Calenda e Martina aprono all’etichetta d’origine sul grano
Ll question time al Senato
pL’annuncio di giovedì dei ministri dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e delle Politiche agricole, Maurizio Martina, dell’avvio «di un percorso» per l'etichettatura d'origine di grano e pasta, «nel solco di quanto fatto con il latte», riporta in primo piano il delicato tema della tutela del «vero» made in Italy agroalimentare. In uno scenario di profonda crisi dei mercati cerealicoli, il tentativo di proteggere una filiera chiave dell’agricoltura nazionale mette sulla carta d’accordo tutti. Senza dimenticare che la pasta italiana, che macina record nel mondo e traina l’intera filiera, è sinonimo di eccellenza perché utlilizza semole prodotte con una miscela di diverse varietà di grano duro, con caratteristiche diverse in funzione proprio dell’origine.
I pastifici inoltre – con la rilevante eccezione di alcuni big che hanno chiuso la filiera – non comprano grano ma semole dall’industria molitoria, che a sua volta deve fare i conti con una produzione nazionale deficitaria per quantità (50%) ma anche qualità. «Nonostante il raccolto più abbondante degli ultimi 10 anni il ricorso all’import risulta indispensabile per garantire il corretto e continuo approvvigionamento dell’industria pastaria in semole di frumento duro», conferma il presidente di Italmopa, Ivano Vacondio.
Ma è la stessa parte agricola a sottolineare come «per etichettare la pasta 100% made in Italy occorre non solo produrre più grano di qualità, ma soprattutto fare massa critica e organizzare la filiera, che non si chiude con l’industria di trasformazione ma con la distribuzione», dice il presidente dell’Alleanza delle coo- perative italiane Giorgio Mercuri, che la scorsa settimana ha chiesto un sostegno per i contratti di filiera.
La discussione è in corso al ministero dello Sviluppo economico, dove è stata attivata una cabina di regia, anche con l’obiettivo non dichiarato di ricomporre i dissidi all’interno della filiera, che proprio sul tema dell’etichetta si è spesso divisa. La stessa industria alimentare aveva espresso apprezzamento per il metodo seguito al tavolo della pasta. Diverso da quello che invece ha portato - senza un confronto, come hanno lamentato
MODELLO LATTE L’obiettivo è arrivare a una disciplina europea obbligatoria per tutti, ma la produzione nazionale resta deficitaria al 50%
gli industriali - all’etichetta «supertrasparente» per il latte Uht.
Al question time al Senato Calenda ha fatto sapere che «con il ministro Martina proprio in queste ore stiamo definendo un analogo processo per la filiera della pasta e del grano. L’obiettivo è arrivare a una disciplina europea in materia al fine di armonizzare le norme e renderle obbligatorie per tutti». Gli ha fatto eco Martina: «Siamo in condizione di avviare un percorso di tracciabilità e riconoscibilità dell’etichettatura di grano e pasta, nel solco di quanto fatto con il latte». Il ministro ha anche sottolineato l’importanza del piano cerealicolo finanziato con 10 milioni e che ora punta a rafforzare con la legge di Bilancio.