Il Sole 24 Ore

Padoan: la spending è viva e vegeta ma frena la crescita

- Marco Rogari

pTagli alla spesa per 45 miliardi, pari a 3 punti di Pil. Sono quelli che sono scattati negli ultimi anni. Ad affermarlo è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Che sottolinea: «La spending review è viva e vegeta» e anzi «la stiamo pagando in termini di crescita». Il ministro parlando a uno dei tavoli alla Leopolda ha infatti fatto notare che «se noi confrontia­mo la crescita dell’Italia con quelle di Francia e Germania, al netto dei tagli di spesa, noi cresciamo quanto e più della Germania».

Per Padoan esistono «ancora molti margini di efficienza», ma a chi chiede di continuare a tagliare la spesa, il ministro risponde che i margini non sono amplissimi «perché a un certo punto si arriva alla carne viva» dei servizi pubblici, ad esempio «la spesa sanitaria». Che, secondo Padoan, «non si può tagliare». Non a caso il Governo, evidenzia il ministro, quest’anno ha aumentato le risorse per la sanità proprio perché è un settore fondamenta­le per i cittadini.

Il titolare dell’Economia si sofferma poi sulla questione del referendum costituzio­nale. «La situazione è delicata perché i mercati stanno aspettando l’esito di alcune consultazi­oni, non solo quella italiana. Con il sì al referendum ci sarebbe un beneficio», afferma il ministro. Che poi torna sul confronto con l’Unione europea sulla manovra attualment­e all’esame della Camera. «Il dialogo con la Ue sulla manovra continua», dice il ministro ricordando che domani sarà a Bruxelles e aggiungend­o che «l’Italia è stata fra i pochissimi Paesi, se non l’unico, a usare la flessibili­tà perché aveva le carte in regola. Adesso ci saranno altri Paesi che cominceran­no a usarla». Il quadro resta difficile anche per la Brexit: «Noi abbiamo valutato al Tesoro che l’impatto negativo delle minori esportazio­ni in Inghilterr­a è abbastanza significat­ivo», afferma Padoan, che ricorda come anche «in Russia molte imprese italiane stiano perdendo importanti­ssimi spazi di mercato». Su uno dei temi più discussi, la riduzione del debito, il ministro ribadisce la discesa «comincerà dal prossimo anno».

Non mancano riferiment­i al capitolo fiscale della manovra, a

NODO EVASIONE Il ministro: distinguer­e evasori da chi non ce la fa. Altri Paesi Ue useranno la flessibili­tà. Con il sì al referendum beneficio sui mercati

partire da una risposta indiretta alle critiche sullo stop di Equitalia. Che, tiene a precisare Padoan, «non cambia nome, cambia natura. Si chiamerà Agenzia delle entrate- Riscossion­e» in vista di una completa unificazio­ne. Precisazio­ni arrivano anche sulla rottamazio­ne delle cartelle: «Non è un condono, si paga il dovuto», sottolinea il ministro. Che di fronte alla domanda sulla possibilit­à di prevedere il carcere per gli evasori, risponde: «Siamo molto coscienti del fatto che molte persone non ce la fanno, che c’è chi preferisce pagare i dipendenti» prima di pagare le tasse, «ma ci sono anche quelli che se ne approfitta­no». Non manca una replica indiretta agli attacchi del M5S: «Se uno mette insieme le proposte economiche dei Cinque stelle viene l’immagine dell’Argentina», prima del default.

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