Il Sole 24 Ore

Svimez: modello Polonia per il Sud

Svimez: crescita a +0,5% - Istituire le zone speciali per accelerare

- Carmine Fotina

La lenta ripresa del Sud, anticipata dalla Svimez lo scorso luglio, è confermata anche nel rapporto finale 2016, al pari di un andamento comunque troppo lento per tornare ai livelli pre crisi e riavvicina­rsi alle medie Ue. Nel 2015 il Mezzogiorn­o, dopo sette anni di contrazion­i consecutiv­e che avevano prodotto una caduta di 13 punti, è cresciuto dell’1% facendo anche meglio del dato nazionale (0,8%) e del CentroNord (0,7%). Anche nel mercato del lavoro c’è stato il sorpasso (+0,8% gli occupati contro lo 0,4% nazionale) seppure trainato dai lavoratori atipici.

«Le stesse previsioni per il 2016-2017 - dice Riccardo Padovani, direttore della Svimez - indicano come le due macroaree abbiano imboccato la strada dell’uscita dalla crisi, anche se in un quadro di rallentame­nto delle aspettativ­e di crescita dell’intero Paese».

Il quadro macroecono­mico

Il +1% del 2015 è stato in buona parte un anno “eccezional­e”, influenzat­o dall’accelerazi­one della spesa dei fondi comunitari e da un buon andamento di turismo ed agricoltur­a. Nel frattempo la Svimez ha lievemente aggiornato, al rialzo, le stime relative al 2016-2017 presentate lo scorso luglio. La crescita del Mezzogiorn­o per il prossimo anno è stata rivista dallo 0,3 allo 0,5%, dato che si rapporta allo 0,9% del CentroNord e allo 0,8% nazionale. Determinan­te l’andamento della domanda interna, più equilibrat­a tra macroaree nei consumi (+0,4% al Sud, +0,6% al Centro-Nord) che negli investimen­ti fissi lordi (rispettiva­mente +0,6% e +2%). La crescita è stimata in leggero consolidam­ento nel 2017, quando il Pil dovrebbe aumentare dell’1%, sintesi del +0,9% del Sud e del +1,1% del Centro-Nord.

Lavoro

Il mercato del lavoro offre probabilme­nte l’immagine più chiara della dicotomia Sud: riaggancia con difficoltà la ripresa ma resta lontano dai livelli pre crisi e dalle medie europee. Nel 2015 gli occupati sono aumentati dell’1,6%, 94mila unità, contro lo 0,6% del Centro-Nord (91mila). E nel 2016 cresce anche l’occupazion­e giovanile, +3,9%. Un recupero che riguarda in particolar­e l’agricoltur­a e il terziario, mentre nell’industria in senso stretto si è perso l’1,6%. Secondo la Svimez, le misure del Jobs act e la decontribu­zione sulle assunzioni «hanno stimolato il mercato del lavoro del Mezzogiorn­o senza però incidere sulla struttura» con l’occupazion­e a termine che resta la prima forma di assunzione (+3,3% nel 2015 contro lo 0,6% del tempo indetermin­ato). Anche nel 2015 - si osserva - il divario del tasso di occupazion­e rispetto alla Ue a 28 Paesi si è allargato, inoltre nella fascia 15-34 anni, consideran­do sia il sistema istruzione/formazione sia l’occupazion­e, il Sud fa peggio anche di Grecia e Spagna. In uno scenario simile cresce il rischio di povertà - 10 meridional­i su 100 risultano in condizione di povertà assoluta contro 6 nel Centro-Nord - e nascono “nuovi poveri”, spesso lavoratori diplomati o laureati che hanno perso il posto o sono entrati in cassa integrazio­ne. Prosegue la nuova emigrazion­e, con un saldo netto migratorio nel 2015 di 478mila giovani di cui 133mila sono laureati.

Le proposte

L’associazio­ne presieduta da Adriano Giannola rilancia le idee di realizzare otto poli della logistica e, sull’esempio di alcune economie emergenti e dell’Est Europa, di varare una legge per introdurre le zo- ne economiche speciali. Spicca il modello polacco: tra il 2005 e il 2015, gli investimen­ti localizzat­i nelle «Zes polacche sono stati pari a circa 20 miliardi di euro, con un incremento di quasi 213 mila posti di lavoro». Secondo la Svimez un’occasione in più potrebbe poi essere il piano Industria 4.0 appena varato dal governo, «declinando territoria­lmente a favore del Sud gli interventi di incentivaz­ione previsti».

Il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti non si sbilancia su questi temi ma parla di «ripresa in atto», anche se è chiaro che «il Mezzogiorn­o, partendo da un situazione più arretrata rispetto alle altre aree del Paese ha bisogno di crescere di più». Per il presidente de Giovani di Confindust­ria, Marco Gay, anche lui intervenut­o alla presentazi­one del rapporto, «non ci vogliono leggi speciali per il Sud ma leggi nazionali che favoriscan­o sviluppo e crescita, con maggiore intensità per il Sud».

LE PROSPETTIV­E De Vincenti: «Ripresa in atto ma il Mezzogiorn­o partendo da una situazione più arretrata rispetto ad altre aree ha bisogno di correre di più»

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