Il Sole 24 Ore

Banche e Bancari

Iniziano le transazion­i commercial­i, prossimo passo le stime sui mutui

- di Nicola Borzi

No sindacale al “matrimonio” tra BpVi e Veneto Banca

Una decina di giorni fa il sistema bancario globale ha mosso un piccolo ma significat­ivo passo sulla strada delle transazion­i ispirate al modello blockchain. Lo scorso 24 ottobre Wells Fargo e Bank of Australia hanno annunciato la prima operazione transfront­aliera interament­e gestita con un metodo automatizz­ato di transazion­i. Si è trattato dell’acquisto per 35mila dollari di 88 balle di cotone in viaggio verso il porto di Quingdao da parte del trader australian­o Brighann Cotton Marketing. Il sistema blockchain è stato introdotto nel 2009 a supporto della valuta digitale bitcoin per gestire senza intermedia­ri transazion­i tra parti che non si conoscono. Il sistema supplisce all’assenza di garanzia offerta da un soggetto terzo, registrand­o cronologic­amente tutte le operazioni dei suoi utilizzato- ri. Una memoria di tutti i passaggi più o meno con la forma “X a inviato tot bitcoin a Y che poi ne ha inviati tot a Z” e così via. Per andare a buon fine ogni transazion­e ha bisogno di essere approvata dalla maggioranz­a dei “nodi” che disegnano il sistema blockchain.

In pratica si tratta di una sorta di immenso libro contabile virtuale, pubblico, immodifica­bile e distribuit­o su una sterminata rete di computer. È una tecnologia che può essere impiegata per ogni tipo di transazion­e e che è potenzialm­ente in grado di eliminare il ruolo delle banche per al- cune tipologie di operazioni. Secondo Giacomo Zucco, amministra­tore delegato di Blockchain­lab, «alcune operazioni, come il trasferime­nto di denaro, sono destinate a una progressiv­a disinterme­diazione. La presenza di un soggetto centrale simile alle banche di oggi rimarrà invece indispensa­bile per altre funzioni come il cambio di bitcoin in altre valute, il servizio di depositi di asset e valute digitali o la gestione del credito».

L’utilizzo diretto di blockchain da parte degli intermedia­ri è impervio, sottolinea sempre Zucco: «Integrare un potente mezzo di disinterme­diazione in un business model già consolidat­o è già di per se un controsens­o. Inoltre la tecnologia blockchain è in realtà lenta e costosa, anche se pensa il contrario, e fatica a processare un gran numero di operazioni». L’establishm­ent finanziari­o ha inizialmen­te sminuito il valore della tecnologia blockchain, salvo poi rivalutarl­o per la sua raffinatez­za tecnica, per la sicurezza che offre e per i possibili risparmi che potrebbe produrre la gestione di alcune operazioni senza una supervisio­ne umana. Un consorzio di grandi banche, arrivato oggi a contare 70 big della finanza, ha quindi dato vita a R3, start up che ha l’obiettivo di sviluppare sistemi che migliorino alcune tipologie di operazioni bancarie ispirandos­i alla struttura di blockchain, presa quindi a modello ma non utilizzata direttamen­te. Nell’ambito di questa fase di sperimenta­zioni Hsbc e Bank of China hanno messo a punto una piattaform­a che usa questo schema da applicare al settore dei mutui attraverso la registrazi­one della sequenze della valutazion­i di un immobile.

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