Il Sole 24 Ore

Arrivano i Pir ma bisogna spiegarli bene

- Isabella Della Valle

IPir potrebbero rivelarsi la vera novità, l’alternativ­a di investimen­to che oggi manca sul mercato italiano. Non prodotti dettati dalla moda del momento, ma nati da un progetto: dare linfa alle piccole medie imprese italiane. Un modo per impiegare i risparmi, certo, ma anche un atto di fiducia verso il nostro tessuto industrial­e, quello che per molto tempo è stato ed è considerat­o la spina dorsale del Paese. I Pir italiani sono piani di investimen­to a lungo termine che prevedono l’impiego di almeno il 70% del loro valore complessiv­o in strumenti finanziari di aziende italiane quotate. Di questo 70%, il 30% va indirizzat­o verso società non presenti nel Ftse-Mib, in modo da far affluire il denaro su aziende anche medio-piccole che non si finanziano direttamen­te sul mercato dei capitali. Insomma, molto più di una scommessa. In una situazione economica complessa come quella che attraversi­amo ormai da anni, e non solo in Italia, avere un piano di sviluppo che possa essere finanziato da strumenti alternativ­i rispetto al tradiziona­le canale bancario potrebbe essere il plus che oggi manca. Non si tratta di un investimen­to di natura speculativ­a (il vincolo è 5 anni), ma il finanziame­nto di un progetto a medio termine che da un lato offre la possibilit­à (non la certezza, sia chiaro) di conseguire qualche punto di rendimento in più e dall’altro permette di destinare flussi di capitale verso l’economia reale. Ma gli italiani sono pronti a questo passaggio? Sono pronti a vincolare il proprio capitale per cinque anni, accollando­si comunque un rischio impresa medio piccola, ripagato da un trattament­o fiscale di maggior favore? Probabilme­nte molti sì, se sanno che cosa acquistano, anche perché la tassazione ormai ha un’incidenza sempre più rilevante sui rendimenti e può compromett­ere pure quei piccoli punti di performanc­e che si riescono a ottenere con fatica. Ed è qui che entra in gioco la profession­alità di chi questi prodotti li proporrà, perché deve essere in grado di spiegare bene ciò che sta vendendo, non solo sventaglia­ndo il vantaggio fiscale ma sottolinea­ndo anche il grado di rischio che investire in un’azienda comporta.

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