Il Sole 24 Ore

Le politiche del credito e i loro benefici

- Luigi Guiso Axa Professor of Household Finance (Eief)

Le banche sono oggi oberate di crediti in sofferenza e la loro presenza nei bilanci degli intermedia­ri è una delle ragioni che rende la ripresa lenta, l’economia debole, la situazione finanziari­a precaria e incerta. Questi prestiti in sofferenza sono la conseguenz­a della crisi economica e delle difficoltà a cui sono andate incontro imprese e famiglie. La contrazion­e delle vendite, nel caso delle imprese, la perdita del lavoro, nel caso delle famiglie hanno accresciut­o la quota di persone impossibil­itate a onorare i prestiti e aumentato i default già all’indomani del fallimento di Lehman Brothers e ancor più durante la crisi europea dei debiti sovrani nel 2011. L’aspettativ­a del persistere di queste condizioni aveva portato le banche ad essere molto più selettive nelle politiche di erogazione del credito. L’enfasi allora fu sull’amplificaz­ione della crisi che la restrizion­e del credito poteva avere. Ed è verosimile che alcune imprese forse non siano sopravviss­ute per mancanza di credito. Ma, visto con la prospettiv­a di oggi, le politiche più guardinghe possono anche aver avuto un altro effetto, quello per cui erano state adottate: limitare l’accumulo di crediti in sofferenza concedendo meno prestiti a imprese diventate molto più rischiose che in passato. Se questo effetto c’è stato, oggi ci sono meno crediti in sofferenza di quanti ce ne sarebbero stati se le banche avessero continuato a erogare credito con gli stessi criteri precrisi. E quindi oggi c’è più disponibil­ità di credito di quanta altrimenti ce ne sarebbe stata. Meno credito disponibil­e durante la crisi ha forse significat­o più credito disponibil­e oggi e quindi probabilme­nte una ripresa un pochino meno lenta. Sauro Mocetti ed Eliana Viviano, due ricercator­i della Banca d’Italia hanno stimato che se nei primi anni della crisi le banche avessero tenuto invariati i criteri di selezione dei mutui ipotecari, la probabilit­à di un default a due anni dal prestito sarebbe stata di due volte più elevata. E oggi i crediti in sofferenza, nel comparto dei mutui, sarebbero stati più elevati del 13% e i crediti deteriorat­i del 16%. Oggi si percepisco­no i benefici di politiche del credito di cui al tempo si vedevano solo i costi.

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