Manovra, la Commissione apre all’Italia sulle spese per terremoto e migranti Juncker: «Dobbiamo sostenere Roma»
Aperture su migranti e sisma in vista del 16 novembre, si cerca una soluzione tecnica
La Commissione europea ritiene che l’Italia, in questa fase, debba essere sostenuta e dunque c’è la disponibilità a «andare incontro alle richieste italiane» di flessibilità sulle spese per il terremoto e i migranti». Mercoledì prossimo l’esecutivo Ue approverà l’opinione sulla manovra 2017.
Manca ormai meno di una settimana alla pubblicazione mercoledì 16 novembre dell’attesa opinione sul bilancio programmatico dell’Italia da parte della Commissione europea. Due giorni fa il collegio dei commissari ha avuto modo di discutere del caso italiano, controverso per le richieste del governo Renzi di ottenere generosa flessibilità di bilancio. Dalla riunione è emersa simpatia all’idea che l’Italia debba essere sostenuta in questa fase. Come e quanto è ancora da decidere.
C’è il consenso di «fare il possibile per una soluzione amichevole», spiega un esponente comunitario, che nota come tutti siano «sulla stessa linea». Aggiunge un altro funzionario: «È stata data al commissario agli affari monetari Pierre Moscovici una linea politica. Rimane da studiare come metterla in pratica. Ma c’è l’idea che bisogna venire incontro alle richieste italiane». Sullo sfondo c’è un delicato referendum costituzionale: molti qui temono che un voto sfavorevole al governo provochi nuova instabilità.
Il ministero dell’Economia ha trasmesso a Bruxelles una boz- za di bilancio per il 2017 che a tutta prima ha provocato reazioni dubbiose alla Commissione europea, chiamata la settimana prossima a dare la sua opinione. Il paese si era impegnato all’inizio dell’anno a ridurre il deficit strutturale dello 0,6% del prodotto interno lordo. La Finanziaria prevede invece un aumento del disavanzo strutturale dello 0,4%, che la stessa Commissione stima addirittura allo 0,6 per cento.
Lo stesso esecutivo comunitario ha pubblicato mercoledì scorso previsioni economiche piuttosto negative. Si aspetta per il 2017 un deficit al 2,4% del Pil e un debito al 133,1% del Pil (si veda Il Sole 24Ore di ieri). Il governo italiano ha chiesto margini di flessibilità di bilancio per le spese eccezionali provocate sia dall’emergenza rifugiati che dai recenti terremoti. A Bruxelles si sta facendo strada l’idea che il paese abbia diritto al sostegno delle istituzioni comunitarie.
Due i fronti su cui hanno discusso i commissari. Il primo riguarda il metodo da applicare nel valutare le spese legate ai terremoti. Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, Moscovici ha suggerito una applicazione meno restrittiva delle regole comunitarie. Scomputate dal calcolo dello sforzo strutturale possono essere solo le spese una tantum legate all’emergenza. Si cerca quindi il modo di allargare lo spettro di applicazione della regola agli investimenti di più lungo termine.
L’altro fronte è quello della spesa per gestire l’emergenza rifugiati. Ancora martedì qui a Bruxelles, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sottolineato che l’Italia sta affrontando la crisi da tempo, da prima che la Commissione decidesse di considerare questa spesa con maggiore magnanimità. Nel collegio dei commissari si riconosce che l’Italia non ha torto e che bisogna in qualche modo riconoscerle lo sforzo «in nome e per conto dell’Europa», come ha detto lunedì lo stesso Moscovici.
Interessante è notare che ieri a Berlino il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha avuto parole di riguardo sull’Italia, che ha definito in un discorso davanti alla Fondazione Konrad Adenauer un paese «importante» che sta affrontando «enormi flussi di rifugiati, molteplici terremoti, e anche un tornado». L’ex premier lussemburghese ha aggiunto che sul fronte dei rifugiati e dei terremoti «dobbiamo essere a fianco dell’Italia, non contro l’Italia. Dobbiamo sostenere l’Italia».
Le parole contrastano con quelle pronunciate lunedì dallo stesso Juncker (si veda Il Sole 24 Ore di martedì). D’altro canto, quelle parole erano probabilmente solo uno sfogo dinanzi alle critiche italiane contro la Commissione. La partita in vista dell’opinione del 16 novembre non è però terminata. «C’è stata una riflessione politica – spiega il funzionario comunitario – che ora deve essere tradotta in una soluzione accettabile per tutti i commissari, che hanno sensibilità politiche diverse».
LA SVOLTA DI JUNCKER L’ex premier lussemburghese cambia linea rispetto ai giorni scorsi: su rifugiati e terremoto dobbiamo essere a fianco dell’Italia e sostenerla