Banche: bene i sostegni al fondo
Al Comitato amministratore i poteri per aumentare l’efficienza dell’ammortizzatore
Il Governo non lascerà sole le banche nell’esodo di lavoratori a cui il settore si prepara e Abi apprezza. Gli aggiornamenti dei piani di alcuni istituti annunciati nelle ultime settimane alzano la contabilità delle uscite e nel contempo richiedono risorse per il Fondo di solidarietà, l’ammortizzatore sociale del credito. Anche alla luce del veto sindacale molto forte su ogni percorso che possa mettere in discussione la volontarietà. Soltanto la settimana scorsa è stato presentato il piano Mps che prevede 3.000 uscite, mentre il presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Mion ha parlato di 1.500 e si è in attesa della presentazione del nuovo piano del gruppo Unicredit e di una soluzione per le quattro good bank.
Nell’ultima bozza della Legge di bilancio il Governo dà la disponibilità a promuovere misure di riduzione del contributo a carico del datore di lavoro per un massimo di 25mila accessi all’assegno straordinario per il sostegno al reddito nel triennio 2017-2019. Il contributo andrebbe, solo in parte, a compensare, il versamento di 200 milioni all’anno con cui le banche alimentano la Naspi di cui non fanno uso, visto che nel settore le uscite sono volontarie e attraverso il Fondo di solidarietà, fi- nanziato dalle banche stesse, con il concorso dei lavoratori.
Sulle misure in materia di lavoro e previdenza il sostegno del Governo per Abi è «apprezzabile», sia per le risorse, sia per la previsione di prolungamento del Fondo a 7 anni perché consentità «di poter affrontare le uscite del personale rese necessarie dalla situazione con la massima attenzione agli impatti sociali, a vantaggio de- gli stessi lavoratori», ha detto ieri nell’audizione alla Camera, il direttore generale di Abi, Giovanni Sabatini. Nella bozza della Legge di Bilancio si parla dell’estensione fino al 2019 della possibilità di accedere alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà per i soggetti che maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento di vecchiaia anticipato nei successivi 7 anni (anziché 5). Questa possibilità è estesa anche al credito cooperativo. A questo si aggiunga però un concorso dello Stato agli oneri sostenuti dal Fondo di solidarietà con riferimento alle imprese o gruppi di imprese coinvolti in processi di ristrutturazione o fusione, interessati da provvedimenti legislativi relativi a processi di adeguamento o riforma per aumentare la stabilità e rafforzarne la patrimonializzazione.
In tutto questo qual è il beneficio per le banche? Ai datori di lavoro è riconosciuto un sostegno nel limite di 174 milioni di euro per l’anno 2017, 224 milioni per l’anno 2018, 139 milioni per l’anno 2019, 87 milioni per l’anno 2020 e 24 milioni per l’anno 2021. Sommando si arriva a 648 milioni di qui al 2021. Un cifra più bassa rispetto a quella versata dalle banche per gli ammortizzatori sociali che non utilizzano - nell’audizione Sabatini ha ricordato i 200 milioni di euro con cui il mondo bancario «alimenta i tradizionali ammortizzatori sociali pubblici ogni anno senza farvi ricorso» -, ma che comunque consentirebbe di allungare la permanenza dei lavoratori nel Fondo di solidarietà. Permanenza che oggi è in media di 3 anni per via dei costi molto elevati dello strumento. Solo per rendere l’idea attraverso un esempio, il gruppo Mps per i 3mila esuberi annunciati nel piano industriale ha previsto un accantonamento di 550 milioni di euro.
Si tratta comunque di una mi- sura apprezzabile su cui Abi avanza però due richieste. La prima è «l’utilizzo delle risorse complessivamente stanziate – ove non fruite nel rispettivo anno di competenza – anche aldilà della loro partizione annuale». La seconda è finalizzata ad aumentare l’efficienza del Fondo. A questo proposito Sabatini, data la specificità del settore del credito auspica l’attribuzione «al comitato amministratore del Fondo di solidarietà della facoltà di adottare linee di indirizzo ed interpretative relative al funzionamento del Fondo stesso, nell’ovvio rispetto del quadro normativo».
Sulla possibilità di riscatto e ricongiunzione attraverso il Fondo di solidarietà di periodi contributivi, Abi ricorda che riguarda non solo i lavoratori in possesso dei requisiti di accesso all’assegno straordinario del Fondo, ma anche coloro che maturano i requisiti attraverso la contribuzione da riscatto/ricongiunzione. Le banche ritengono che la facoltà di riscatto ricongiunzione attraverso il Fondo debba poter riguardare anche i lavoratori che accedano direttamente al trattamento pensionistico obbligatorio, considerato che l’onere è a carico dell’azienda e che sui versamenti c’è un vincolo di destinazione.
LA GESTIONE Il direttore generale Sabatini: le risorse previste consentiranno di affrontare le uscite minimizzando l’impatto sociale