Il Sole 24 Ore

Telecom batte le stime con utili a +43%, ma il titolo cala

Pesa l’effetto realizzi sul titolo che chiude in calo in Borsa

- Di Antonella Olivieri

Torna a crescere il fatturato di Telecom. Nel terzo trimestre i ricavi consolidat­i (+1,4%) sono stati pari a 4,8 miliardi di euro (con il fatturato in Italia che cresce dell’1%). In Borsa il titolo, nonostante i risultati migliori delle attese, ha perso il 2,66% a 0,75 euro.

pTelecom rispetta le attese, o meglio, batte le stime di consensus degli analisti, con un trimestre che, per quanto riguarda il mercato domestico su cui il gruppo è concentrat­o, è stato il migliore dal 2007 (+1% i ricavi, +7,9% l’Ebitda). I ricavi consolidat­i sono tornati a crescere, attestando­si a 4,8 miliardi (+1,4%). L’Ebitda è aumentato dell’8,5% a 2,2 miliardi. L’utile netto è salito del 42,8% a 477 milioni. L’indebitame­nto finanziari­o netto si è ridotto di 779 milioni dal 30 giugno, calando a 26,7 miliardi. Eppure in Borsa, da quando a metà giornata sono stati diffusi i risultati, il titolo ha iniziato a cedere terreno per finire la seduta in calo del 2,66% a 0,75 euro. Con l’effetto “estetico” di offuscare i buoni nu- meri del lavoro prodotto in azienda. Val la pena di partire dalla coda. Proprio sulla base delle attese di un buon trimestre - attese corroborat­e dall’ottimismo del management, di cui diversi report davano conto - nelle settimane scorse si sono registrati posizionam­enti importanti di grossi investitor­i sul titolo. Acquisti che hanno contrastat­o l’effetto tecnico del flusso di vendite innescato dalla prossima scadenza del convertend­o, con le venti sedute - dal 13 ottobre scorso al prossimo 10 novembre - interessat­e dalla rilevazion­e delle quotazioni per determinar­e il prezzo di conversion­e del bond, che sarà comunque compreso nell’intervallo prefissato di 0,6801 e 0,8331.

Il primo giorno di rilevazion­e per il prezzo di conversion­e del bond, infatti, le quotazioni di Telecom erano scese fino a un minimo di 0,6735 euro. Ma invece di subire l’effetto tecnico del convertend­o, in teoria negativo, il titolo si è mosso al rialzo. Tant’è che dal minimo di seduta del 13 ottobre alla vigilia dell’annuncio dei risultati, giovedì, il titolo ha guadagno 10 centesimi, vale a dire circa il 15% in poco più di tre settimane.

Alcuni investitor­i sono usciti allo scoperto. Il 21 ottobre BlackRock e, a ruota, il 24 ottobre Bofa-Merrill Lynch hanno denunciato di avere superato la soglia del 5%. Secondo stime di mercato BlackRock, che aveva anche investito nel convertend­o tre anni fa, avrebbe in sostanza raddoppiat­o la sua esposizion­e recente. Bofa l’avrebbe addirittur­a quintuplic­ata. Probabilme­nte si tratta della punta dell’iceberg, perchè molti altri investitor­i avranno approfitta­to dei prezzi a saldo di inizio ottobre per prendere posizione sui risulta- ti del trimestre, seguendo poi la vecchia logica del “buy on rumor, sell on news”, compra sulle voci, vendi sulla notizia.

Nulla a che fare con i fondamenta­li, se questa ricostruzi­one è corretta. I dati del trimestre, di fatto, evidenzian­o il risultato dell’azione managerial­e, impostata dal nuovo ad Flavio Cattaneo, in carica da fine marzo. Do- po i due trimestri iniziali di ricavi in calo - -12,1% a gennaio-marzo, -7,7% a aprile-giugno - il ritorno al segno + è una buona notizia. I ricavi consolidat­i sono infatti cresciuti dell’1,4% a 4,8 miliardi, di cui 3,8 miliardi realizzati in Italia, dove la crescita è stata dell’1% . L’Ebitda di gruppo si è attestato a 2,2 miliardi (+8,5%), di cui 1,8 miliardi relativi al mercato domestico (+7,9%). Il Brasile ha arrestato il calo, segnando nel terzo trimestre un leggero incremento dell’Ebitda, +0,5%, che si confronta con il -15% del primo trimestre e il -6,7% del secondo.

Nei primi nove mesi, dunque, i ricavi si sono attestati a 13,9 miliardi (-3,7% a livello organico), L’Ebitda a 5,9 miliardi (+6,9% sempre a livello organico), l’Ebit a 2,8 miliardi (+1,6%), mentre l’utile di spettanza della controllan­te è stato di 1,5 miliardi rispetto alla perdita di 0,4 miliardi nello stesso periodo 2015.

Quanto all’indebitame­nto finanziari­o netto, sceso a 26,7 miliardi, il migliorame­nto è di oltre mezzo miliardo rispetto ai 27,27 miliardi di fine 2015. La dinamica si spiega con le seguenti voci: l’apporto di 1,9 miliardi di free cash-flow e 688 milioni derivanti dalla cessione di Telecom Argentina e dall’ultima tranche della vendita delle torri in Brasile, dal lato positivo; 990 milioni di interessi, 117 milioni di tasse cash, 227 di dividendi, 171 di effetto relativo allo Ias 17, 545 milioni di altre voci (rinegoziaz­ione di contratti di leasing, effetto di contenzios­i e questioni regolatori­e, effetti legati al cambio del real) dal lato negativo.

Per l’intero esercizio si conferma l’obiettivo di «crescita organica low single digit per l’Ebitda domestico». Mentre il presidente Giuseppe Recchi sottolinea che sono stati conseguiti «risultati in anticipo rispetto alle attese», e l’ad Flavio Cattaneo sottolinea che sono già stati «centrati gli obiettivi di copertura, sia nel fisso, sia nel mobile, per l’intero 2016».

Poi si potrà discutere se l’azione di efficienta­mento sia sufficient­e a risollevar­e le quotazioni del titolo oltre il livello di 1 euro, che aveva raggiunto e superato sotto la spinta degli acquisti di Vivendi, quando ancora, dopo un anno, non è chiaro il progetto per Telecom del nuovo azionista di riferiment­o francese.

Come di consueto, Asati, l’associazio­ne dei piccoli azionisti/ dipendenti, ha fatto le sue osservazio­ni, sottolinea­ndo che «è necessario anche intervenir­e sensibilme­nte su ricavi, debito, clima del personale e rapporti con le istituzion­i».

IN BORSA Prezzo finale in calo del 2,66% a 0,75 euro - L’effetto convertend­o e “buy on rumor, sell on news” sulle posizioni impostate a ottobre

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