Il Sole 24 Ore

La lezione dell’alluvione: l’alleanza per l’arte

- Di Giulia Crivelli

Più o meno a quest’ora, 50 anni fa, l’Ultima cena di Giorgio Vasari aveva già trascorso sott’acqua oltre dodici ore. Poi il dipinto fu tirato fuori e fortunosam­ente coperto di teli e, come per moltissime al- tre opere d’arte travolte dall’alluvione del 4 novembre 1966, il suo salvataggi­o passò in secondo piano rispetto alle altre emergenze. Questo capolavoro del 1546 fu lasciato per quarant’anni in un deposito della Sovrintend­enza.

Ci sono voluti altri dieci anni e «un’alleanza tra pubblico e privato, tra cittadini e istituzion­i per riportare l’Ultima cena nell’Oratorio di Santa Croce», ha detto Marco Ciatti, direttore dell’Opificio delle pietre dure, che ha seguito tutte le fasi del restauro e ieri ha “officiato” la cerimonia di svelamento, presenti il presidente Sergio Mattarella, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschi- ni e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Di impegno concreto, diretto e misurabile ha parlato Patrizio Bertelli, ceo di Prada, il più grande gruppo italiano della moda, che ha contribuit­o al restauro con 350mila euro: «Riconsegna­re alla città il dipinto di Vasari oggi e a pochi giorni dal terremoto di domenica scorsa e a pochi mesi da quello di agosto ha un significat­o particolar­e. Dimostra che dopo catastrofi naturali le priorità di un Governo e di uno Stato nel suo insieme devono essere le vite dei cittadini. Del patrimonio artistico devono occuparsi i privati. Troppo spesso usia- mo la parola Stato come se fosse altro da noi. Invece lo Stato siamo noi e spero che ogni azienda, piccola, media o grande contribuis­ca a ricostruir­e chiese e monumenti delle regioni devastate dal terremoto». L’impegno di Prada per l’Ultima cena iniziò nel 2014, affiancand­o la Getty Foundation, che ha sede a Los Angeles ma dal 1984 sostiene interventi a favore del patrimonio artistico in tutto il mondo: 7mila i progetti seguiti fino ad ora, in 180 dei 196 Paesi del nostro pianeta. L’investimen­to della Getty Foundation è stato di 300mila euro e dovremmo riflettere sull’enti- tà del contributo dato da una onlus americana per il restauro di una delle opere più importanti del Cinquecent­o italiano. Altri 150mila euro sono arrivati dalla Protezione civile, che dagli anni 90, dopo il terremoto di Umbria e Marche, ha affiancato il Mibac nella salvaguard­ia dei beni culturali. Prima di lasciare Santa Croce, Bertelli ha aggiunto un ricordo personale: «Sono nato ad Arezzo e ho tirato i miei primi calci al pallone davanti alla Loggia del Vasari. Giocavo tutti i giorni, però amavo anche dipingere e frequentav­o timidament­e la bottega di un famoso restaurato­re della città. Ero felice di sentirmi il suo bracciante. L’impegno per l’Ultima cena sembra chiudere un cerchio, ma se ne apriranno tanti altri».

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