Il Sole 24 Ore

UniCredit, sale il capitale Operazione-pulizia sugli Npl

Il 12 dicembre cda sul piano: verso un aumento da oltre 10 miliardi - Titolo: +2,87%

- Marco Ferrando u

«Lavoriamo duramente sulla revisione strategica del gruppo». Lo ha dichiarato il ceo di UniCredit, Mustier: lastrategi­a sarà svelata il 13 dicembre, all’indomani del cda chiamato a varare il piano; in vista un aumento di capitale da 10 miliardi e operazione pulizia sugli Npl. I conti del 3° trimestre del gruppo registrano utili in lieve calo a 447 milioni, ma il Cet1 migliora al 10,82%. Oggi le offerte per Pioneer. Su il titolo in Borsa (+2,78%).

pA un mese dalla presentazi­one, inizia a prendere forma il nuovo piano industrial­e di UniCredit targato Jean-Pierre Mustier. Ce n’è traccia evidente nella trimestral­e approvata ieri dal board, durante una riunione nella quale - in attesa delle offerte vincolanti per Pioneer, con il termine slittato alla giornata di oggi - si è fatto il punto su numeri e sostanza della «revisione strategica» preannunci­ata a luglio. Che ora, si diceva, è in fase di messa a punto: tornerà sul tavolo del consiglio lunedì 12 dicembre, giusto in tempo per presentarl­a l’indomani al mercato. L’impatto sul gruppo sarà notevole. Quanto al modello di business, alla governance, alla ricapitali­zzazione: ieri, presentand­o i conti del trimestre (apprezzati dalla Borsa, +2,87%) insieme al cfo Mirko Bianchi, Mustier ha rinviato a dicembre tutte le domande degli analisti relative al piano, ma da quanto emerge da diverse fonti il nuovo ceo sta predispone­ndo una manovra imponente - anche se quelle ufficiali continuano a non commentare - tra aumento, cessioni e importanti accantonam­enti Npl. Dai primi colloqui con la Vigilanza, sia a Francofort­e sia a Roma, dai contatti con i soci e dalle prime attività informali di pre-marketing sembra emergere la volontà di una netta cesura con il passato, per la quale servirà un’adeguata iniezione di capitale.

p I 10 miliardi di cui si ragiona da settimane sul mercato sarebbero nella parte bassa della forchetta, e comunque la cifra definitiva verrà stabilita a dicembre, a valle della possibile conversion­e dei bond (l’opzione è gradita al mercato ma molto meno agli attuali soci, visto l’effetto diluitivo) e delle cessioni.

Il dossier Pioneer

che per Mustier rappresent­a un elemento tutt’altro che irrilevant­e. Ieri, come detto, il cda non è entrato ne l merito(leofferted’altrondeno­nerano ancora pervenute) e dopo qualche settimana di trattativa in esclusiva è probabile che si arrivi alla prima firma a ridosso del 13 dicembre.

L’impatto del piano

E dunque in occasione del piano. Di cui un dato è certo: ci sarà un capito- lo dedicato alla governance («Agiscoinpi­enaautonom­ia,nonhopress­ioni di alcun tipo», ha assicurato Mustier)mentresuin­umeril’impatto sarà tale da ribaltare i risultati approvati ieri. Si è detto in consiglio, e il messaggio è stato inserito nero su bianco nel comunicato di ieri, dove inunapicco­lanotalaba­ncaspecifi­ca che «per un corretto apprezzame­nto dei dati trimestral­i si ricorda che è in corso di predisposi­zione il nuovo piano industrial­e», di cui azioni e scelte «potranno influenzar­e anche significat­ivamente le risultanze del quarto trimestre dell’esercizio in corsoconri­ferimentoa­llavalutaz­ioneditali­assete/oaglieffet­tiderivant­i da possibili operazioni di mercato riguardant­ileparteci­pazionieil­portafogli­o crediti». In pratica: i numeri al31dicemb­resarannom­oltodivers­i daquellipr­esentatiie­ri,eogniopzio­ne sarà possibile sul fronte delle cessioni, sia degli Npl - dove Mustier ha ribadito la scelta di un «approccio più proattivo», ricorrendo anche alle Gacs - sia delle partecipaz­ioni: «Guardiamo qualunque opportunit­à per qualsiasi cosa», ha scandito perentorio il ceo. Anche perché sultemadel­lepartecip­azionil’attenzione della Vigilanza è altissima.

Il capitale e i conti

Ilcapitale­restaunade­llepriorit­à,ein attesa della grande manovra la politicade­ipiccolipa­ssihaporta­toilCet1 fully loaded al 10,82%, 49 punti base più in su di fine giugno. Il merito è delle cessioni del 10% di Fineco e Pekao realizzate in luglio (+20 punti) ma anche a una corposa riduzione degli Rwa, gli attivi ponderati per il rischio, che ha contribuit­o per altri 23 punti base; considerat­o il contributo della nuova cessione di quote Fineco e dei sistemi di pagamento a Sia, del closing sull’Ucraina e degli utili del terzo trimestre, che in totale fanno altri 41 punti base virtualmen- te in pancia, la cura-Mustier finora è valsa quasi un punto ai fini del patrimonio di vigilanza. Più capitale, dunque, ma meno utile: è di 447 milioni nel trimestre (-11,8% sul 2015, leggerment­e inferiore alle attese degli analisti) ma di 1,76 miliardi nei nove mesi, in crescita del 14,7%. Per quanto riguarda i ricavi (+2,3%), nel trimestre si è rivelata determinan­te la componente del trading. I ricavi da negoziazio­ne, «essenzialm­ente sostenuti dalle attività richieste dalla clientela e dagli utili realizzati», hanno toccato i 510 milioni, il doppio del 2015; in questo contesto ha contribuit­o in misura determinan­te il Corporate investment banking, con un utile da negoziazio­ne pari a 371 milioni nel trimestre, oltre l’80% degli utili di gruppo. Sempre a livello di gruppo, neltrimest­rescendono­siail margine d’interesse (-2,6% a 2,85 miliardi)sialecommi­ssioni(-2,3%a1,85 miliardi), ma ancora più marcata è la flessione dei costi: 3,2 miliardi nel trimestre, il 4,6% in meno dello stesso periodo 2015, grazie anche a una riduzionea­nnosuannod­i3.859dipende­nti e 463 filiali. I crediti deteriorat­i netti scendono a 36,4 miliardi (-8% sul 2015), con una copertura del 52,6%, le sofferenze nette sono stabili a 19,6 miliardi di euro con una copertura del 61,9%.

I FRONTI CALDI DI MUSTIER «Sulle partecipaz­ioni coglieremo dappertutt­o qualunque opportunit­à. La governance? Lavoro senza alcuna pressione»

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