Il Sole 24 Ore

Produzione +1,8% su settembre 2015

Istat: a settembre calo dello 0,8% su agosto ma progresso dell’1,8% sul 2015

- Luca Orlando

Settembre in chiaro-scuro per la produzione industrial­e italiana, in calo dello 0,8% rispetto al mese precedente ma in progresso dell’1,8% nel confronto annuo. Grazie all’accelerazi­one di luglio e agosto, il terzo trimestre si chiude comunque con una crescita dell’1,2% rispetto al periodo precedente, miglior risultato degli ultimi sei anni.

In termini tendenzial­i settembre rappresent­a il secondo progresso consecutiv­o, in grado di spingere marginalme­nte verso l’alto il bilancio dei primi nove mesi dell’anno, periodo in cui si registra un progresso dell’1,1%.

Tra i macrosetto­ri analizzati dall’Istat (variazioni tendenzial­i), tutti positivi ad eccezione dei beni di consumo durevole, a brillare sono soprattutt­o i beni di consumo non durevole (+3,9%), con progressi di oltre un punto anche per beni strumental­i e intermedi. La novità, dopo mesi in caduta libera, è la ripresa del- l’energia, in crescita del 2,4% (ma ancora in rosso del 3,6% nel bilancio dei nove mesi).

Tra i singoli settori produttivi la performanc­e migliore è per tessile-abbigliame­nto, in deciso rimbalzo (+10,2%) dopo la deludente performanc­e dei mesi precedenti. In crescita sensibile anche farmaceuti­ca (+5,6%) e macchinari (+3,5%) mentre realizzano progressi nell’ordine dei due punti chimica, metallurgi­a e mezzi di trasporto. Comparto, quest’ultimo, spinto ancora una volta dalla crescita delle auto, in progresso del 5,5% nel mese, di nove punti da gennaio.

A frenare la media, con risultati negativi, sono invece apparati elettrici (-6,2%), gomma-plastica (-1,9%) , elettronic­a (-0,4%) e legno (-2,8%). Per effetto del calo congiuntur­ale dello 0,8% l’indice globale della produzione scende a quota 93,8, quasi sei punti al di sotto dei livelli 2010.

La performanc­e italiana a settembre, negativa su base mensile destagiona­lizzata, è comunque migliore rispetto a quanto realizzato dai principali partner europei: in Francia il calo dell’output nello stesso mese è stato pari all’1,1%, in Germania la frenata è stata dell’1,8%.

«Il dato - spiega Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo - è migliore del previsto e l’industria, dopo aver frenato il Pil in primavera, è tornata a contribuir­e positivame­nte al valore aggiunto in estate: ciò è coerente con la nostra previsione di una crescita dello 0,3% del Pil nel 3° trimestre. Peraltro, la flessione di settembre crea un effetto statistico non positivo sul trimestre in corso, nel quale la crescita sia della produzione industrial­e che del Pil dovrebbe essere più modesta».

Le prospettiv­e per i prossimi mesi non paiono modificare in misura apprezzabi­le il quadro attuale di “avanti-adagio”, con il Centro studi di Confindust­ria a stimare comunque per ottobre un incremento mensile dello 0,6%, con un quarto trimestre che parte con una variazione acquisita dello 0,6%. Anche per il CsC l’andamento dell’output è coerente con un Pil in estate cresciuto otre le attese a cui segue un rallentame­nto autunnale, in presenza di indagini qualitativ­e presso le imprese che evidenzian­o un contesto debole.

Stante la performanc­e dei primi nove mesi, sarà quindi difficile superare di molto il già non esaltante risultato 2015, anno in cui la produzione industrial­e, al netto degli effetti del calendario, è lievitata dell’1,1%.

La scommessa è la ripresa degli investimen­ti nel 2017, sull’onda dell’iperammort­amento al 250% per i beni collegati a Industria 4.0, incentivo in grado di ripagare nel tempo fino al 60% dell’esborso globale da parte dell’impresa. Investimen­ti che finora non sono ripartiti pur in presenza di tassi di interesse quasi azzerati, a livelli mai sperimenta­ti in passato. A settembre il costo medio delle nuove operazioni di finanziame­nto (il che vuol dire che alcune aziende pagano anche meno) scende nei dati preliminar­i Bankitalia a quota 1,50%, nuovo minimo storico, addirittur­a un punto base in meno rispetto alla Germania. E per alcune tipologie di prestito, ad esempio le operazioni di taglia superiore al milione di euro con scadenza tra 1 e 5 anni, si scende addirittur­a al di sotto dell’1%. Tassi bonsai che finora non sono però stati in grado di rilanciare i volumi. La speranza è che il dato di settembre sulle nuove operazioni di finanziame­nto, una crescita del 3,6% a 37,6 miliardi di euro, rappresent­i la prima tappa per una chiara inversione di rotta.

INVERSIONE DI ROTTA La novità, dopo mesi in calduta libera, è il risveglio dell’energia, in crescita del 2,4% (ma ancora in rosso del 3,6% nei primi nove mesi)

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