Ape volontaria, «costo» fra 2 e 5,5%
Padoan: dal 2014 tasse giù per 23,5 miliardi, manovra da 26,7 miliardi
L’Ape volontaria avrà un «costo» tra 2 e 5,5%. Sgravi più robusti su produttività. Il ministro Padoan conferma: manovra da 26,7 miliardi, dal 2014 tasse giù per 23,5 miliardi. Istat: l’economia non accelera.
pLa manovra 2017 «amplia le possibilità di accedere alla pensione senza compromettere la stabilità del sistema nel lungo periodo», e mette in campo spese «superiori allo 0,2% del Pil» per affrontare un fenomeno migratorio in crescita costante «a beneficio dell’Italia e dell’Europa». Il tutto in un contesto internazionale complicato da due fattori: l’agitazione dei mercati ha frenato le privatizzazioni che secondo il governo avrebbero iniziato a far scendere l’indebitamento, e lo spread torna a riaccendersi anche per «i timori che si interrompa l’azione del governo».
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan coglie l’occasione delle audizioni sulla manovra alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per rispondere a una serie di critiche che hanno accompagnato la presentazione di decreto fiscale e disegno di legge. Il richiamo alla «stabilità di lungo periodo» del sistema previdenziale risponde agli allarmi sulla maggior spesa, a partire da quelli del presidente dell’Inps Tito Boeri. Anche sull’Ape, cioè l’anticipo pensionistico che riserva la versione senza oneri a una serie di categorie tutelate, il ministro si dice «ottimista» sul suo «impatto positivo», anche se occorre ovviamente attendere le scelte dei diretti interessati per misurarne l’efficacia.
Sull’immigrazione, che insieme alle spese eccezionali per la ricostruzione e la prevenzione antisismica sono al centro del confronto con l’Europa, il problema nasce dai «rischi concreti» di una «dina- mica ancora crescente» del fenomeno, dopo che nel 2016 l’Italia ha già salvato oltre 160mila persone, vale a dire un numero superiore a quello raggiunto in tutto il 2015 e più che triplo rispetto al 2013. A questo obiettivo nel 2017 saranno dedicati 3,8 miliardi, e Roma chiede a Bruxelles di scomputarne almeno 2,8 invece dei 500 milioni già in via di riconoscimento europeo. 7 Le clausole di salvaguardia sono le norme di copertura finanziaria (negli ultimi anni aumenti di Iva e accise) inserite nelle manovre e destinate a scattare nel caso in cui non si realizzi (o si realizzi soltanto in parte) l'effetto di una misura che dovrebbe produrre maggiori entrate o minori uscite. Nella manovra 2017 è previsto un nuovo rinvio degli aumenti di Iva e accise da 15,4 miliardi legato alle clausole di salvaguardia
Ma il passaggio parlamentare di Padoan ha puntato a ribadire l’impostazione complessiva della manovra, instradata su quello che il ministro dell’Economia definisce «un equilibrio difficile tra azione espansiva e consolidamento». Tradotto in numeri, l’equilibrio vale 26,7 miliardi per il 2017 (come dettagliato sul Sole 24 Ore del 2 novembre), divisi fra 16,5 miliardi di minori entrate e 10,2 miliardi di aumenti di spesa. Sul primo versante, il ruolo di gran lunga dominante è giocato dal nuovo rinvio degli aumenti di Iva e accise da 15,4 miliardi legato alle clausole di salvaguardia, che nell’ottica di Padoan si inserisce però nella linea aperta con il bonus da 80 euro, i tagli all’Irap e quelli all’Ires in arrivo e che portano la tassazione 2017 a quota 23,5 miliardi sotto quella del 2014. Sulla spesa gli stanziamenti sono divisi fra misure “sociali” e investimenti; questi ultimi, fra Pa centrale ed enti territoriali, contano su stanziamenti che il ministro indica in «4 miliardi nel 2017, 7 nel 2018 e 7,2 nel 2019», anche se in termini di indebitamento il peso sull’anno prossimo si ferma a 2,5 miliardi.
Sul versante dei contratti pubblici, Padoan rivendica lo stanziamento da 1,9 miliardi dopo anni di blocco dei contratti, ma i sindacati respingono al mittente l’indicazione: la somma, che comprende anche i 300 milioni già stanziati l’anno scorso ma non utilizzati, va divisa fra contratti, assunzioni e conferma del bonus da 80 euro per militari e polizia, con il risultato che i fondi per i rinnovi continuano a essere giudicati «del tutto insufficienti».
EMERGENZA MIGRANTI «Rischi concreti di una dinamica ancora crescente». A questo obiettivo nel 2017 saranno dedicati 3,8 miliardi