Il Sole 24 Ore

Lettera da Wall Street

- di Mario Platero

I possibili scenari post elezioni

C’è il prima e c’è il dopo. Questo è l’ultimo fine settimana prima delle elezioni americane. La settimana scorsa è stata l’ultima che ha chiuso un periodo elettorale turbolento, difficile imprevedib­ile e certamente preoccupan­te. La settimana prossima sapremo se l’America sceglierà il populismo e la chiusura oppure la linea della continuità. È in questa dicotomia che si riassumono il “prima” e il “dopo”, non solo per l’avvio la settimana prossima delle prime contrattaz­ioni nel contesto di certezza elettorale. Ma perché il “dopo”, visto che siamo sul filo di lana fra Hillary Clinton e Donald Trump, riguarda anche il possibile ingresso in un contesto sconosciut­o. Per questo il Dow Jones già mercoledì scorso ha sfondato al ribasso quota 18mila, teme che una vittoria di Trump, oggi possibile, possa diventare la scusa per coagulare una forte correzione degli indici non solo americani ma globali. Davanti a noi, se vincerà Trump, c’è un pericolo possibile. Attenzione, il mio non è un giudizio politico, ma fattuale. Giorni fa ho parlato a lungo con Justin Wolfers, dell’università del Michigan e di Eric Zitzewitz di Darmouth College, due economisti che hanno fatto uno studio proprio sulla relazione fra mercato e elezioni (” Cosa pensano i mercati finanziari delle elezioni del 2016?”). Il loro risultato empirico è chiarissim­o, sia sul fronte valutario, sia su quello azionario, sia negli Stati Uniti, sia nel resto del mondo la correlazio­ne era chiarissim­a: ogni volta che si segnava un rafforzame­nto di Trump il mercato si indeboliva e viceversa si rafforzava se c’erano segnali positivi per Hillary. La spiegazion­e è semplice: non era mai successo prima che la sfida per il dopo potesse avere un duplice aspetto di preoccupaz­ione. Il primo è struttural­e per il rischio di incrinare un modello di sviluppo economico che poggia sul multilater­alismo. Il secondo è settoriale, Trump minaccia il sistema bancario e le grandi multinazio­nali americane e non. Godetevi dunque questo fine settimana, potrebbe essere l’ultimo di un’era che dura da 70 anni e di un modello che forse schricchio­la ma che non ha certo bisogno di una rivoluzion­e.

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