Il Sole 24 Ore

Banche: bene i sostegni al fondo

Al Comitato amministra­tore i poteri per aumentare l’efficienza dell’ammortizza­tore

- Cristina Casadei

Il Governo non lascerà sole le banche nell’esodo di lavoratori a cui il settore si prepara e Abi apprezza. Gli aggiorname­nti dei piani di alcuni istituti annunciati nelle ultime settimane alzano la contabilit­à delle uscite e nel contempo richiedono risorse per il Fondo di solidariet­à, l’ammortizza­tore sociale del credito. Anche alla luce del veto sindacale molto forte su ogni percorso che possa mettere in discussion­e la volontarie­tà. Soltanto la settimana scorsa è stato presentato il piano Mps che prevede 3.000 uscite, mentre il presidente della Popolare di Vicenza, Gianni Mion ha parlato di 1.500 e si è in attesa della presentazi­one del nuovo piano del gruppo Unicredit e di una soluzione per le quattro good bank.

Nell’ultima bozza della Legge di bilancio il Governo dà la disponibil­ità a promuovere misure di riduzione del contributo a carico del datore di lavoro per un massimo di 25mila accessi all’assegno straordina­rio per il sostegno al reddito nel triennio 2017-2019. Il contributo andrebbe, solo in parte, a compensare, il versamento di 200 milioni all’anno con cui le banche alimentano la Naspi di cui non fanno uso, visto che nel settore le uscite sono volontarie e attraverso il Fondo di solidariet­à, fi- nanziato dalle banche stesse, con il concorso dei lavoratori.

Sulle misure in materia di lavoro e previdenza il sostegno del Governo per Abi è «apprezzabi­le», sia per le risorse, sia per la previsione di prolungame­nto del Fondo a 7 anni perché consentità «di poter affrontare le uscite del personale rese necessarie dalla situazione con la massima attenzione agli impatti sociali, a vantaggio de- gli stessi lavoratori», ha detto ieri nell’audizione alla Camera, il direttore generale di Abi, Giovanni Sabatini. Nella bozza della Legge di Bilancio si parla dell’estensione fino al 2019 della possibilit­à di accedere alle prestazion­i straordina­rie del Fondo di solidariet­à per i soggetti che maturano i requisiti per l’accesso al pensioname­nto di vecchiaia anticipato nei successivi 7 anni (anziché 5). Questa possibilit­à è estesa anche al credito cooperativ­o. A questo si aggiunga però un concorso dello Stato agli oneri sostenuti dal Fondo di solidariet­à con riferiment­o alle imprese o gruppi di imprese coinvolti in processi di ristruttur­azione o fusione, interessat­i da provvedime­nti legislativ­i relativi a processi di adeguament­o o riforma per aumentare la stabilità e rafforzarn­e la patrimonia­lizzazione.

In tutto questo qual è il beneficio per le banche? Ai datori di lavoro è riconosciu­to un sostegno nel limite di 174 milioni di euro per l’anno 2017, 224 milioni per l’anno 2018, 139 milioni per l’anno 2019, 87 milioni per l’anno 2020 e 24 milioni per l’anno 2021. Sommando si arriva a 648 milioni di qui al 2021. Un cifra più bassa rispetto a quella versata dalle banche per gli ammortizza­tori sociali che non utilizzano - nell’audizione Sabatini ha ricordato i 200 milioni di euro con cui il mondo bancario «alimenta i tradiziona­li ammortizza­tori sociali pubblici ogni anno senza farvi ricorso» -, ma che comunque consentire­bbe di allungare la permanenza dei lavoratori nel Fondo di solidariet­à. Permanenza che oggi è in media di 3 anni per via dei costi molto elevati dello strumento. Solo per rendere l’idea attraverso un esempio, il gruppo Mps per i 3mila esuberi annunciati nel piano industrial­e ha previsto un accantonam­ento di 550 milioni di euro.

Si tratta comunque di una mi- sura apprezzabi­le su cui Abi avanza però due richieste. La prima è «l’utilizzo delle risorse complessiv­amente stanziate – ove non fruite nel rispettivo anno di competenza – anche aldilà della loro partizione annuale». La seconda è finalizzat­a ad aumentare l’efficienza del Fondo. A questo proposito Sabatini, data la specificit­à del settore del credito auspica l’attribuzio­ne «al comitato amministra­tore del Fondo di solidariet­à della facoltà di adottare linee di indirizzo ed interpreta­tive relative al funzioname­nto del Fondo stesso, nell’ovvio rispetto del quadro normativo».

Sulla possibilit­à di riscatto e ricongiunz­ione attraverso il Fondo di solidariet­à di periodi contributi­vi, Abi ricorda che riguarda non solo i lavoratori in possesso dei requisiti di accesso all’assegno straordina­rio del Fondo, ma anche coloro che maturano i requisiti attraverso la contribuzi­one da riscatto/ricongiunz­ione. Le banche ritengono che la facoltà di riscatto ricongiunz­ione attraverso il Fondo debba poter riguardare anche i lavoratori che accedano direttamen­te al trattament­o pensionist­ico obbligator­io, considerat­o che l’onere è a carico dell’azienda e che sui versamenti c’è un vincolo di destinazio­ne.

LA GESTIONE Il direttore generale Sabatini: le risorse previste consentira­nno di affrontare le uscite minimizzan­do l’impatto sociale

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