E la Polonia rischia di perdere il grande alleato
Da Varsavia, Jaroslaw Kaczynski, il grande capo della destra populista polacca, si sta sbracciando per salutare come si deve Donald Trump. Alla vicinanza politica e alla riverenza che è dovuta al nuovo presidente degli Stati Uniti si aggiunge il timore di perdere un alleato indispensabile in una fase confusa e fluida anche per l’Europa dell’Est. «Con Trump le relazioni tra Polonia e Usa saranno ottime. L’America è il nostro partner politico più importante, il nostro principale alleato, e siamo certi che la vittoria di Trump aiuterà la Polonia», hanno dichiarato i leader di Diritto e Giustizia, il partito di conservatore ed euroscettico tornato al governo un anno fa.
In perenne e insanabile contrasto con la Russia, da mesi all’attacco dell’Unione europea, la Polonia non può permettersi di perdere il riferimento politico e militare di Washington: per questo l’amicizia tra Trump e Vladimir Putin e le minacce di Trump di smantellare la Nato non fanno chiudere occhio a Kaczynski.
«In Polonia i leader di Diritto e Giustizia sono entusiasti, sentono di appartenere alla stessa famiglia di Trump: la sfida contro l’establishment, il populismo, la connotazione illiberale delle proposte li rende molto simili», spiega Slawomir Majman, responsabile dell’agenzia polacca per gli investimenti con il precedente governo, oggi advisor di Pracodawcy RP, la confederazione delle imprese polacche, e senior advisor di Dentons. «La vittoria di Trump in definitiva rafforza l’autocompiacimento della maggioranza che governa in Polonia: guarda, dicono, noi e gli ungheresi non siamo più soli», afferma Majman.
«I sostenitori del governo polacco vedono nella vittoria di Trump la prova che il genere di politiche populiste-autoritarie messe in atto dal partito di Kaczynski è diventato il new normal nel mondo occidentale», conferma Jacek Kucharczyk, presidente dell’Institute of public affairs, think tank indipendente di Varsavia. «È opinione largamente diffusa - afferma Kucharczyk - che l’amministrazione Trump non interverrà per ammonire il governo polacco per il suo assalto alla Corte Costituzionale e alle istituzioni democratiche, come invece fece Barack Oba- ma durante l’ultimo summit Nato di luglio qui in Polonia: un grande sollievo per loro».
Il governatore della Banca centrale polacca, Adam Glapinski, ha spiegato ieri che il programma di Trump non comporta «nell’immediato alcun rischio» per l’economia e le finanze della Polonia. Per il governo di Varsavia le preoccupazioni non riguardano l’economia mentre saranno decisive per la sicurezza nazionale le prossime scelte americane sull’Alleanza atlantica, sulla Russia e sull’Ucraina.
«La vittoria di Trump sposterà senza dubbio l’attenzione verso l’Asia lasciando in secondo piano l’Europa dell’Est e la Nato. Verosimilmente - afferma Majman - la nuova amministrazione americana nella prima fase cercherà di avviare il negoziato con la Russia di Vladimir Pu-
SICUREZZA MILITARE Kaczynski esulta per il voto americano ma guarda con sospetto all’asse tra Washington e la Russia di Putin
tin, ma sono certo che Trump resterà presto deluso». Sulla Nato il governo polacco è molto sensibile. «La strategia di Diritto e Giustizia sulla sicurezza nazionale si basa su una massiccia e crescente presenza delle forze militari americane nell’Europa centrale ma ora non è più chiaro se Trump rispetterà gli impegni sottoscritti dagli Stati Uniti nel vertice Nato di Varsavia», dice Kucharczyk.
Anche sui migranti il governo populista di Varsavia è vicino a Trump: il «no» alle quote sui rifugiati dell’Unione fanno il paio con il muro da costruire alla frontiera con il Messico. Ma per paradosso proprio le politiche del nuovo presidente Usa potrebbero far scoppiare la questione migranti in Polonia. «Se Trump lascerà a Putin mano libera in Ucraina, la Polonia potrebbe dover affrontare una crisi di rifugiati di dimensioni senza precedenti. Oggi pochissimi cittadini ucraini hanno ricevuto asilo nel nostro Paese ma gli esponenti del governo polacco ripetono da mesi che in Polonia vivono già un milione di rifugiati ucraini: purtroppo una nuova crisi in Ucraina potrebbe trasformare le bugie in realtà».