Il Sole 24 Ore

Bce può replicare la strategia

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La caratteris­tica della price action del mercato obbligazio­nario europeo di queste ultime settimane sta facendo emergere delle nuove ipotesi sulle regole d’ingaggio che la Bce attua nell’acquistare titoli nelle fasi d’avversione al rischio legate a un evento politico. Ha impression­ato la facilità con cui il Bund è passato dal massimo di quota 166,36 del 30 settembre al recente minimo 161,37 del 28 ottobre, cinque figure in un regime di Qe dove i titoli tedeschi sono asset in via di rarefazion­e. Ha stupito che non ci sia stato nemmeno il classico flight to quality, nello stesso periodo il decennale italiano ha perso poco più di sei figure. Movimenti con caratteris­tiche simili sono stati registrati fra marzo e giugno del 2015 sul pericolo Grexit e fra aprile e fine giugno del 2016, sul referendum inglese. L’ipotesi è che nelle fasi in cui l’avversione al rischio è legato all’imponderab­ilità di un evento politico la Bce lasci vendere i titoli obbligazio­nari opponendo un contrasto a bassa intensità, mentre intensific­hi gli acquisti quando l’entità del problema è definito, l’incertezza dell’evento è passata e i venditori non hanno più benzina per alimentare le posizioni short. Questo è avvenuto in modo inaspettat­o anche quando l’evento è stato negativo, come il voto sulla Brexit. L’ipotesi è che il mercato obbligazio­nario possa rimanere sotto pressione fino all’8 novembre; poi, dopo le elezioni Usa, qualunque sia l’esito, potremmo avere un forte movimento di recupero.

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