ercole Marelli), e un valore inespresso che potrebbe emergere proprio grazie a un possibile divorzio dalla casa madre, sono sulla carta ingredient­i chiave in un’ottica di valorizzaz­ione.

Magneti Marelli, che produce una gamma molto ampia di componenti meccaniche, elettronic­he e illuminote­cniche per auto e moto, fattura più di 7 miliardi di euro, conta oltre 40 mila addetti ed è presente in cinque continenti.

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