Corruzione, arrestato il presidente Ance Firenze
pUn arresto in flagranza di reato e un’indagine ancora in corso con sviluppi ancora da capire. È quanto accaduto a Firenze la notte del 3 novembre e anticipato ieri dalla stampa locale: il presidente dell’Ance Firenze, Stefano Fani, è stato arrestato dalla Guardia di finanza perché ripreso da telecamere nascoste a pagare una tangente da 2.850 euro ad un funzionario del provveditorato alle Opere pubbliche, Francesco Saverio Marino.
Il reato è evidentemente la corruzione, ma al momento non è chiaro se si tratti di una mazzetta per un appalto ancora da ottenere, per uno già ottenuto oppure per l’avanzamento dei lavori. O, ancora, se si possa trattare di una “rata” di un pagamento più ingente. Anche il funzionario è finito in custodia cautelare. Da lunedì ci saranno gli interrogatori di garanzia e le decisioni del gip.
Fani è titolare di un’azienda, la Sire, considerata abbastanza florida, e che nel tempo si è occupata di restauri di pregio di opere monumentali e di palazzi a Firenze (tra cui un’ex caserma). Oltre a essere presidente dell’Associazione dei costruttori fiorentini dal 2014, è anche membro del consiglio direttivo di Confindustria Firenze. Negli ambienti confindustriali si parla di lui come di un «insospettabile», e lo dimostrerebbe anche il dono istituzionale ricevuto dal premier Matteo Renzi, all’epoca sindaco di Firenze, che gli regalò il Fiorino, riconoscimento della città. Nel giugno scorso il presidente di Confindustria Firenze Massimo Messeri aveva affidato a Fani la delega per il progetto della città metropolitana.
Le indagini sono coordinate dal procuratore Christine von Borries, ma al momento c’è massimo riserbo. Le telecamere nascoste sono state poste per mesi negli uffici del provveditorato, che oltre alla Toscana copre anche i territori dell’Umbria e delle Marche, segno di un’attenzione degli inquirenti soprattutto per le attività della stazione appaltante.
Al fermo avrebbero fatto seguito alcune perquisizioni, che avrebbero permesso agli inquirenti di acquisire elementi utili alle indagini (documenti, computer, cellulari).
Si suppone che le Fiamme gialle stiano ricostruendo un flusso di denaro più consistente, che potrebbe vedere più persone coinvolte.