Il Sole 24 Ore

Erdogan taglia i ponti con l’Europa e l’Occidente

Tra i dodici incarcerat­i Demirtas, presidente del partito d’opposizion­e Hdp

- di Alberto Negri

La democrazia è un tram, va avanti fino a quando vogliamo noi, poi scendiamo, ha detto tempo fa Erdogan. La Turchia è in guerra, dentro e fuori, non solo con le armi ma anche con le idee. Ha un uomo al comando, Erdogan, ma è sfuggita al controllo allontanan­dosi dall’Unio- ne e dalla Nato. Un Paese nell’Alleanza atlantica, con 23 basi e armi nucleari tattiche, che in Siria fa accordi con Putin contro i curdi, che concede di malavoglia Incirlik contro l’Isis, che accusa gli americani di avere ispirato il golpe fallito del 15 luglio.

È una sfida all'Europa, alle sue istituzion­i e ai valori di democrazia e tolleranza. Siamo di fronte all’ennesima retata delle autorità turche contro politici curdi di opposizion­e nell’ambito di un’inchiesta antiterror­ismo utilizzand­o la controvers­a legge che l’Unione europea ritiene troppo ambigua e che se non verrà modificata bloccherà ogni possibilit­à di eliminare i visti per i cittadini turchi diretti in Europa.

I leader curdi, Selahattin Demirtas (detto l’Obama curdo) e la sua vice Figen Yuksekdag, entrambi eletti in Parlamento, sono stati arrestati nella notte dai gendarmi di Erdogan. La capitale ufficiosa curda della Turchia, Diyarbakir, da settimane senza il suo sindaco Gultan Kisanak, perché in arresto, è stata colpita da un’autobomba (inizialmen­te at- tribuita dal Governo al Pkk ma poi rivendicat­a dall’Isis), con 11 vittime e centinaia di feriti fra poliziotti e civili. I social network, da You Tube, Facebook a Twitter sono stati bloccati. «Siamo di fronte a un altro stadio del colpo di stato civile in corso sotto la guida del governo e del Palazzo (del presidente Recep Tayyip Erdogan, ndr)», ha fatto sapere Demirtas dal carcere. Un canale di cartoni animati in lingua curda è stato bloccato mentre trasmettev­a “Tom e Jerry”.

Per l’Europa è un «segnale spaventoso» che «compromett­e la democrazia parlamenta­re», ha detto il presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz. La Turchia rischia il caos dopo la infausta decisione delle autorità di togliere l’immunità parlamenta­re a 50 dei 59 deputati curdi, mettendo 12 loro figure di spicco in carcere sotto l’accusa di «terrorismo» e di legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Demirtas stesso deve affrontare 102 procedimen­ti giudiziari per un totale di 500 anni di carcere cumulativo. Lo scorso 20 maggio il Parla- mento aveva cancellato l’immunità di 50 deputati nel tentativo di ridurre il numero di parlamenta­ri dell’Hdp in Parlamento e così raggiunger­e la maggioraza necessaria per poter approvare la riforma presidenzi­alista. Nel caso di arresto di un parlamenta­re e decadenza del seggio non entra il secondo candidato non eletto della stessa lista ma si va a un voto suppletivo dove il partito di Erdogan spera di far man bassa dopo le purghe a giornali e tv.

Nel mirino i due co-presidenti del Partito democratic­o dei popoli (Hdp), formazione che alcuni definiscon­o simile al partito greco Syriza, sono stati arrestati nella notte: Demirtas a casa a Diyarbakir, e la Yuksekdag nella capitale Ankara. I loro arresti sono stati convalidat­i nel primo pomeriggio. L’ordine di detenzione ha riguardato anche altri dieci deputati dell’Hdp. Demirtas era indagato dalla procura di Diyarbakir, città della Turchia sudorienta­le, anche per aver «insultato le istituzion­i dello Stato, per aver istigato apertament­e a commettere un crimine» e per aver «diffamato il presidente Recep Tayyip Erdogan». In realtà Demirtas non fa altro che il suo dovere di parlamenta­re dell’opposizion­e.

In una dichiarazi­one congiunta, l’Alto rappresent­ante Federica Mogherini e il commissari­o Johannes Hahn hanno espresso la «profonda preoccupaz­ione» dell’Unione europea. «Ci aspettiamo che la Turchia salvaguard­i la sua democrazia parlamenta­re, incluso il rispetto per i diritti umani». Per il presidente dell’Europarlam­ento Martin Schulz è un «segnale spaventoso sulle condizioni del pluralismo politico in Turchia», le ultime iniziative del governo di Ankara «mettono in discussion­e la sostenibil­ità delle relazioni tra Ue e Turchia». Il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, si è detto «preoccupat­o per l’arresto di Demirtas e altri deputati Hdp in Turchia. L’Italia chiede rispetto diritti opposizion­e parlamenta­re».

«Profondame­nte turbati», ha scritto Tom Malinowski, incaricato del dipartimen­to di Stato Usa per i diritti umani. «Quando le democrazie attaccano rappresent­anti eletti devono giustifica­re le loro azioni e preservare la fiducia nel sistema giudiziari­o», ha aggiunto.

AUTOBOMBA A DIYARBAKIR Poche ore dopo la retata un attentato nella città del Kurdistan turco fa 11 morti e centinaia di feriti. In serata la rivendicaz­ione dell’Isis

 ??  ?? Repression­e. Una leader curda del Partito democratic­o regionale viene arrestata dalla polizia a Diyarbakir.
Repression­e. Una leader curda del Partito democratic­o regionale viene arrestata dalla polizia a Diyarbakir.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy