Obbligazioni/ 1
A un anno dal via libera al bail in i titoli del credito restano osservati speciali nei piani di salvataggio
Subordinati bancari sotto stress
Il 2 novembre 2015 rendeva il 6,12% annuo lordo: un anno dopo il 31,66%. È il bond subordinato dell’ex Popolare di Vicenza 20 dicembre 2017 tasso variabile opzione call codice Isin XS0336683254. Nello stesso periodo, i corsi sono passati da 94 a 73,51. Il subordinato Mps 30 novembre 2017 tasso variabile codice Isin XS0236480322 al 2 novembre 2015 rendeva il 3,85%: un anno dopo il 27,72%, con corsi crollati da 94,22 a 75,80. Ma il 6 ottobre, prima dei rumors sulla conversione “volontaria” dei subordinati nel piano di salvataggio di Rocca Salimbeni, passava di mano a 66,10 e il rendimento era del 38,85% annuo. Il bond Carige 20 dicembre 2020 7,321% fisso codice Isin XS0570270370 il 2 novembre 2015 rendeva il 5,26% lordo annuo con prezzo a 108,58: il 3 novembre stava al 10,93% con corsi a quota 88,5. Sono i titoli più colpiti dal contagio che “gira” nel settore delle obbligazioni bancarie subordinate.
È passato poco meno di un anno dal recepimento del 15 novembre 2015 della direttiva sulla risoluzione delle crisi bancarie e il bail in (in vigore dal primo gennaio scorso) e poco più di 11 mesi dal 22 novembre seguente quando la “risoluzione” di Popolare Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti ha azzerato ob- bligazioni subordinate delle quattro banche per un valore totale di 789 milioni in mano a circa 10.500 investitori, che ha annullato 400 milioni investiti dai risparmiatori e dalle loro famiglie nei “sub” di questi istituti. Da quelle date, a ondate che hanno coinciso con le difficoltà di alcuni tra i maggiori istituti creditizi italiani, i corsi dei subordinati degli emittenti più esposti alla crisi del settore hanno segnato consistenti ribassi. Non tutti, per la verità: il contagio si è dimostrato sin da subito “selettivo”, intaccando non tutte le emissioni e non tutti gli emittenti. Lo scriveva Plus24 già il 7 e il 14 novembre 2015, negli articoli in cui censiva una per una le emissioni di subordinati delle banche più a rischio — comprese quelle poi effettivamente “azzerate” il 22 novembre seguente. Due delle emissioni della tabella pubblicata in quei giorni, la codice Isin XS0336683254 della Vicenza e la XS0236480322, sono le stesse di cui continuiamo a parlare.
La situazione però si sta differenziando. I titoli dell’ex Popolare berica scontano il momento nient’affatto facile della banca, che dopo il salvataggio da parte del Fondo Atlante (con l’azzeramento del valore delle azioni non quotate e illiquide) sta studiando l’ipotesi di fusione con Veneto Banca, l’altra ex Popolare salvata da Atlante con un percorso parallelo. In questi giorni e fino al 30 novembre la Vicenza sta raccogliendo le adesioni alla conversione in azioni del subordinato codice Isin IT0004548258, con regolamento a fine anno e godimento delle azioni dal primo gennaio 2017. Invece il consiglio di amministrazione di Mps, alle prese con il piano di risanamento, ha scritto nella relazione per l’assemblea del prossimo 24 novembre per la proposta di delega per l’aumento di capitale da 5 miliardi, che si riserva la possibilità di proporre anche la conversione in azioni di strumenti finanziari senior oltre a bond subordinati. La proposta di conversione dei subordinati in azioni Mps varrà sia per gli investitori istituzionali che per i risparmiatori retail, «su base volontaria, senza nessun esborso per la banca», ha detto l’Ad Marco Morelli. I titoli interessati valgono circa 4,2 miliardi e l’operazione partirà solo dopo il via libera dell’assemblea del 24 novembre al piano, prima dell’aumento.