Effetto-Trump: tassi in rialzo, Wall Street ai massimi storici
Rendimenti dei BTp verso il 2% sulle attese d’inflazione - Dow Jones +1,17%, sale il dollaro Nel mirino del neoeletto la riforma della finanza Usa
Borse europee nervose il giorno dopo la “sorpresa Trump”; Wall Street al record. Tensioni sui titoli di Stato e tassi in salita sulle attese di più inflazione; BTp verso la soglia del 2%. Nel mirino di Trump la legge Dodd-Frank.
pÈ l’incognita da settemila miliardi di dollari. Tanto - metà dell’attuale debito nazionale in circolazione - possono costare in dieci anni agli Stati Uniti i piani fiscali di Donald Trump, qualora venissero realmente attuati in tutto e per tutto. Ben difficilmente lo saranno, stando agli analisti, davanti alla prevalenza di conservatori fiscali tra Camera e Senato. Ma viste le ambizioni e il mandato elettorale, le proiezioni di un aumento di deficit e debito sono nelle carte, lasciando molto, in termini di entrate e salute dei conti pubblici, nelle mani d’una crescita economica che finora ha deluso anche se oggi da’ segni di rafforzamento.
I piani economici del neopresidente sollevano interrogativi anche per le scelte della Federal Reserve: Pimco ipotizza che l’incertezza possa spingere la Banca centrale statunitense a rinviare il previsto rialzo dei tassi a dicembre per poi accelerare gli interventi l’anno prossimo. Berenberg crede invece che terrà il timone fermo sulle strette a partire da fine anno.
Ma è sull’outlook che è aperto il grande dibattito. Il consigliere economico di Trump, David Malpass, ieri ha confermato che la missione del prossimo governo - e tra i nomi di futuri Segretari al Tesoro circolano personaggi di alto profilo quali il Ceo di JP Morgan Jamie Dimon - sarà quella di «fare i conti con una crescita molto debole». Il Tax Policy Center e il Committee for a Responsible Federal Budget, rispettati centri di ricerca indipendenti dai partiti e preoccupati prioritariamente dell’equilibrio fiscale, prevedono però una caduta delle entrate federali di quasi seimila miliardi in un decennio a conti fatti, compreso l’effetto di stimolo economico delle promesse di tagli delle tasse e spese, dalle infrastrutture alla difesa. E un incremento del debito, che oggi già sfiora i 20.000 miliardi, di 7.100 miliardi. Il rapporto tra debito (anche solo quello in circolazione, di 14.300 miliardi) e Pil è già del 75%, il più alto dagli anni di Harry Truman, e svetterebbe oltre il 105 per cento.
L’ultimo anno fiscale è appena terminato con un deficit pari a 587 miliardi, in aumento dai 439 dell’anno precedente anche se un terzo dei 1.400 miliardi del 2009. E «gli incrementi previsti si sommano alle proiezioni alla base delle attuali legislazioni che vedono il debito già crescere di novemila miliardi in dieci anni», ha dichiarato il direttore del CFRB Ma- ya MacGuineas. «È chiaro che siamo su un cammino insostenibile», ha aggiunto, e che la questione non è stata affrontata durante le elezioni mettendo a rischio il futuro dell’economia e della sicurezza finanziaria degli americani.
Trump ha offerto stime di forte stimolo della crescita grazie a detassazione e deregulation, ma gli analisti restano scettici sulle dimensioni. Potrebbero aggiungere 1,7 punti percentuali nel 2017, ma nell’arco di dieci anni minacciano di ridurre l’espansione di mezzo punto percentuale a causa dell’indebitamento e in vent’anni la frenata sarebbe di ben 4 punti percentuali.
I piani ancora poco precisi di Trump richiederanno inoltre un incremento radicale del tetto sul debito o una sua sospensione permanente, in passato invisa a molti repubblicani. Le riduzioni delle i mposte potrebbero però indorare la pillola per numerosi parlamentari e aiutare a trovare compromessi. I tagli delle imposte potrebbero essere limati, forse al 20% anziché al 15% l’aliquota aziendale, e nel mirino potrebbero finire deduzioni e scappatoie per i redditi individuali. Risparmi su altri programmi federali potrebbero aumentare. Ma la gabbia fiscale sarà difficile da evitare o spezzare: oggi solo un terzo della spesa pubblica viene deciso dal Congresso, il resto è composto da costi automatici, dalle pensioni alla sanità per anziani.
LO SCENARIO Il Tax Policy Center stima che con il taglio delle tasse le entrate federali caleranno di quasi 6mila miliardi nell’arco di un decennio