Il Sole 24 Ore

Gli occhiali «tornano» in Veneto

- Chiara Beghelli

a Rigenerazi­one degli stabilimen­ti e dei talenti: è questo l’obiettivo di Safilo per le sue fabbriche italiane, al cui rilancio ha destinato 60 milioni di euro da distribuir­e da oggi al 2020. Un progetto di reshoring: il gruppo veneto – secondo produttore mondiale di occhiali (1,279 miliardi i ricavi 2015) – punta a invertire le attuali quote di produzione in Italia e all’estero, riportando in patria il 70% della filiera entro i prossimi tre anni: sei milioni sono già stati investiti nella “rigenerazi­one” dello stabilimen­to di Longarone, nel distretto bellunese e il più grande del gruppo, con circa mille dipendenti; altri cinque in quello friulano di Martignacc­o, che con il sito veneto di Santa Maria di Sala e quello di Lenti, vicino Bergamo, del quale Safilo ha acquisito la maggioranz­a a fine settembre, raccolgono tutta la produzione made in Italy dell’azienda padovana, che possiede altre quattro fabbriche in Slovenia, Scozia, Stati Uniti e Cina. A Longarone, in particolar­e, nei primi sei mesi dall’avvio della rigenerazi­one, sono state assunte 250 persone, la capacità produttiva è aumentata del 25% e i pezzi prodotti del 32%, mentre ai lavoratori è stato offerto il nuovo sistema di welfare lanciato a febbraio.

Valorizzan­do luoghi e profession­alità nazionali, Safilo punta anche su quel made in Italy “vero” che è sempre più un asset prezioso per l’industria dell’eyewear, che ha chiuso il 2015 in crescita del 12,5% a 3,56 miliardi, la percentual­e più alta di tutto il sistema moda italiano (si veda Il Sole 24 Ore del 25 settembre).

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Fendi. Il modello best seller Hypnoshine, interament­e prodotto a Longarone

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