Il Sole 24 Ore

«Manovra che punta allo sviluppo, aiuta a recuperare il terreno perduto»

- Nicoletta Picchio

pUn «impulso alla crescita», una legge di bilancio che pur non essendo «tecnicamen­te espansiva» evita «una restrizion­e annunciata» e cioè l’aumento dell’Iva per un punto di Pil e comunque riesce a ridurre il deficit dal 2,4% del Pil di quest’anno al 2,3% nel 2017, mantentend­o sostanzial­mente per il 2019 l’obiettivo del pareggio di bilancio. Marcella Panucci, davanti alle Commission­i Bilancio di Camera e Senato, ha esposto l’analisi di Confindust­ria sulla manovra. È un giudizio sostanzial­mente positivo, in quanto si tratta di una «manovra di sviluppo». Il contesto internazio­nale rimane ancora di debole crescita, ha esordito nell’audizione il direttore generale di Confindust­ria. L’Italia è «faticosame­nte uscita dalla seconda recessione, ci sono deboli prospettiv­e di crescita, il Pil avanza a passo lento e incerto», ha detto la Panucci, sottoliena­ndo comunque che l’andamento della produzione industrial­e i n ottobre, +0,7%, apre prospettiv­e favorevoli per la seconda parte dell’anno. La manovra «grazie anche alla sua composizio­ne appare in grado di aiutare il paese a recuperare il terreno perduto».

Ciò non toglie che ci siano alcune criticità: sulle coperture, sulla spending review, sulle disparità che vengono da una «nuova salvaguard­ia pensionist­ica diretta ad ulteriori 27.700 soggetti», creando appunto disparità di trattamen- to. In particolar­e sulle coperture Confindust­ria ha criticato il dietro-front sul recupero dell’Iva sui crediti non riscossi previsto dal Dl fiscale, non solo per gli impatti negativi sulla finanza d’impresa, ma perché «questo tipo di interventi minano la fiducia». Sulla spending review le misure contenute «affinano istituti già esistenti, ma appaiono complessiv­amente poco incisive. L’unico ambito di intervento sono gli acquisti centralizz­ati di beni e servizi. Mancano invece misure innovative ed efficaci, in grado di coinvolger­e trasversal­mente i molteplici apparati pubblici».

Comunque «complessiv­amente il provvedime­nto coglie l’opportunit­à di rafforzare la debole crescita economica», ha detto il direttore generale di Confindust­ria. Si è intervenut­i su tre nodi di sviluppo: produttivi­tà, rilancio degli investimen­ti pubblici e privati, crescita dimensiona­le delle imprese. Sulla produttivi­tà Confindust­ria aveva chiesto di rafforzare gli incentivi allo scambio salario-produttivi­tà, che si realizza nella contrattaz­ione di secondo livello, po- tenziando e ampliando la detassazio­ne dei premi di risultato. L’innalzamen­to delle soglie di accesso è un passo importante per eliminarle, ha sollecitat­o la Panucci, e quindi includere tutte le categorie di lavoratori. Sul capitolo investimen­ti sono particolar­mente rilevanti gli interventi per stimolare gli investimen­ti privati. Bisogna dare il via dai prossimi mesi al piano 4.0; sulla nuova Sabatini e sui superammor­tamenti secondo la Panucci sarebbe opportuna una proroga e fissare la scadenza degli incentivi al 31 dicembre 2018.

Per quanto riguarda la crescita dimensiona­le delle imprese, un passaggio importante perché «l’industria del futuro richiede dimensioni adeguate», vanno nella giusta direzione i Pir, che dovrebbero essere rafforzati, sia il rifinanzia­mento del Fondo di garanzia per le Pmi. «Delude» l’assenza di misure per rafforzare il ruolo del Fondo a sostegno delle Pmi manifattur­iere più strutturat­e, che sono quelle su cui puntare per trainare la crescita: andrebbe alzato da 2,5 a 5 milioni l’importo massimo garantibil­e per ogni singola impresa ed estesa l’operativit­à alle aziende fino a 499 dipendenti. Sulla patrimonia­lizzazione delle Pmi manca un intervento specifico: un bonus alla capitalizz­azione è un correttivo per riequilibr­are l’incidenza del taglio all’Ace e comportere­bbe un onere per la finanza pubblica molto limitato.

IL NODO COPERTURE «Sulla spending review le misure affinano istituti già esistenti ma appaiono complessiv­amente poco incisive»

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