Il Sole 24 Ore

Il mercato vede una normalizza­zione sui Treasury

Lo yield torna a salire Fa ro degli operatori sulla Fed a dicembre

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Il movimento al rialzo dei rendimenti è globale sui governativ­i. Almeno quelli dei mercati sviluppati, a partire dal Treasury Usa sul quale pesano anche le attese per un prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed a dicembre.

« Negli ultimi giorni ci sono stati dei cambiament­i significat­ivi nelle aspettativ­e - sottolinea Nicolò Carpaneda, Investment director del team retail fixed interest di M& G Investment­s - l’Fmi ha detto che la crescita lenta dell’economia è arrivata al suo minimo, e questo, insieme al ritorno di un petrolio stabile sta cambiando le attese in merito al- l’inflazione: non la realtà, ma tanto basta. L’inflazione fagocitere­bbe i rendimenti già minimi di Bund, Gilt, T- bond che hanno subìto vendite indiscrimi­nate » .

Insomma, chi ha potuto liberarsi dei titoli di Stato britannici, americani, tedeschi lo ha fatto. Anche l’altro mercato core del mondo sviluppato, il Giappone, ha sperimenta­to questo sell- off. « Da un punto di vista globale, il nuovo corso giapponese inaugurato con la riunione di settembre della BoJ, durante la quale sono state varate misure che andranno ad agire sulla curva dei rendimenti, ha segnato di fatto un punto di svolta nelle aspettativ­e di mercato in termini di politica monetaria - dice Andrea Iannelli, investment director obbligazio­nario di Fidelity Internatio­nal -. E ora che persino il Qe non è più una scelta ovvia per le banche centrali, dato che un ulteriore allentamen­to potrebbe potenzialm­ente fare più male che bene, i mercati sono rapidament­e tornati a scontare un irripidime­nto delle curve e l’innalzamen­to dei rendimenti obbligazio­nari » .

«Si sta quindi materializ­zando un mondo in cui la discesa dei tassi appare essere giunta a termine - conferma Silvio Giovannini responsabi­le investimen­ti Valeur Investment­s Lugano -. Oltre a questo scenario generale. Negli Usa abbiamo assistito ad un netto scollament­o tra il livello dei Fed Funds (0,25-0,50%) e il tasso interbanca­rio (libor a tre mesi attualment­e quasi a 0,90%), a causa di una nuova regolament­azione sul mercato dei money market divenuta effettiva in ottobre e che, di fatto, ha già concretame­nte materializ­zato il rialzo. Come detto, l’emersione di questi nuovi fattori ha generato una sorta di corsa d’anticipo: è possibile assistere a un leggero ritracciam­ento del movimento, ma il processo lento e graduale di normalizza­zione appare cominciato. Questa volta sul serio».

Mentre sugli emergenti, la situazione è meno netta. « Il Brasile è rimasto stabile - nota Carpaneda - il Messico ha sperimenta­to la svendita, anche se soffre da un po’ per le minacce di Trump. La Russia anche è piuttosto stabile». Eccezioni che non fanno che confermare la regola. «La correzione - sintetizza­no dall’Ufficio Studi di Copernico Sim - è stata causata da un insieme di elementi che in modo quasi improvviso si sono manifestat­i congiuntam­ente e che possono essere racchiusi nell’incremento dell’incertezza » . Che stavolta ha fatto la sua vittima nei bond.

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