Enel, bene il trimestre Si muove sul debito
Nei 9 mesi la società aumenta del 30% la cassa (6,7 miliardi) e r iduce a livelli minimi l’esposizione (36,8 miliardi) Il cfo De Paoli: «Un buyback azionario? Aspettate tra una settimana il nuovo piano»
pI risultati dei 9 mesi approvati ieri dal cda Enel confermano la validità di una strategia che punta a generare maggiore cassa, sia con la crescita che con l’efficienza, e a tenere sotto controllo il debito. Al tal punto che, d’ora in avanti, si comincia a porre il problema di come utilizzare al meglio la liquidità e di aumentare la leva finanziaria. La cassa generata nei 9 mesi mesi raggiunge 6,7 miliardi, in aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2015 (5,2 miliardi), mentre l’indebitamento netto si ferma a 36,8 miliardi, in calo di 1,5 miliardi rispetto all’inizio dell’anno. Questo risultato arriva in virtù di un Ebitda pari a 12 miliardi (51,4 miliardi i ricavi, in calo dell’8%) che è in lieve flessione dell’1,2% a seguito di dismissioni (2,3 miliardi di cessioni nel periodo) come le attività in Slovacchia, minori vendite di energia nei mercati maturi, effetto cambi e prezzi dell’energia in calo in Italia. A trainare le attività (+0,1% l’Ebitda ordinario, il margine al netto di partite straordinarie) l’America Latina, gli Stati Uniti e il settore retail (+500 milioni) in Italia e Spagna. Anche le rinnovabili (il cui business ora ingloba an- che i grandi impianti idrici del gruppo) contribuisce alla crescita del margine: dopo due trimestri di contrazione, l’Ebitda ordinario del settore segna un lieve progresso, da 1,338 a 1,351 miliardi. Segna una flessione invece il comparto idrico, per effetto del calo dei prezzi e della stagionalità.
Il risultato operativo consolidato è in crescita del 22%, a 7,6 miliardi, anche se a incidere sono le minori svalutazioni rispetto allo stesso periodo del 2015. Il risultato netto ordinario, segna un progresso del 2,2%, a 2,64 miliardi, un aumento che sarebbe del 10% al netto delle partite straordinarie. A seguito dei risultati (e anche, tra le altre ragioni, per andare incontro a un’esigenza degli investitori longonly) il management ha proposto al cda di reintrodurre la prassi dell’acconto sul dividendo, in auge fino a 5 anni fa. L’acconto sul dividendo 2016, pari a 0,09 euro, verrà pagato dal 25 gennaio.
Le domande degli analisti durante la conference call si sono concentrate su temi caldi, come la possibilità del lancio di buyback sulle azioni nel 2017 (anticipato ieri da IlSole24Ore) e il fatto che l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti possa comportare una modifica della politica energetica a scapito delle rinnovabili, considerato che Enel (ieri il titolo ha ceduto il 3,44%), attraverso Egp, sta puntando molto su quel paese. «Per sapere se potranno esserci operazioni inerenti le azioni vi chiedo di aspettare la presentazione del piano» il 22 novembre a Londra ha risposto ieri il cfo Alberto De Paoli. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il manager ha spiegato che «gran parte degli investimenti che Enel sta facendo negli Usa sono in Stati a maggioranza repubblicana. È un ottimo business quello che stiamo realizzando anche per quel paese e non penso che accadrà qualcosa che possa danneggiarlo. Il nostro interesse per gli Stati Uniti resta: penso anzi che sia una delle migliori regioni per la nostra crescita».
De Paoli ha inoltre confermato che il debito netto a fine anno sarà inferiore di un miliardo rispetto al target annunciato a novembre dello scorso anno; sarà dunque pari a circa 37,2 miliardi e non 38,2 miliardi. Il miglioramento è derivato da minori oneri (legati all’Opa e al riacquisto di minoranzi) previsti dalla riorganizzazione delle attività in America Latina. Va inoltre segnalato il buon risultato raggiunto dall’azienda sulla riduzione del debito lordo. Rispetto a fine 2015 è stata ottenuta una flessione del 7 per cento, da 52,7 a 49 miliardi. È l’effetto delle operazioni di riacquisto dei bond avviate a inizio anno; gli oneri finanziari sul debito si sono ridotti del 3 per cento da inizio anno.«Abbiamo registrato una solida performance, con continui progressi rispetto agli obiettivi del gruppo - ha commentato l’ad Francesco Starace -. Questi progressi si traducono in una stabile generazione generazione di cassa e in un notevole miglioramento dell’utile ordinario al netto delle partite non ricorrenti».
ELEZIONI IN USA Utile netto in crescita (+2,2%), torna l’acconto sulla cedola. Per il manager nessun rischio per le rinnovabili negli States dopo l’elezione di Trump