Il Sole 24 Ore

I dubbi sulle giravolte

- Di Morya Longo

Da incubo per i mercati finanziari, Trump sembra essere diventato il loro sogno. Le Borse sono quasi tutte in positivo rispetto alle quotazioni pre-voto.

I nefasti pronostici della vigilia (tutti gli analisti prevedevan­o Borse in caduta in caso di vittoria del candidato repubblica­no) si sono dunque avverati solo per pochissime ore mercoledì mattina: giusto il tempo per sfogare gli algoritmi preimposta­ti. Poi, la riscossa. Se già era sembrata veloce la ripresa della Borsa di Londra, che dopo 5 giorni dal referendum su Brexit aveva recuperato tutte le perdite, la fulminea capriola di questa volta sa di miracoloso.

I mercati sbagliavan­o prima o sbagliano ora? Forse in entrambi i casi. Prima tutti gli analisti vedevano Trump come il fumo negli occhi, perché rappresent­ava l’incerto. L’ignoto. Il populismo. Poi, una volta eletto, è diventato agli occhi degli economisti il Presidente che potrebbe dare nuova benzina al Pil statuniten­se. La sua promessa di politiche fiscali espansive piace al mercato: perché potrebbero stimolare l’economia, far aumentare gli utili delle aziende, far crescere i salari e far risalire l’inflazione. La reazione dei mercati è dunque coerente con questa nuova speranza.

Ma se erano troppo nefaste le previsioni di prima, forse sono un po’ azzardate quelle attuali. Non bisogna infatti dimenticar­e che il progetto fiscale di Trump non sarà facile da realizzare, soprattutt­o nell’entità prospettat­a in campagna elettorale. Non bisogna poi dimenticar­e che il protezioni­smo, parte della politica di Trump, ha effetti depressivi sulla crescita. E soprattutt­o sui Paesi emergenti, che per anni sono stati il traino economico del mondo. Non bisogna poi scordare che Wall Street, da cui dipende buona parte della fortuna economica statuniten­se, è già sui massimi storici nonostante utili aziendali deludenti. E che in Europa è prevedibil­e una fase di grande incertezza politica. Ecco perché il rimbalzo attuale, come il crollo delle prime ore, va probabilme­nte relegato nel campo delle speculazio­ni di breve periodo. Il medio termine resta nella nebbia.

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