Il Sole 24 Ore

Porto Torres, dalla cig al mercato

- Dav. Ma.

D a aspiranti disoccupat­i destinati ai parcheggi ammortizza­tori sociali a “imprendito­ri”. Padroni della fabbrica e del loro lavoro. Perché, «invece di rassegnars­i è meglio provarci e accettare anche una nuova sfida». Una sfida, giocata sulla propria pelle investendo gli indennizzi e il tfr maturato nel corso degli anni e in esperienze differenti.

Due storie cugine che animano il polo industrial­e di Porto Torres, a pochi chilometri da Sassari, da anni alle prese con una crisi che ha ridotto drasticame­nte il numero di occupati e le attività produttive. Si tratta della Turris Sleeve, start up promossa da ex cassintegr­ati, e della Isolex, coop fondata dai lavoratori della Isolanti italiani che, dopo la costituzio­ne della cooperativ­a e l’affitto del ramo d’azienda hanno acquistato locali e impianti.

Due aziende “cugine”, visitate il 19 ottobre anche dal ministro Poletti, unite dal filo rosso che accomuna chi non si arrende. Come nel caso della Turris Sleeve, 10 soci lavoratori («con gli impianti a regime i lavoratori saranno 19») capitale sociale di un milione e 400mila euro, impegnata nella produzione di sleeve termoretra­ibile, ovvero una fascetta di plastica che ricopre oggetti, servendo da imballaggi­o, etichetta, sigillo di garanzia. «La nostra è una start up fondata da lavoratori cassintegr­ati o in mobilità del petrolchi- mico – spiega Gianluca Tanda, ingegnere informatic­o di 39 anni e presidente della Turris Sleeve – persone che hanno investito nel capitale sociale gli anticipi della mobilità e dopo un percorso particolar­mente importante hanno deciso di rimettersi in gioco accettando la sfida del mercato». Obiettivo del- l’azienda, esportare nei mercati europei ed extraeurop­ei le fascetta di plastica. «Oggi questi materiali sono prodotti in Cina, Giappone, Bielorussi­a e Canada – prosegue Gianluca Tanda che ha alle spalle master a Londra e un passato da amministra­tore di un internet provider – noi cerchiamo di lavorare con una tecnologia d’avanguardi­a presente solamente in pochi centri al mondo». All'orizzonte poi anche una produzione con materiale biodegrada­bile.

A poche centinaia di metri, nella stessa area industrial­e di Porto Torres, l’Isolex. Azienda che produce pannelli in polistiren­e e che a fine del 2015 ha acquistato impianti e locali e ha chiuso il bilancio con un piccolo utile. L’azienda garantisce occupazion­e a 23 lavoratori diretti e altri 23 agenti sparsi per tutta l’Italia. Non solo, uno degli elementi d’orgoglio per i soci e dirigenti è la certificaz­ione di Legambient­e «perché nella produzione si usa l’anidride carbonica e non altri gas».

LA SFIDA Le persone coinvolte nelle due scommesse imprendito­riali hanno deciso di investire indennizzi e tfr per rimettersi in gioco

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