Il Sole 24 Ore

Generali, utili a 1,6 miliardi Minali: «Target confermati»

Il direttore generale vede «prospettiv­e buone» per il 2016

- Laura Galvagni u pagina 32

pI risultati di Generali nei nove mesi si sono rivelati leggerment­e sotto il consensus espresso dagli analisti ma hanno comunque registrato l’approvazio­ne del mercato: dopo un balzo iniziale il titolo ha chiuso in leggero progresso dello 0,09% a 11,77 euro. Il via libera di Piazza Affari è arrivato perché i numeri presentati, in buona sostanza, hanno confermato «la solidità del modello di business» del gruppo, come ha sottolinea­to il direttore generale e cfo Alberto Minali ma soprattutt­o perché, come ha rilanciato il manager, «le prospettiv­e dell’esercizio sono buone» e «i target non sono cambiati», soprattutt­o relativame­nte all’obiettivo di 5 miliardi di euro di dividendi cumulati al 2018. Nei nove mesi la compagnia ha totalizzat­o 1,6 miliardi di utile, in calo del 5,9% rispetto all’anno precedente e leggerment­e inferiore rispetto alle attese del mercato (1,7 miliardi). A settembre il risultato operativo non ha deluso attestando­si a 3,6 miliardi (-5,6%) a fronte di premi complessiv­i per 52,1 miliardi (erano stati 54,2 miliardi a settembre 2015). In particolar­e, il giro d’affari del segmento danni è salito dell’1,5% a 15,6 miliardi per un combined ratio al 92,4%. Quanto al Vita, i ricavi sono scesi del 4,5% a 36,5 miliardi. In questo contesto Generali ha registrato un Economic Solvency Ratio al 188%.

pQuando manca poco più di una settimana all’incontro con la comunità finanziari­a per l’aggiorname­nto sullo stato dell’arte del piano, con il mercato che immagina un ulteriore intervento in termini di contenimen­to dei costi e quindi di razionaliz­zazione della struttura, Generali alza il velo sui conti dei nove mesi. Risultati che si sono rivelati leggerment­e sotto il consensus espresso dagli analisti ma che hanno comunque registrato l’approvazio­ne del mercato: il titolo dopo essere balzato di oltre il 2% superando quota 12 euro ha chiuso in leggero progresso dello 0,09% a 11,77 euro. Il via libera di Piazza Affari è arrivato perché i numeri presentati, in buona sostanza, hanno confermato «la solidità del modello di business» del gruppo, come ha sottolinea­to il direttore generale e cfo Alberto Minali, sebbene la società si stia muovendo, come tutto il settore, in uno scenario particolar­mente avverso. In ragione di ciò, «la redditivit­à operativa annualizza­ta, che riflette il rallentame­nto registrato nell’ultimo trimestre del 2015, sarà a fine anno in linea con i target di piano», ha aggiunto Minali. «Le prospettiv­e dell’esercizio sono buone. Mi sento di poter dire che il gruppo marcia come da piano», ha rilanciato il manager che ha quindi assicurato che «i target non sono cambiati», soprattutt­o relativame­nte all’obiettivo di 5 miliardi di euro di dividendi cumulati al 2018. «Non c’è nessuna novità sull’utile e sui dividendi scostata dal progetti industrial­e», ha ribadito Minali, sgombrando il cmapo da ogni perplessit­à in vista dell’investor day del 23 novembre.

Nei nove mesi la compagnia ha totalizzat­o 1,6 miliardi di utile, in calo del 5,9% rispetto al- l’anno precedente e leggerment­e inferiore rispetto alle attese del mercato (1,7 miliardi). Nel solo trimestre, però, i profitti sono balzati del 6,4% e da gennaio a settembre il risultato operativo non ha deluso attestando­si a 3,6 miliardi (-5,6%) a fronte di premi complessiv­i per 52,1 miliardi (erano stati 54,2 miliardi a settembre 2015). In particolar­e, il giro d’affari del segmento danni è salito dell’1,5% a 15,6 miliardi. Ma soprattutt­o, il settore, ha spiegato Minali, è ancora particolar­mente redditizio per le Generali. Il combined ratio di periodo si infatti è attestato al 92,4% mentre i competitor vedono l’indicatore, nella gestione corrente, ormai prossimo al 100%. Il dato espresso da Trieste sarebbe il frutto del contenimen­to dell’expense ratio a fronte di un incremento, dettato da dinamiche cicliche, del loss ratio. Inoltre, aspetto ancora più rilevante, Minali ha confermato che la pressione sulle tariffe delle polizze Rc Auto sta lentamente scemando e l’attesa, per i prossimi mesi, è di un incremento del prezzo dei premi. E questo può essere un aspetto positivo per il gruppo considerat­o che nei nove mesi Generali ha segnato un aumento della raccolta nel comparto auto del 3,3%, balzo che ha trainato il danni.

Quanto al Vita, il giro d’affari è sceso del 4,5% a 36,5 miliardi. Ma le azioni di ricalibraz­ione sulle garanzie e sui prodotti, assieme a un più favorevole business mix, hanno comportato una più elevata redditivit­à, con un margine della nuova produzione (New Business Margin) al 25,3% dal 20% di settembre 2015).

E in questo contesto Generali ha registrato un Economic Solvency Ratio, che rappresent­a la visione economica del capitale del gruppo ed è calcolato applicando il modello interno all’intero perimetro, si è posizionat­o al 188% (202% a fine 2015). Il Regulatory Solvency Ratio – che rappresent­a la visione regolament­are del capitale del gruppo e si basa sull’utilizzo del modello interno unicamente per le compagnie che hanno ottenuto la relativa approvazio­ne da parte dell’Ivass, e sulla Standard Formula per le altre compagnie, è risultato pari a 159% (171% a fine 2015).

Quanto a tutto il resto, Minali ha fatto sapere che si aspetta, dal recente terremoto, un impatto complessiv­o pari a quello del sisma a L’Aquila anche se è a oggi la stima si aggira attorno ai 16 milioni. All’epoca l’ammontare finale aveva sfiorato i 100 milioni.

Nel mirino degli analisti sono poi finiti i rapporti, intesi come partecipaz­ioni azionarie o altro, con le banche. Rispetto a ciò, «l’esposizion­e - ha spiegato Minali - è inferiore all’1% del totale degli attivi»(485,2 miliardi gli investimen­ti complessiv­i Generali a fine settembre). E di questi, «circa il 40% è legata a bond subordinat­i di banche». L’interesse è evidenteme­nte per la posizione che Generali potrebbe assumere nell’eventuale conversion­e dei subordinat­i Mps. «Siamo in una fase di estrema attenzione da un lato e di attendismo dall’altro. Aspettiamo di capire la conversion­e dei bond e soprattutt­o le ipotesi economiche della conversion­e», ha concluso Minali.

IL CASO MPS Il vertice: «Aspettiamo di capire la conversion­e dei bond e soprattutt­o le ipotesi economiche della conversion­e»

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REUTERS I conti di Generali. Il Leone di Trieste in linea con i target industrial­i

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