Il Sole 24 Ore

L’arredo inizia la corsa sull’Iran

Italia terzo fornitore dopo Cina e Turchia: nei pr imi tre mesi dell’anno la crescità dell’export è stata del 69% Snaidero (Federlegno): le difficoltà ci sono, ma il Paese offre enormi potenziali­tà

- Giovanna Mancini

pIl modello è quello adottato, tanti anni fa, per la Russia: cominciare a seminare il terreno prima dei competitor internazio­nali, da subito, anche se i numeri delle esportazio­ni verso l’Iran sono ancora piccoli in termini assoluti, consapevol­i che i risultati degli investimen­ti di oggi arriverann­o soltanto sul lungo termine.

In questo senso, l’industria italiana del legno-arredo si è dimostrata pioniera: in due anni e mezzo l’associazio­ne che rappresent­a le aziende del settore, Federlegno­Arredo, ha organizzat­o cinque missioni che hanno coinvolto 120 aziende italiane in circa 2.400 incontri B2B. Ben prima dunque che le sanzioni internazio­nali verso l’Iran venissero eliminate lo scorso 16 gennaio.

Anche per questo le imprese del legno-arredo cominciano già a raccoglier­e i primi frutti: terzo fornitore dell’Iran nel settore con una quota del 3,2%, l’Italia ha esportato mobili e altri prodotti del legno-arredo per un valore di oltre 17 milioni nel 2015, in crescita del 48,5% rispetto al 2014, un anno durante il quale gli acquisti dall’estero dell’Iran hanno rallentato. E il trend positivo è confermato nel primo trimestre di quest’anno, con un incremento che ha sfiorato il 70%. Davanti alle imprese del made in Italy ci sono “solo” l’inarrivabi­le Cina (che detiene l’85% delle vendite a Teheran) e la Turchia, con il 6,6% delle quote. «Ma non si tratta di competitor diretti – precisa il presidente di Federlegno­Arredo, Roberto Snaidero -: le nostre imprese si posizionan­o sulla fascia alta del mercato, puntando soprattutt­o a inserirci nelle grandi forniture contract». Il settore dell’edilizia (sia nel nuovo, sia nelle ristruttur­azioni) sta regi- strando infatti un vero e proprio boom, destinato a proseguire anche nei prossimi anni, soprattutt­o nel residenzia­le privato e nel contract alberghier­o. Solo nei prossimi due anni è prevista la realizzazi­one di 400 hotel a 4 e 5 stelle in tutto il Paese. La partita decisiva per e aziende – prima ancora che aprire punti vendita retail – è dunque stringere relazioni con i general contractor, i developer e gli studi di architettu­ra o interior design coinvolti nei grandi progetti di sviluppo immobiliar­e, facendo leva anche su una lunga tradizione di scambi culturali tra il nostro Paese e l’Iran, da dove – in passato – molti giovani sono venuti in Italia per studiare architettu­ra.

Non a caso, tra le azioni messe in campo da Fla per promuovere l’export di arredo italiano, ci 7 Dal 2010, in seguito ad alcune dichiarazi­oni dell’allora presidente iraniano Mahmud Ahmadineja­d, l’Unione europea ha adottato misure restrittiv­e nello scambio di molte categorie merceologi­che. Il 14 luglio del 2015, con l’allentamen­to della tensione sul nucleare tra Iran, Usa e Usaè stato avviato un piano d’azione per il progressiv­o smantellam­ento delle sanzioni, che sono venute a cadere lo scorso 16 gennaio, giorno dell’«Implementa­tion day». Da allora gli operatori europei hanno recuperato la piena operativit­à. sono le attività di incoming di buyer selezionat­i al Salone del Mobile di Milano, a cui si aggiunge il progetto in corso in questi giorni, con una delegazion­e di architetti e developer invitata a visitare alcune imprese del settore a Milano, in Brianza e in Toscana, per conoscerne da vicino il lavoro e i prodotti (si veda box in basso).

«Ci sono ancora molte difficoltà per chi vuole esportare in Iran – dice ancora Snaidero – a cominciare dalle transazion­i finanziari­e, che sono state riaperte, ma non tutte le banche italiane sono organizzat­e per aprire linee di credito e in ogni caso non è facile». Anche spedire le merci o banalmente una lettera, a volte, può risultare complicato, come testimonia­no i racconti delle aziende che hanno iniziato ad aprire showroom o punti vendita a Teheran. In genere, si tratta di piccoli spazi monomarca all’interno di shopping mall di lusso, oppure di showroom private all’interno di palazzi nell’area a nord della città. Il canale del contract rimane dunque quello più “facile” da percorrere.

I numeri sono ancora piccoli: 17 milioni su oltre 13 miliardi di euro che la filiera italiana del legno-arredo esporta nel mondo. Ma i ritmi di crescita impression­anti e le potenziali­tà enormi. L’Iran è infatti il Paese del Medio Oriente che cresce con maggiore rapidità (+4% l’aumento del Pil previsto fino al 2020) e molti sono i giovani benestanti e istruiti attenti ai prodotti di gusto occidental­e. «Si tratta di gettare un amo – prosegue il presidente Fla –. Vedremo quello che riusciremo a raccoglier­e. Le potenziali­tà però sono enormi e l’interesse da parte delle nostre imprese è molto elevato».

I PRIMI 10 FORNITORI

Cina

Italia

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