Il Sole 24 Ore

Pavia senza aree di crisi

- C.Cas.

Dopo la richiesta del Mise alle Regioni di indicare i comuni le cui imprese potranno concorrere ai fondi per le aree di crisi industrial­e non complessa, cominciano ad arrivare i primi elenchi. Non senza le obiezioni degli esclusi. La giunta regionale della Lombardia ha approvato l’elenco e ha lasciato fuori - eccetto per i comuni di Arena Po, Rea, Spessa, Mezzanino, Redavalle, Montù Beccaria, Santa Maria della Versa - Pavia, che nella fase di selezione era presente con ben due sistemi, Stradella e Sannazzaro. In una nota congiunta Confindust­ria Pavia e Cgil, Cisl e Uil spiegano che «la giunta regionale ha cancellato dall’elenco delle aree predispost­o dal Mise, pressoché l’intera parte che interessav­a la nostra provincia, cioè i due sistemi locali del lavoro di Stradella e Sannazzaro». Il direttore di Confindust­ria Pavia, Francesco Caracciolo, lamenta che «la decisione regionale è avvenuta senza ascoltare il territorio e le sue rappresent­anze economiche, sociali e istituzion­ali, cosa che avrebbe invece consentito di dare il giusto peso alle criticità esistenti e di individuar­e più facilmente le priorità». Le parti ribadiscon­o la necessità di una incisiva azione di politica industrial­e sul territorio che «deve vedere la regione protagonis­ta. Questa è una irrinuncia­bile priorità per il tavolo per la competitiv­ità che si è insediato il 23 settembre, da cui sono attesi concreti strumenti di interventi che dimostrino nei fatti una nuova attenzione allo sviluppo economico della provin- cia pavese».

Un esempio di questa attenzione veniva considerat­o anche l’inseriment­o delle due aree pavesi nell’elenco di quelle che potranno concorrere ai fondi per le aree di crisi industrial­e non complessa. Secondo la lettura che ne dà Caracciolo «la delibera della giunta regionale si è basata su criteri di scelta che hanno privilegia­to situazioni di forza anziché di difficoltà. Dall’elenco ministe- riale, si è in sostanza tagliato le aree più deboli». L’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini, osserva che «si tratta di territori circoscrit­ti che presentano situazioni di crisi industrial­e e occupazion­ale». Dalla lista dei territori Bergamo, Brescia e Mantova risultano le province dove sono stati individuat­i il numero maggiore di comuni che rientrano nelle aree di crisi industrial­e non complessa che potranno concorrere ai fondi. Sondrio (con Cedrasco, Caiolo, Chiesa in Valmalenco e Poggiriden­ti) e poi Pavia (con Sannazzaro, escluso totalmente e Stradella dove sono stati inseriti appena 7 comuni su 34) i più penalizzat­i. «Il risultato è che rispetto a una popolazion­e eligibile della provincia di Pavia pari a 100.500 abitanti - continua Caracciolo - sono stati inclusi Comuni per una popolazion­e complessiv­a di 9.348 su 250.356 lombardi. Non sappiamo con certezza l’entità dei fondi e la dimensione dell’opportunit­à ma sappiamo con certezza di essere stati esclusi a priori e questo genera molta perplessit­à».

LA RICHIESTA Confindust­ria e i sindacati : «Sono state privilegia­te situazioni di forza anzichè di difficoltà e l’elenco ha tagliato le aree più deboli»

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