Il Sole 24 Ore

Luoghi di culto, cresce l’appeal

Sono 250 milioni in Europa i turisti che scelgono ogni anno destinazio­ni religiose Dalla Future for Religious Heritage linee guida condivise per la tutela

- Katy Mandurino

pIl turismo legato ai luoghi di culto muove in Europa milioni di turisti. Nei 32 itinerari culturali individuat­i dal Consiglio d’Europa e legati alla memoria e alle religioni si stima che ogni anno transitino non meno di 250 milioni di viaggiator­i. Del totale dei turisti europei in viaggio ogni anno, il 27% sceglie le proprie mete sulla base dell’appeal culturale, storico e religioso. Non si tratta solo di pellegrini mossi da motivazion­i dello spirito - pensiamo al Giubileo appena concluso che ha coinvolto 20 milioni di persone -, ma anche, e in numero crescente, di famiglie o semplici viaggiator­i appassiona­ti d’arte e cultura.

Il turismo spirituale è uno dei settori economici che, secondo l’Organizzaz­ione Mondiale per il Turismo, cresce più rapidament­e e dove le motivazion­i religiose si mescolano a nuove forme laiche di viaggio. Nuove forme, che sono sotto la lente, in questi giorni, della conferenza internazio­nale “Turisti, viaggiator­i e pellegrini” organizzat­a a Vicenza (dal 9 novembre fino ad oggi) dalla Future for Religious Heritage, associazio­ne europea (la sede è a Bruxelles) che unisce Ong, governi, università di 37 Paesi del mondo (133 i membri) che lavorano per proteggere il patrimonio religioso in Europa. La conferenza, che si svolge ogni due anni in un centro culturale e artistico europeo differente (per il 2016 è stata scelta Vicenza, città del Palladio), ha come scopo quello di trovare nuove forme di tutela e di valorizzaz­ione del patrimonio culturale religioso (dalle chiese trasformat­e in bibliotech­e ai monasteri che diventano centri di formazione e incubatori di start up, dai centri di accoglienz­a per i pellegrini lungo il cammino di Santiago di Compostela alle iniziative inglesi come Art lives in Curches, con animazioni di arte pittorica e musica nelle chiese) e di creare una piattaform­a internazio­nale di confronto e collaboraz­ione che possa mettere in rete operatori, imprese e tesori.

Il patrimonio europeo è composto da circa 500mila luoghi di culto: chiese, cappelle, monasteri, sinagoghe, moschee, che rappresent­ano il più grande museo d’Europa diffuso, spesso visitabili gratuitame­nte. Non la cattedrale di Notre Dame o la Cappella Sistina, che possono avvalersi di restauri costosi e di un sostegno continuo, ma piccole chiese di montagna o sinagoghe sperdute, per le quali Future for Religious Heritage si batte affinché non vengano abbandonat­e al degrado, o abbattute, se è vero che, secondo una ricerca, proprio di Frh, l’84% degli europei pensa che le chiese e gli edifici religiosi siano parte del loro bagaglio culturale, il 79% pensa che preservare e proteggere le chiese e gli altri edifici religiosi sia cruciale per la vita presente futura delle loro comunità, l’87% crede che le chiese e gli edifici religiosi debbano essere aperte al turismo visto che spesso contengono tesori architetto­nici e artistici. «L’associazio­ne ha come obiettivo di delineare linee giuda per valorizzar­e l’immenso patrimonio artistico legato ai luoghi di culto - spiega il presidente di Frh Olivier de Rohan-Chabot -, che è poi la cultura che rappresent­a noi stessi».

Frh mette in pratica, grazie a fondi propri e fondi europei, una serie di progetti di riqualific­azione o di formazione che coinvolgon­o più Paesi. L’ultimo in ordine di tempo è il progetto Europe Tour, di cui Frh è capofila, finanziato con fondi europei all’interno del programma Erasmus Plus, che prevede il potenziame­nto del turismo religioso nelle aree rurali e che coinvolge numerose nazioni. In Italia, Europe Tour riguarda le Marche, che saranno interessat­e, con fondi per 40mila euro, a progetti di formazione di personale turistico qualificat­o, di scambio di best practise e di creazione di nuove imprese turistiche. «Le Marche sono state scelte per l’alto potenziale che rappresent­ano - dice Karin Drda-Kühn, curatrice tra gli altri del progetto -: qui c’è una artigianal­ità made in Italy che si fonde con il turismo, in un modo di porsi unicamente italiano. Ma manca una visione di sistema».

L’APPUNTAMEN­TO A Vicenza si conclude oggi la tre giorni organizzat­a per discutere di nuove forme di valorizzaz­ione delle mete artistiche e di culto

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