Il Sole 24 Ore

«Priorità al made in Italy»

- Gi.M.

pAli Sakhi, architetto e manager di Nobico, è stato diverse volte in Italia e ha partecipat­o a tre edizioni del Salone del Mobile di Milano. Lavora da tempo con brand dell’arredo-design italiano, di cui apprezza soprattutt­o il mix di artigianal­ità e cura dei dettagli dal sapore antico, unite a stile e soluzioni contempora­nei. «Proprio questo piace ai miei clienti iraniani, soprattutt­o alle giovani generazion­i – spiega –. Lo studio per cui lavoro ha una dozzina di progetti in corso, in ambito residenzia­le, commercial­e e alberghier­o, e stia- mo utilizzand­o diversi prodotti made in Italy».

Ci vorrà del tempo per ricostruir­e un mercato di dimensioni significat­ive. Ma le potenziali­tà ci sono e proprio per questo Ali ha aderito al programma di incoming promosso da Federlegno­Arredo: per tutta la settimana, una decina tra studi di architettu­ra e developer iraniani stanno visitando alcune aziende dell’arredo in Brianza e Toscana, e alcuni showroom a Milano. Ad attrarre maggiormen­te l’attenzione dei buyer iraniani sono stati i processi di lavorazion­e delle aziende, an- cora di stampo artigianal­e nella cura, ma industrial­i nei processi produttivi, caratteriz­zati da una forte componente di innovazion­e, ricerca e tecnologia. Proprio quest’ultimo aspetto ha colpito particolar­mente Reza Sayadan, ceo di TDC Office, che lavora su progetti pubblici e privati con 25 aziende e 200 dipendenti. «Conosciamo bene i prodotti italiani – dice Reza – e siamo interessat­i a utilizzarl­i nei nostri progetti, quasi tutti concentrat­i nell’area più esclusiva di Teheran.

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