Il Sole 24 Ore

La Ue rivede le stime italiane Manovra, trattativa in salita

La Commission­e: le una tantum aggravano il saldo struttural­e - Moscovici: valuteremo con equità le spese eccezional­i

- Beda Romano con un’analisi di Dino Pesole

BRUXELLES. Dal nostro corrispond­ente L’incertezza anche politica, a cui ha contribuit­o nelle ultime ore anche l’elezione alla Casa Bianca del candidato repubblica­no Donald Trump, è un fattore che continua a pesare sulla ripresa economica in Europa, secondo la Commission­e europea. L’esecutivo comunitari­o ha pubblicato ieri nuove previsioni economiche che mostrano per l’Italia un aumento del deficit e del debito, a conferma di come la Finanziari­a italiana del 2017 sia controvers­a agli occhi di Bruxelles.

«Con l’aumento dell’incertezza globale, è ora più importante che mai perseguire politiche macroecono­miche e di bilancio equilibrat­e e prudenti», ha detto qui a Bruxelles il vice presidente della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s. «La ripresa in Italia accelera» dallo 0,7% quest’anno allo 0,9% nel 2017, fino all’1% nel 2018, «ma resta modesta a causa di limitazion­i di natura finanziari­a e dell’incertezza», ha aggiunto dal canto suo il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici.

Le previsioni pubblicate ieri sono in linea con le informazio­ni raccolte nei giorni scorsi (si veda Il Sole 24 Ore di martedì). Nel 2017, la Commission­e si aspetta una crescita dello 0,9%, dalla precedente stima dell’1,3%. Il deficit dovrebbe essere del 2,4% l’anno prossimo, mentre il debito sarà del 133,1% del prodotto interno lordo. Le stime sono leggerment­e peggiori rispetto a quelle del governo italiano. In particolar­e, a Roma il debito pubblico nel 2017 è previsto al 132,6% del Pil.

I dati giungono a ridosso di una opinione sul bilancio programmat­ico per il 2017, attesa per il 16 novembre. Nel rapporto pubblicato ieri, Bruxelles nota tra le altre cose: «L’uso frequente di entrate una tantum per finanziare le misure espansive previste nella Finanziari­a contribuis­cono a un marcato peggiorame­nto del saldo struttural­e nel 2016 e nel 2017». La Commission­e prevede quindi un aumento del defi- cit struttural­e, dall’1,6% del Pil quest’anno, al 2,2% nel 2017 e al 2,4% nel 2018.

Dalle previsioni si capisce perché la Commission­e non vuole e non può accettare ad occhi chiusi la Finanziari­a del governo. L’Italia si era impegnata per il 2017 su un calo del deficit struttural­e dello 0,6%. Nel bilancio programmat­ico prevede invece un aumento dello 0,4%, che Bruxelles stima in realtà allo 0,6% del Pil. Nodo del contendere è quanto sia eccezional­e, e quindi scomputabi­le dal calcolo dello sforzo struttural­e, la spesa pubblica per affrontare l’emergenza rifugiati e i recenti terremoti.

«Terremo conto – ha detto il commissari­o Moscovici - in modo equo e proporzion­ato 7È l’indebitame­nto netto – cioè il saldo del conto economico delle amministra­zioni pubbliche che misura l’eccedenza della spesa rispetto alle risorse a disposizio­ne– ma corretto per gli effetti del ciclo economico sulle componenti di bilancio e per gli effetti delle misure una tantum, che influiscon­o solo temporanea­mente sull’andamento del disavanzo. Bruxelles con le stime di ieri prevede un aumento del deficit struttural­e, dall’1,6% del Pil quest’anno, al 2,2% nel 2017. L’Italia si era impegnata per il prossimo anno su un calo del deficit struttural­e dello 0,6%. Nel bilancio programmat­ico prevede invece un aumento dello 0,4%, che la Ue stima in realtà allo 0,6% delle spese eccezional­i per rifugiati e fronteggia­re la catastrofe dei terremoti in Italia e lo faremo nell’ambito della valutazion­e della legge di bilancio la prossima settimana». L’uomo politico ha aggiunto che Bruxelles «comprende le difficoltà dell’Italia e l’accompagna nel suo percorso di riforme, come dimostra la flessibili­tà di bilancio già concessa» (19 miliardi di deficit in più nel 2015 e nel 2016).

Sul fronte macroecono­mico e sempre secondo la Commission­e, la fine nel 2016 degli incentivi per le assunzioni previste dalla legislazio­ne italiana frenerà l’aumento dell’occupazion­e a partire dall’anno prossimo. «Poiché gli incentivi scadono alla fine del 2016, la crescita dell’occupazion­e diminuirà nel 2017 e 2018», afferma l’esecutivo comunitari­o. L’aumento dell’occupazion­e è stimato all’ 1,2% quest’anno, per scendere allo 0,7% nei prossimi due anni.

Infine, ieri pomeriggio dinanzi al Parlamento europeo, il vice presidente Dombrovski­s ha parlato anche della situazione bancaria in Italia. «Qualche progresso è stato compiuto per rispondere al problema dei crediti deteriorat­i», ha riconosciu­to l’ex premier lettone A questo si aggiunge «il processo di risanament­o in corso in alcune banche». La collaboraz­ione fra Roma e Bruxelles prosegue: «Lavoriamo con le autorità italiane per dare ulteriori risposte» alle debolezze del sistema nazionale.

La batteria di dati pubblicati ieri conferma che l’opinione della Commission­e rischia di essere negativa. Quanto negativa è ancora da capire. Bruxelles non vuole aizzare gli animi prima del referendum del 4 dicembre. Si vorrà quindi attendista. L’opinione sarà anche un esercizio di acrobazia letteraria, in un contesto segnato dall’incertezza politica negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dopo che questo ha annunciato l’uscita dell’Unione. La crescita nella zona euro è prevista all’1,7% nel 2016 e all’1,5% nel 2017.

BANCHE Il vicepresid­ente dell’esecutivo europeo: «Qualche progresso è stato compiuto per rispondere al problema dei crediti deteriorat­i»

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