Erdogan taglia i ponti con l’Europa e l’Occidente
Tra i dodici incarcerati Demirtas, presidente del partito d’opposizione Hdp
La democrazia è un tram, va avanti fino a quando vogliamo noi, poi scendiamo, ha detto tempo fa Erdogan. La Turchia è in guerra, dentro e fuori, non solo con le armi ma anche con le idee. Ha un uomo al comando, Erdogan, ma è sfuggita al controllo allontanandosi dall’Unio- ne e dalla Nato. Un Paese nell’Alleanza atlantica, con 23 basi e armi nucleari tattiche, che in Siria fa accordi con Putin contro i curdi, che concede di malavoglia Incirlik contro l’Isis, che accusa gli americani di avere ispirato il golpe fallito del 15 luglio.
È una sfida all'Europa, alle sue istituzioni e ai valori di democrazia e tolleranza. Siamo di fronte all’ennesima retata delle autorità turche contro politici curdi di opposizione nell’ambito di un’inchiesta antiterrorismo utilizzando la controversa legge che l’Unione europea ritiene troppo ambigua e che se non verrà modificata bloccherà ogni possibilità di eliminare i visti per i cittadini turchi diretti in Europa.
I leader curdi, Selahattin Demirtas (detto l’Obama curdo) e la sua vice Figen Yuksekdag, entrambi eletti in Parlamento, sono stati arrestati nella notte dai gendarmi di Erdogan. La capitale ufficiosa curda della Turchia, Diyarbakir, da settimane senza il suo sindaco Gultan Kisanak, perché in arresto, è stata colpita da un’autobomba (inizialmente at- tribuita dal Governo al Pkk ma poi rivendicata dall’Isis), con 11 vittime e centinaia di feriti fra poliziotti e civili. I social network, da You Tube, Facebook a Twitter sono stati bloccati. «Siamo di fronte a un altro stadio del colpo di stato civile in corso sotto la guida del governo e del Palazzo (del presidente Recep Tayyip Erdogan, ndr)», ha fatto sapere Demirtas dal carcere. Un canale di cartoni animati in lingua curda è stato bloccato mentre trasmetteva “Tom e Jerry”.
Per l’Europa è un «segnale spaventoso» che «compromette la democrazia parlamentare», ha detto il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz. La Turchia rischia il caos dopo la infausta decisione delle autorità di togliere l’immunità parlamentare a 50 dei 59 deputati curdi, mettendo 12 loro figure di spicco in carcere sotto l’accusa di «terrorismo» e di legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Demirtas stesso deve affrontare 102 procedimenti giudiziari per un totale di 500 anni di carcere cumulativo. Lo scorso 20 maggio il Parla- mento aveva cancellato l’immunità di 50 deputati nel tentativo di ridurre il numero di parlamentari dell’Hdp in Parlamento e così raggiungere la maggioraza necessaria per poter approvare la riforma presidenzialista. Nel caso di arresto di un parlamentare e decadenza del seggio non entra il secondo candidato non eletto della stessa lista ma si va a un voto suppletivo dove il partito di Erdogan spera di far man bassa dopo le purghe a giornali e tv.
Nel mirino i due co-presidenti del Partito democratico dei popoli (Hdp), formazione che alcuni definiscono simile al partito greco Syriza, sono stati arrestati nella notte: Demirtas a casa a Diyarbakir, e la Yuksekdag nella capitale Ankara. I loro arresti sono stati convalidati nel primo pomeriggio. L’ordine di detenzione ha riguardato anche altri dieci deputati dell’Hdp. Demirtas era indagato dalla procura di Diyarbakir, città della Turchia sudorientale, anche per aver «insultato le istituzioni dello Stato, per aver istigato apertamente a commettere un crimine» e per aver «diffamato il presidente Recep Tayyip Erdogan». In realtà Demirtas non fa altro che il suo dovere di parlamentare dell’opposizione.
In una dichiarazione congiunta, l’Alto rappresentante Federica Mogherini e il commissario Johannes Hahn hanno espresso la «profonda preoccupazione» dell’Unione europea. «Ci aspettiamo che la Turchia salvaguardi la sua democrazia parlamentare, incluso il rispetto per i diritti umani». Per il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz è un «segnale spaventoso sulle condizioni del pluralismo politico in Turchia», le ultime iniziative del governo di Ankara «mettono in discussione la sostenibilità delle relazioni tra Ue e Turchia». Il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, si è detto «preoccupato per l’arresto di Demirtas e altri deputati Hdp in Turchia. L’Italia chiede rispetto diritti opposizione parlamentare».
«Profondamente turbati», ha scritto Tom Malinowski, incaricato del dipartimento di Stato Usa per i diritti umani. «Quando le democrazie attaccano rappresentanti eletti devono giustificare le loro azioni e preservare la fiducia nel sistema giudiziario», ha aggiunto.
AUTOBOMBA A DIYARBAKIR Poche ore dopo la retata un attentato nella città del Kurdistan turco fa 11 morti e centinaia di feriti. In serata la rivendicazione dell’Isis