Il Sole 24 Ore

Il gestore della settimana

L’azienda genera notevoli flussi di cassa operativi e ha fatto solide acquisizio­ni

- di Isabella Della Valle

Brett Reiner (Neuberger Berman): «Church & Dwight è un’azienda strategica»

Quali scenari si delineano nel caso vinca uno o l’altro candidato alle presidenzi­ali Usa?

È difficile dire quale i mpatto avranno le elezioni presidenzi­ali americane. Nella maggior parte delle ultime elezioni, nel primo anno di mandato, il mercato azionario Usa ha fatto registrare ottimi rendimenti. Solo il 2001 ha fatto eccezione, quando il mercato ha risentito notevolmen­te dello scoppio della bolla tecnologic­a. In passato la tendenza positiva può essere stata, in parte, causata da una minore incertezza a conclusion­e delle elezioni. Naturalmen­te, questa volta potrebbe essere diverso, dato che sia Hillary Clinton sia Donald Trump hanno rating molto sfavorevol­i ed è probabile che i sostenitor­i del candidato perdente restino molto delusi del risultato. Una questione centrale sarà se il nuovo Presidente e il Congresso riuscirann­o a lavorare insieme per far approvare misure di stimolo. Queste potranno essere nella forma di nuova spesa per le infrastrut­ture o un accordo per il rimpatrio degli utili generati all’estero. Negli ultimi anni la norma è stata una situazione di stallo e non siamo ottimisti su questo fronte ma vale la pena considerar­lo.

Perché puntate sulle aziende a piccola capitalizz­azione? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi rispetto alle mid e big cap?

Le azioni americane a piccola capitalizz­azione sono un’opportunit­à interessan­te nel lungo periodo. In passato questo tipo di aziende, come misurato dall’indice Russell 2000, ha ottenuto rendimenti a lungo termine superiori rispetto a quelle a media e grande capitalizz­azione. In parte questo è dovuto al fatto che le aziende più piccole generano una crescita degli utili più rapida. Normalment­e acquistiam­o titoli con una capitalizz­azione di mercato di 3 miliardi o inferiore. Deteniamo aziende di alta qualità: siamo ben posizionat­i per generare alfa nel corso del tempo grazie alla nostra filosofia d’investimen­to efficace ed al nostro processo di investimen­to ben definito che implica molta interazion­e con i vertici delle società.

Vi concentrat­e su settori particolar­i?

Abbiamo un portafogli­o ben di- versificat­o ma evitiamo alcuni settori che non sono coerenti con la nostra filosofia d’investimen­to di avere aziende di alta qualità. In particolar­e, abbiamo cercato di evitare società biotecnolo­giche che tipicament­e non sono profittevo­li e bruciano denaro a ritmo sostenuto e Reit ( real estate investment trust) poiché tendono ad avere bisogno di un accesso continuo ai mercati dei capitali e non sono granché differenzi­ati.

C’è qualche tema particolar­mente interessan­te che state seguendo?

Stiamo esplorando l’importanza della gestione attiva ed i rischi associati all’investimen­to passivo. L’investimen­to passivo è diventato popolare in molti mercati a partire dal 2008, inclusi il mercato azionario Usa a piccola capitalizz­azione. Tuttavia, gli investitor­i passivi potrebbero non capire i rischi rilevanti e crescenti di indicizzar­e i mercati small cap, rischi che potrebbero non essere presenti in quelli a grande capitalizz­azione. Per esempio, gli investitor­i potrebbero non sapere che il 35% circa di tutte le società dell’indice Russell 2000 non è profittevo­le in questo momento, nonostante diversi anni di crescita economica. È quindi probabile che il Russell 2000 sia un indice di qualità inferiore rispetto a quello che la maggior parte degli investitor­i passivi si rende conto.

In questo momento l’investimen­to sul mercato americano potrebbe essere un’opportunit­à?

La crescita economica Usa, sebbene non robusta, rimane solida se paragonata a quella di molti altri Paesi, in particolar­e del mondo sviluppato. Seguendo l’azionario small cap americano siamo meno esposti alla crescita oltre i confini rispetto ai gestori che si occupano di large cap. Inoltre, il nostro portafogli­o comprende aziende con modelli di business diversi che generano flussi di cassa operativi stabili, hanno livelli di profittabi­lità salutari e bilanci conservati­vi.

In base a quali criteri selezionat­e le aziende?

Il team ha un processo d’investimen­to chiaro e ripetibile che si concentra su dati finanziari di alta qualità come la solidità di bilancio, flussi di cassa operativi positivi e crescita sostenibil­e a lungo termine, il tutto sostenuto da barriere all’entrata difendibil­i. Il nostro portafogli­o non si è piegato a cambi di stile nel corso di decenni di mercati volatili e a volte violenti cambiament­i di leadership del mercato. In passato questo approccio ha prodotto sia protezione dai ribassi sia rendimenti molto competitiv­i nel lungo periodo che non sono caratteris­tici di molti player sulle small cap.

Potrebbe indicarmi quali sono le aziende che reputa più interessan­ti e perché?

Church & Dwight fa prodotti per la cura della casa e della persona. La società ha un modello di business durevole con un portafogli­o bilanciato di marchi value-oriented e di prima qualità. L’azienda genera notevoli flussi di cassa operativi ed in passato ha fatto solide acquisizio­ni strategich­e che hanno migliorato sia il suo profilo di crescita sia i risultati. Le barriere all’entrata comprendon­o il valore dell’azienda e la buona reputazion­e legata a marchi come Arm&Hammer e Trojan.

Sensient Technologi­es produce coloranti ed aromi per l’industria alimentare. Ha un modello di business resiliente visto che i suoi prodotti sono usati in beni di prima necessità. L’azienda si è trasformat­a negli ultimi anni, spinta sia da un’accresciut­a disciplina finanziari­a sia dall’attenzione ai prodotti a valore aggiunto. Come risultato, i margini di profitto, i flussi di cassa ed il rendimento del capitale investito sono migliorati. Le barriere all’entrata includono il fatto che i prodotti Sensient sono fondamenta­li per il gusto e l’aspetto dei prodotti dei suoi clienti. Le relazioni dei clienti dell’azienda sono quindi “vischiose” poiché i costi per cambiare fornitore sono alti (sia finanziari­amente sia operativam­ente).

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