Finanziamenti per la casa
Quasi otto su dieci rifiutano di accettare la clausola per cui la banca vende senza passare dal tribunale
Sondaggio: levata di scudi contro l’ « esproprio » facile
Le passioni sono proprio difficili a spegnersi. Così l’amore degli italiani per il mattone resta sempre saldo, a prova di crisi e di dubbi. E così dal sondaggio di Ipr Marketing, istituto diretto da Antonio Noto, indica come il 60% del campione intervistato ritenga l’acquisto di un immobile come un buon investimento. Una percentuale che sale nella fascia dei 18-34enni fino al 68% e scende al 53 per la fascia 35-54. Si potrebbe immaginare che la fascia più giovane probabilmente non ce l’ha ancora e la desidera, mentre quella più avanti magari ha fatto da poco l’acquisto e si confronta con i costi e gli oneri della gestione dell’investimento fatto. Ma indica anche come in un periodo in cui si va affermando il concetto di share economy, la casa resta un solido oggetto del desiderio e un “rifugio” che non si immagina come condivisibile.
La percentuale di quanti dichiarano di essere in una fase di considerazione rispetto all’acquisto i mmobiliare, conferma che l’orientamento più favorevole è nella fascia più giovane. Qui infatti coloro che meditano l’acquisto sono il 16% del campione, percentuale che scende rispettivamente all’8 e al 7 per cento nelle due fasce di età più avanzate. Tornando all’affermarsi della share economy, va detto che in l’orientamento all’acquisto è del 15% al Centro, del 12 al Sud e solo del 6 al Nord. Quindi nella parte economicamente più dinamica del Paese si nota anche una disaffezione per la casa.
È poi diffusa anche la consapevolezza che un periodo così favorevole, come quello attuale, per il livello dei tassi di interesse presenti sul mercato per l’erogazione dei mutui. Il 41% degli intervistati infatti pensa che questo potrebbe accadere. Ma anche qui c’è una sproporzione tra i più giovani e i più anziani: questi ultimi, gli over 55, credono che un aumento dei tassi potrebbe esserci nel 57 per cento dei casi, mentre le altre due categorie si fermano a valori intorno al 35 per cento.
Veniamo alle questioni “legali”. Una levata di scudi rispetto all’ipotesi della clausola che inserisca il cosiddetto patto marciano: ovvero la possibilità per la banca di vendere l’immobile in caso di inadempimento del mutuatario e a determinate condizioni (si vedano gli articoli nella pagina accanto). Il 78 per cento del campione dichiara che si op- porrebbe in ogni caso all’inserimento di questa clausola. E solo il 13 per cento lo accetterebbe ma se fosse costretto a farlo. Nella pagina accanto è spiegato perché questa clausola è a favore dei mutuatari, per questo abbiamo scelto di indicare in rosso quel 78 per cento di contrari. Va anche ricordato che un clamore mediatico e politico poco attento ha fatto in modo che questa norma passasse come una penalizzazione per il mutuatario.
C’è un altro aspetto interessante che emerge dal sondaggio. Una scarsa fiducia dei cittadini nella possibile trasparenza delle banche. Il 65 per cento infatti degli intervistati ha affermato che le banche nasconderanno sempre le informazioni più importanti ai clienti, nonostante la nuova normativa europea, quella italiana di recepimento e le istruzioni di Bankitalia, introducano forme di informativa più dettagliata ai clienti. E solo il 15 per cento ritengono che le banche si adegueranno alla prescrizione per la quale dovranno fornire ai clienti un’informazione personalizzata e semplificata. Il dato positivo è che questa percentuale diminuisce nei più giovani, ma aumenta nella fascia più anziana. Entrambe si scostano dalla media di circa un 10 per cento.