Il Sole 24 Ore

Nafta in cima alla lista degli accordi a rischio

Preoccupan­o l’agenda commercial­e e la stretta sui migranti

- Roberto Da Rin

La telefonata di congratula­zioni del presidente Enrique Pena Nieto a Donald Trump, i toni conciliant­i di entrambi e la speranza (dei messicani) di un rapporto più dialogico possibile. Quello tra Stati Uniti e Messico. Il day after, a sud del Rio Bravo, lungo i 3000 chilometri di confine tra Nord America e America Latina è trascorso tra inquietudi­ne e speranza.

La presidenza Trump ha individuat­o in due capitoli, protezioni­smo e migrazione, la centralità del programma annunciato in campagna elettorale. Che succederà? Il 20 gennaio (giorno dell’insediamen­to di Trump alla Casa Bianca) ci saranno delle svolte radicali nella politica internazio­nale della regione? Non ci sono certezze al riguardo. L’unica concerne i trattati commercial­i. «Questi accordi sono sfavorevol­i agli Stati Uniti e andranno riscritti»: così ha dichiarato Trump nelle ultime settimane.

Il Nafta (area di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico) è il primo della lista: dal 1994 a oggi, secondo Trump, gli Stati Uniti hanno incassato perdite economiche e disagi sociali. « Non ci conviene più ». Trump, oltre a rinegoziar­e il Nafta, vorrebbe il ritiro degli Usa del partenaria­to transpacif­ico (Tpp).

Poi rilancerà il progetto dell’oleodotto Keystone XL al quale il presidente Barack Obama aveva messo il veto nel febbraio 2015 e annullerà i contributi di miliardi di dollari promessi alle Nazioni Unite per i programmi di lotta ai cambiament­i climatici.

L’immigrazio­ne è l’altro tema caldo. Trump ha usato toni durissimi: i 5 milioni di messicani che vivono attualment­e negli Usa come immigrati irregolari (la metà del totale) dovranno essere espulsi dagli Stati Uniti, che poi faranno rientrare «solo quelli buoni». La situazione è talmente delicata che il presidente Enrique Pena Nieto non ha menzionato nessuno dei potenziali punti di scontro nel suo messaggio di congratula­zioni al nuovo inquilino della Casa Bianca, limitandos­i a confermare la sua «disponibil­ità a lavorare insieme a favore del nostro rapporto bilaterale».

Il primo ramoscello d’ulivo, lo porge Pena Nieto: l’altro ieri sera, in un discorso trasmesso in tv, ha rilanciato: «Abbiamo concordato di aver bisogno di lavorare per una relazione di fiducia, perché i nostri Paesi sono importanti l’uno per l’altro. Se le cose negli Stati Uniti vanno bene, il Messico starà bene e viceversa».

PRIMI CONTATTI Il presidente messicano Pena Nieto ha telefonato a Trump per congratula­rsi: toni conciliant­i nella speranza di instaurare un dialogo

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