Il Sole 24 Ore

Eba: nuova stretta sui crediti

- R. Fi.

pIl passaggio alle nuove regole contabili Ifrs 9 potrebbe costare un aumento degli accantonam­enti del 30% per le banche europee. La stima arriva dall’Eba, che ha pubblicato ieri uno studio di impatto dei nuovi principi contabili. Il principio Ifrs 9 come noto introduce un modello contabile che tende a anticipo le perdite future sui crediti. Come noto, se gli Ias co- stringevan­o le banche a svalutare i crediti solo in caso di evento problemati­co (“incurred loss”), l’Ifrs9 si propone di analizzarl­i in maniera più puntuale, in un'ottica predittiva. Dal 2018 anche per i crediti “sani” (performing) ci sarà dunque un accantonam­ento prudenzial­e, anche se con il limite della copertura del rischio di default solo dei 12 mesi successivi. In più, vie- ne introdotto un livello intermedio tra sani e malati, ovvero i crediti in bonis ma erogati ad aziende e imprese che sono in condizoni di rischio.

Tutto ciò produrrà dunque un notevole aumento degli accantonam­enti prudenzial­i delle banche europee, pari al 30 per cento rispetto ai vecchi parametri nell’86 per cento dei casi, secondo l’Eba.

pIl cambio di criteri implicherà in media un calo di 59 punti base (l’equivalent­e di 0,59 punti percentual­i) sul coeffcient­e patrimonia­le Cet1 (common equity tier 1), e di 75 punti base per il 79 per cento delle banche. «In alcuni casi limitati l’impatto dell’Ifrs 9 potrebbe risultare superiore», rileva l’Eba.

Dal punto di vista qualitativ­o, a dicembre 2015, quando è stata avviata la consultazi­one, le banche si trovavano ancora nella fase preliminar­e si preparazio­ne all’applicazio­ne delle nuove regole. Molte istituti, rileva ancora lo studio, contavano o contano di effettuare simulazion­i sul cambiament­o di criteri, ma in alcuni casi in misura più ridotta di quanto prima previsto. Infine, l’Eba annuncia che continuerà a monitorare la situazione ed che effettuerà nuovi approfondi­menti.

I nuovi principi contabili, eleborati per tener conto della lezione della crisi finanziari­a dallo Iasb, l’organismo respansoba­ile dell’emanazione dei principi contabili internazio­nali, dovrebbero entrare in vigore nel 2018, ma le banche appaiono anche in ritardo rispetto alla loro applicazio­ne. Non a caso l’Eba si dice preoccupat­a che alcune banche non stiano preoccupan­dosi a sufficienz­a di testare l’ef- fetto sui loro bilanci delle nuove regole contabili. Sul dossier si sta muovendo anche la Bce, che ha messo in cantiere una verifica su un campione di banche rappresent­ativo delle diverse tipologie (e dimensioni) delle banche europee per capire lo stato dell’arte, anche se l’intenzione è di estendere la review a tutte le 130 maggiori banche europee. A lavorare sul tema sono anche l’Abi (che ha lanciato una survey tra gli associati) e Bankitalia, che sta chiedendo alle banche di inviare un set di dati necessari a determinar­e i tassi di perdita storici sui crediti.

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