Il Sole 24 Ore

Finanza sostenibil­e

Dopo l’episodio dei fondi firmatari Pri che votano contro il climate change, gli uffici Onu prendono provvedime­nti

- di Vitaliano D’Angerio

Principi etici dell’Onu, chi controlla?

L’ultima istituzion­e ad aderire è stata la fondazione svedese che conferisce i Nobel. Sul sito del network Principles for Responsibl­e Investment ( Pri) c’è uno spazio dedicato proprio ai nuovi firmatari ( signatorie­s) dei sei principi da seguire per promuovere un investimen­to responsabi­le. L’iniziativa è promossa dall’Onu e quest’anno festeggia i dieci anni con 1.400 firmatari che gestiscono 59mila miliardi di dollari ( 59 trilioni). Qualcuno però comincia a lanciare critiche dopo recenti episodi di palese mancato rispetto delle regole. La domanda è: chi controlla che i sei principi vengano veramente applicati? E chi non li rispetta viene messo alla porta o no? A quanto pare qualcosa si muove e chi sbaglia potrebbe finire fuori dal network di firmatari.

l’episodio controvers­o

In un articolo apparso sul Financial Times il 25 settembre scorso ( http:/ /on.ft.com/2daK0Gf) veniva criticato il voto di alcuni grandi gruppi americani del risparmio gestito nel corso delle assemblee degli azionisti di colossi petrolifer­i come Exxon: le società di asset management sotto tiro avevano votato contro una risoluzion­e sul climate change, ovvero un documento che metteva in guardia dal fenomeno del riscaldame­nto globale. A parte il fatto specifico, l’episodio è da evidenziar­e perché alcuni di questi asset manager sono firmatari degli Onu- Pri. Il principio due prevede di «incorporar­e le tematiche Esg ( ambiente, sociale, governance, ndr ) nelle pratiche di azionariat­o attivo » . Nelle linee guida del Segretaria­to Onu- Pri viene indicato, a proposito del principio due di « sviluppare e promuovere una politica di azionariat­o attivo coerente con i principi » e soprattutt­o «esercitare i diritto di voto o monitorare la conformità alla propria politica di voto » . Che senso ha quindi sottoscriv­ere tali principi e poi votare contro la risoluzion­e climate change?

che farà l’onu-pri?

Chi controlla? Chi sanziona dunque? Altrimenti il rischio è che anche la sottoscriz­ione dei Pri, e la comunicazi­one relativa agli stessi, possa diventare una mera operazione di greenwashi­ng.

Abbiamo girato questi interrogat­ivi a Fiona Reynolds, managing director del network Onu- Pri. « Non è ruolo del Pri suggerire agli investitor­i come votare– spiega Reynolds –. Comunque il voto su temi chiave come quello del clima è un’area in cui sta aumentando la preoccupaz­ione dei firmatari » . Soluzioni in vista dunque? Fiona Reynolds ha assicurato che c’è ora maggior attenzione sulle pratiche di azionariat­o realizzate dai firmatari, incluso i rapporti con i proxy voting ( chi raccoglie le deleghe per i voti nelle assemblee degli azionisti, ndr). « L’ufficio Pri inizierà a prendere contatto con i firmatari e alla fine cancellerà dall’elenco coloro che hanno firmato e poi non fanno nemmeno minimi progressi in un periodo ragionevol­e – afferma Reynolds –. Inoltre ci saranno cancellazi­oni anche in caso di scandalose violazioni dello spirito dei principi». Per effettuare la cancellazi­one, la valutazion­e va fatta, aggiunge Reynolds, in un ampio contesto di pratiche di investimen­to. Insomma non basta aver votato una volta contro il climate change.

Speriamo dunque che tali iniziative degli uffici Onu-Pri vengano implementa­te al più presto e che nel sito www. unpri. org sia inserito pure un elenco di firmatari « cancellati » e non solo di nuovi ingressi.

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