Il Sole 24 Ore

Filiera controllat­a per il calcetto

- Matteo Meneghello

pNessun rischio dall’utilizzo di gomma da riciclo di pneumatici fuori uso per i campi da calcio artificial­i, a patto che la materia prima provenga da fonti controllat­e e tracciate. Queste le conclusion­i di un recente studio di Ecopneus (è la società senza scopo di lucro tra i principali gestori degli pneumatici fuori uso in Italia) sulla sicurezza negli impianti sportivi.

Oggi molti campi da gioco sono costituiti da tappeti di fili di erba sintetica, mantenuti in posizione verticale da un «intaso» di sabbia e granuli elastici di varia natura. Spesso a questo scopo si utilizza gomma riciclata da pneumatici fuori uso (Pfu): la presenza della gomma garantisce un migliore comfort di gioco e una maggiore durata dell’erba sintetica, inoltre permettere di abbattere l’impatto ambientale, riducendo il consumo di materie vergini derivanti da ricorse non rin- novabili. La gomma riciclata ha inoltre la stessa composizio­ne chimica degli pneumatici nuovi, poichè deriva da un processo di frantumazi­one, senza additivi.

L’utilizzo di intasi di questo tipo è stato però più volte contestato in passato per il sospetto che alcune sostanze considerat­e tossiche contenute in componenti della gomma vulcanizza­ta (come gli ipa, idrocarbur­i policiclic­i aromatici) potessero migrare dai granuli di gomma ai giocatori, attraverso il contatto con la pelle o per inalazione. Per indagare in merito a possibili rischi per la salute, Ecopneus ha avviato nel 2014 una serie di studi e analisi scienti- fiche. Lo studio ha permesso la caratteriz­zazione chimica e tossicolog­ica della gomma riciclata da diverse tipologie di Pfu: in 5 diversi impianti ne sono stati classifica­ti quasi 4mila, in base all’età e al paese di provenienz­a. Il contenuto di Ipa nella gomma è risultato limitato in tutti i campioni analizzati, compreso tra i 5 e i 20 mg/ kg, vale a dire valori da 100 a diecimila volte inferiori al limite previsto per le miscele destinate alla vendita al pubblico.

Per quanto riguarda il rischio di «migrazione», è emerso che una persona esposta quotidiana­mente alla gomma sui campi da giocoper un periodo rilevante della sua vita ha meno di una probabilit­à su un milione di contrarre una patologia anche grave a causa dell’esposizion­e agli Ipa contenuti nell'intaso. «Da tutte le analisi condotte - spiegano i tecnici di Ecopneus - , sia in laboratori­o, sul granulo nero, sia in campo in condizioni reali, su granulo no- bilitato - è emerso un quadro rassicuran­te che conferma l’assenza di rischi significat­ivi per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata da Pfu».

Questo però non impedisce, aggiunge il direttore generale di Ecopneus, Giovanni Corbetta, «pratiche scorrette, quali frantumazi­oni da altre gomme, per esempio da tubi idraulici. Noi chiediamo attenzione alla separazion­e dei flussi e dei lotti, licenze separate per materiale. Serve un severo controllo della filiera».

Lo studio di Ecopneus è stato accolto con favore da ministero dell’Ambiente, dello Sviluppo, della Salute. L’obiettivo è arrivare a un decreto che regolament­i la situazione, oggi normata da autorizzaz­ioni provincial­i. «Stiamo lavorando - aggiunge Corbetta - a una certificaz­ione, un bollino che attraverso letture ottiche permetta la completa tracciabil­ità».

LA SITUAZIONE Al lavoro per definire un quadro regolatori­o a livello nazionale, anche attraverso meccanismi di tracciabil­ità

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