Le politiche del credito e i loro benefici
Le banche sono oggi oberate di crediti in sofferenza e la loro presenza nei bilanci degli intermediari è una delle ragioni che rende la ripresa lenta, l’economia debole, la situazione finanziaria precaria e incerta. Questi prestiti in sofferenza sono la conseguenza della crisi economica e delle difficoltà a cui sono andate incontro imprese e famiglie. La contrazione delle vendite, nel caso delle imprese, la perdita del lavoro, nel caso delle famiglie hanno accresciuto la quota di persone impossibilitate a onorare i prestiti e aumentato i default già all’indomani del fallimento di Lehman Brothers e ancor più durante la crisi europea dei debiti sovrani nel 2011. L’aspettativa del persistere di queste condizioni aveva portato le banche ad essere molto più selettive nelle politiche di erogazione del credito. L’enfasi allora fu sull’amplificazione della crisi che la restrizione del credito poteva avere. Ed è verosimile che alcune imprese forse non siano sopravvissute per mancanza di credito. Ma, visto con la prospettiva di oggi, le politiche più guardinghe possono anche aver avuto un altro effetto, quello per cui erano state adottate: limitare l’accumulo di crediti in sofferenza concedendo meno prestiti a imprese diventate molto più rischiose che in passato. Se questo effetto c’è stato, oggi ci sono meno crediti in sofferenza di quanti ce ne sarebbero stati se le banche avessero continuato a erogare credito con gli stessi criteri precrisi. E quindi oggi c’è più disponibilità di credito di quanta altrimenti ce ne sarebbe stata. Meno credito disponibile durante la crisi ha forse significato più credito disponibile oggi e quindi probabilmente una ripresa un pochino meno lenta. Sauro Mocetti ed Eliana Viviano, due ricercatori della Banca d’Italia hanno stimato che se nei primi anni della crisi le banche avessero tenuto invariati i criteri di selezione dei mutui ipotecari, la probabilità di un default a due anni dal prestito sarebbe stata di due volte più elevata. E oggi i crediti in sofferenza, nel comparto dei mutui, sarebbero stati più elevati del 13% e i crediti deteriorati del 16%. Oggi si percepiscono i benefici di politiche del credito di cui al tempo si vedevano solo i costi.